(present)
Mamma è seduta sul suo letto, le gambe strette, e la schiena dritta, innaturalmente composta per ritrovarsi da sola nella propria camera. L'ho vista di sfuggita passando per il corridoio, incorniciata dalla porta.
Sono appena di ritorno da un'uscita con Taehyung, ore e ore passate sui videogiochi dopo esserlo andato a prendere all'uscita di scuola. Al mio rientro la prima cosa che ho notato è mio padre stravaccato sul divano, una corsa di moto alla televisione.
Dopo essere ridisceso in cucina raggiungo la loro stanza, il rumore dei miei passi attutito dai calzini che indosso. Mamma alza gli occhi su di me solo nel momento in cui le metto tra le mani unite in grembo una bottiglia di birra. E' fresca di frigo, per cui sussulta.
Passato un primo momento di sorpresa, il suo sguardo si fa interrogativo e scrutatore quando localizza la seconda bottiglia nell'altra mia mano.
"Non è un problema se bevo con te, no?" dico con un'alzata di spalle. Mi siedo al suo fianco facendo ballare tutte le molle del materasso.
In tutta risposta mamma usa lo stappabottiglie che ho preso dalla cucina, rivolgendomi il più schiacciato dei sorrisi.
Sembra così stanca. E non lo dico solo per l'evidente pallore del suo viso o per le occhiaie. Come al solito si è legata i capelli alla bell'e meglio, non curandosi delle ciocche fuoriuscite che le solleticano il collo. Nei suoi abiti da lavoro sembra scomoda, come se non vedesse l'ora di strapparseli via e infilarsi il pigiama.
E' spaventoso vedere su di lei l'espressione che di solito indosso io.
Ci sarà stata di sicuro una discussione tra lei e papà, la centesima. A quanto pare è la loro attività preferita da svolgere come coppia quando sono fuori casa. Ne sono sempre restato fuori, a lasciare che se la sbrigassero da adulti quali sono, ma ultimamente ho la sensazione di essere causa di un ulteriore incrinamento del loro rapporto. Mamma non ha preso bene il fatto che mio padre fosse inconsciamente al corrente di quello che mi stava turbando da mesi e non aveva fatto niente per avvicinarmi. Cosa che papà non ha fatto perché dava per scontato che se ne occupasse mamma.
In pratica entrambi i miei genitori pensavano che l'altro si stesse occupando di loro figlio al posto suo, per cui non se ne occupavano in primis.
Mi porto il collo della bottiglia alla bocca, buttando giù dei primi sorsi contenuti dato che mamma mi sta fissando.
"Niente bicchieri?" chiede.
"Se ognuno finisce la propria birra dov'è il problema?"
Il sorriso di mamma si ingenuisce un po', inarca le sopracciglia in un'espressione gioviale che quasi non le si addice. Fa tintinnare le nostre due bottiglie insieme. "Non hai tutti i torti."
Si, mamma è distrutta, ma sembra molto più leggera di prima. Ha toccato il fondo quella sera d'autunno, seduta sul pavimento in camera mia circondata da antidepressivi. Ora non può fare altro che risalire.
Se adesso ripenso a quel periodo in cui una parte di me, la stessa che non voleva che i suoi genitori sapessero niente, si chiedeva perché neanche mia madre si accorgesse di quanto stavo male, posso vedere con chiarezza come mai questo non è accaduto. Non potevo pretendere che mamma si mettesse a collezionare pezzi di me e mettersi di buona lena a ripinzare tutto insieme se lei per prima era da risistemare.
Mamma butta giù un sorso di birra. Rido del becco disgustato in cui atteggia subito la bocca.
"Come fai a bere 'sta roba?"
"Mesi di pratica."
Mi esce a cuor leggero, nonostante l'implicazione. Mamma non dice niente, ma questa potevo evitarmela, davvero.
Devo dirglielo adesso.
"Secondo lo psichiatra tornare là mi farebbe bene."
"Là dove?"
"Là là."
Mamma capisce. Un piccolo "Oh." le scappa, dolceamaro. Nessunposto.
"Sicuro che sia una buona idea?"
"Oddio, se sia buona non lo so. E' partita da Taehyung, e questo dice tutto, ma dato che nessuno per ora mi ha detto niente in contrario..."
Butta giù un altro sorso.
"Quando ci andresti?"
"Tae si è offerto di accompagnarmi, ma devo aspettare la fine della scuola."
"Fra un mesetto, quindi."
Le sue unghie mangiucchiate tamburellano contro il vetro della bottiglia mentre pensa.
"Ti ci lascio andare, ma ad una condizione." Sospira, guardandomi negli occhi. "Devi cancellare quel numero dalla rubrica del tuo cellulare."
Faccio lo gnorri.
"Che numero?"
"Quel numero."
Jimin.
Lo stupore alla sua richiesta deve essere evidente sulla mia faccia perché lei mi guarda come per dire pensavi non lo sapessi?
Cerco di non darlo a vedere quando deglutisco. "Dovrei buttare anche il foglietto dove me lo ha scritto?"
Mamma scuote la testa, appoggia una mano confortante sulla mia schiena, premendomi al suo fianco.
"Se fosse per quello dovrei farti gettare anche la collana. Quelli sono ricordi, Yoongi, non ti chiederei mai di sbarazzartene. Invece avere il suo numero sul cellulare è completamente inutile."
Come dice collana ne sento la presenza più distintamente sulla pelle. Una mia mano ci si aggrappa, come a nasconderla.
"Okay."
"Dimmelo quando prenoti il volo così vediamo se ci sono offerte online."
Lei mi rimanda indietro i capelli, scoprendomi la fronte.
"Grazie, mamma."
Se fossi un tipo fisico, mi dico, mi porterei una delle sue mani consumate alla bocca. Poi mi ricordo che, se c'è una cosa che ho imparato l'estate scorsa, è proprio quella di agire come se lo fossi.
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Inghiottito dal Mare, Rapito dalla Luna - UNDERNEATH THE MIRROR (BTS Yoonmin)
Fanfiction[Il cartaceo di "Inghiottito dal Mare, Rapito dalla Luna" è già disponibile su Amazon!] Yoongi è costretto dalla madre a frequentare una psicologa da quando i suoi comportamenti lasciano intendere che in lui ci sia qualcosa di profondamente sbagliat...