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Jimin resta sorpreso quando gli confesso che la prima volta che l'ho visto non è stata dopo quel pranzo di lavoro.
Eh, già.
Ne sono rimasto stupito anche io quando me ne sono ricordato. Mi stavo dondolando su quell'amaca, il cartone animato che mi scorreva sotto gli occhi, poi un lampo, un flash, e un ragazzo solitario seduto davanti ad un falò ha fatto capolino nella mia mente. Un secondo ragazzo prova a convincerlo a tuffarsi insieme a tutti gli altri, ma lui rifiuta.
Gli racconto che è stato durante la mia prima sera a Nessunposto. Stavo facendo jogging sul lungomare e lui eri lì, con i suoi amici, sugli scogli, limitandosi a guardare mentre si godevano la serata.
Un'idea si insinua in Jimin, gioca con i suoi pensieri, gli fa rizzare i capelli sulla nuca.
"Facciamo una scommessa."
"Una scommessa?"
Jimin si mette in piedi, si spazza mani e pantaloni dalla sottile polvere depositata sulle pietre. Muove qualche passo verso il precipizio e subito balzo in piedi anche io per andargli dietro.
"Ricordi quando l'altro giorno ti ho detto di aver voglia di tuffarmi e tu mi hai dato del fifone?"
Annuisco, cercando di capire dove voglia andare a parare.
"Bene. Facciamo così. Se io adesso trovo il coraggio di tuffarmi da qui tu mi farai un favore."
Lo freno per il gomito, lo costringo a voltarsi verso di me. Il sorrisino sulla sua bocca mi contagia, evidenziando il lato intrigante del rischio, alto o non alto, che contrassegna qualsiasi genere di scommessa.
"E se invece non lo fai? Io che ci guadagno?"
Jimin pare pensarci. Poi piega il capo in avanti e si porta le mani dietro il collo, slacciandosi la catenina che teneva sopra la canottiera. Ne riaggancia insieme le due estremità e me la porge, lasciando che il ciondolo ovale scivoli verso il basso.
"Se non mi butto, oltre al fatto di potermi liberamente prendere in giro da qui all'eternità, puoi tenere questa. Non ho mai capito se è di oro bianco o argento, ma vale sicuramente qualcosa."
"Ci sto. Mi mancava giusto qualche risparmio." intervengo, stando al gioco.
Jimin sta solo dando aria ai denti. E' ovvio che non ce la farà.
Dopo la sua sconfitta mi terrò la collana per un po', giusto per tenerlo sulle spine. Mi assicurerò di fargliela riavere prima della mia partenza. A tenermi una cosa a cui evidentemente lui tiene molto non ci guadagno niente se non rimorso.
Ma qui stiamo dimenticando un dettaglio fondamentale.
Allaccio le braccia al petto e inarco un sopracciglio alla sua espressione gradassa. "E che favore vorresti tu, di grazia?"
Lo si vede da come guizzano i suoi occhi che gli piace quello che sta pensando.
"Se invece io mi butto, e di conseguenza tu perdi, mi aspetterai in centro nel punto di cui ti ho detto l'altra volta e me la restituirai immediatamente."
Jimin ha smesso di parlare ma posso sentire i tre puntini di sospensione fluttuare tra di noi.
"E?"
Lui si passa velocemente una mano tra i capelli, devia lo sguardo e poi lo riconduce sul mio, solido. "E poi sposterai la tua partenza di una settimana."
Ah.
La mia immaginazione, come quella di tutti, galoppa sempre un passo a me, si figura le cose ancor prima di avere il mio consenso. Se le figura a prescindere, nel giro di un secondo, il tempo che ci mette il cuore a battere. Me le snocciola tutte quelle possibilità che non sono neanche considerabili e poi le risucchia, come un'improvvisa visione concessa senza permesso. Tra tutti quei se e tutti quei ma, la maggior parte dello scenario viene sciacquato via. Ma tra un battito e l'altro qualcosa sì. Qualcosa rimane.
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Inghiottito dal Mare, Rapito dalla Luna - UNDERNEATH THE MIRROR (BTS Yoonmin)
Fanfic[Il cartaceo di "Inghiottito dal Mare, Rapito dalla Luna" è già disponibile su Amazon!] Yoongi è costretto dalla madre a frequentare una psicologa da quando i suoi comportamenti lasciano intendere che in lui ci sia qualcosa di profondamente sbagliat...