CAPITOLO DUE

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Nico Di Angelo stava aspettando Percy vicino al laghetto del Campo.

Era una giornata grigia e tetra, nonostante fosse estate. La debole luce del sole illuminava il tutto di un tetro bagliore che dava quasi un'aria surreale.

Il vento pungeva la pelle come affilati aculei. Nico stava pestando il terreno,seduto su una gelida panchina, il busto piegato in avanti, le braccia appoggiate sulle gambe, fasciata da dei jeans neri.

L' erba era secca e le anatre sguazzavano nella distesa di acqua grigia-bianca che era il laghetto.

Nico si passò una mano tra i capelli neri e sbuffò; si trovava con Percy e Annabeth quando questi hanno ricevuto la notizia di una nuova profezia.

Nico avrebbe voluto andare con lui, precipitarsi nella Casa Grande e ascoltare le parole dell'Oracolo con tutti gli altri semidei, ma Chirone aveva preferito che solo pochi- quelli indispensabile- venissero a conoscenza della faccenda. 

Nico sbuffò e si strofinò il viso con le mani. Il metallo freddo dell'anello a forma di teschio che portava al dito era una freccia glaciale nel fuoco e nel calore del suo viso. Si alzò e iniziò a camminare avanti e indietro.

L' erba scricchiolava sotto i suoi passi. Era ansioso di sapere, di avere notizie. Si sentiva come un bambino di due anni che non vedeva l'ora che i suoi genitori tornassero per avere finalmente il giocattolo tanto desiderato.

Peccato che quello che stava aspettando non era un oggetto con cui giocare e poi da buttare via non appena fosse cresciuto, bensì il probabile inizio di un nuovo scontro, di una nuova battaglia.

Era un fascio di nervi. Dopo tutto quello che avevano passato- Crono e i Titani, Gea e i Giganti- speravano che per loro fosse arrivato un momento di pace.

Avrebbero continuato ad uccidere mostri, a compiere imprese, ma l'idea di ricominciare una guerra, spietata, pericolosa, era atterrante.

Nico si risedette sulla panchina: girò il capo a destra e a sinistra, poi iniziò a fissare un'anatra, giocherellando con l'orlo della maglietta del Campo.

Percy e Annabeth erano riusciti a convincerlo a indossare una maglia dal colore diverso dal nero, appoggiati da Piper, che sosteneva che Nico fosse tremendamente sexy con l'arancione.

Nico continuò a fissare l'anatra. Per un momento sembrò che l'animale ricambiasse il suo sguardo, però dopo si disse che stava impazzendo a causa dello stress.

Cercò di spostare i suoi pensieri in altri ambiti. Si concentrò sulla scuola, ma l'ansia lo assalì al pensiero che tra qualche settimana avrebbe saputo con quanto e se aveva concluso il liceo; quindi riflettè a che tipo di facoltà iscriversi: aveva idea diverse e contrastanti.

L'unica cosa di cui era sicuro era che avrebbe frequentato un'università a  Nuova Roma, poiché offriva molto possibilità di studio ai semidei.

Annabeth gli aveva consigliato di fare un salto da loro e vedere i programmi delle varie università, magari partecipare a degli open-day e parlare con i professori.

Poi avrebbe scelto in base a ciò che lo aveva più affascinato e interessato, e che soprattutto avrebbe potuto offrirgli più possibilità.

Percy, stranamente appoggiava Annabeth, anche se gli aveva suggerito di non farne una questiona di vitale importanza o si sarebbe stressato ancor prima di iniziare l'università. Percy e Annabeth erano la cosa più vicina a una famiglia per lui. Erano come dei genitori.

Nico si era tolto un enorme peso rivelando la sua cotta per Percy. Era finalmente riuscito ad  essere orgoglioso e ad accettare se stesso, pregi e difetti, e a non dare troppo peso alle critiche degli altri.

CONTROLUCE-SolangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora