CAPITOLO DICIASETTE

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Dire che Chiara si sentiva come se stessse affrontando un post sbornia era un eufemismo: verso le sei meno meno un quarto era riuscita finalmente ad addormentarsi, non perchè volesse, considerando che nell'arco di qualche minuti sarebbe suonata la sveglia, più a causa della stanchezza e del nervosismo accumulato.

In ogni caso cinque minuti dopo si trovava nella doccia a cercare di far passare lo stordimento e a maledire se stessa per non essersi alzata prima lasciando invece il sonno prendere il sopravvento.

Per lo meno se fosse riuscita a rimanere vigile non avrebbe assaporato il riposo e non si sarebbe sentita scossa quando le sarebbe stato tolto a tempo prematuro.

Uscì dal box con i capelli grondati di acqua e si strinse in un asciugamano; poi si frizionò i capelli e guardò attraverso la porta socchiusa che Margaret non si fosse svegliata.

Lei doveva andare all'asilo, le cui attività iniziavano decisamente più tardi rispetto alle lezioni delle superiori, e inoltre il suo edificio scolastico era a qualche isolato dall'orfanotrofio a differenza del liceo di Chiara.

Chiara chiuse la porta e si asciugò in fretta i capelli con il phone, indossò l'intimo e si infilò velocemente una canottiera e dei jeans neri.

Aprì la porta del bagno sbuffando alla vista della massa disordinata dei suoi capelli e si trovò davanti suor Anne.

Suor Anne era un ragazza di qualche anno più grande di Chiara: aveva appena preso i voti e i suoi gesti insicuri potevano confermare la sua poca esperienza.

Tuttavia suor Anne era molto amata dai ragazzi per la sua dolcezza e per la sua disponibilità ad ascoltarli; e la sua giovane età faceva si che capisse meglio delle sue sorelle i loro problemi e fosse in grado di aiutarli.

Chiara una volta aveva tentato di raccontarle quello che le stava capitando ma ogni volta le parole le morivano in bocca, a causa della vergogna che provava verso se stessa.

"Suor Anne" disse la ragazza  "buongiorno"

"Buongiorno a te mia cara Chiara" la salutò la suora  "Sono venuta a portare Maggie nella sua camera" spiegò

"Oh, certo"

Chiara prese lo zaino e vi infilò i libri e i quaderni delle lezioni di quel giorno.

"Chiara" la chiamò la suora

La ragazza si girò verso di lei aspettando che parlasse. Suor Anne sembrava titubante mentre teneva in braccio Margaret.

"Se vuoi... se vuoi parlarmi e dirmi quello che stavi per dirmi l'altra sera, io ci sono, lo sai vero?"

Chiara annuì

"Non voglio apparire paranoica, ma non so. Mi davi l'idea che qualcosa ti turbasse tanto. Va tutto bene?

Chiara sorrise  "Va tutto bene, suor Anne"

Suor Anne le sorrise mesta e lasciò la sua stanza con Maggie in braccio.

Chiara sospirò e si passò una mano tra i capelli.

Devo essere forte per me stessa, per me e per nessun'altra

Si raccolse i capelli in uno chignon e finì di sistemare lo zaino, quando un dubbio le balenò in mente: avrebbe dovuto portare con se il diario di Nico?

Avrebbe potuto leggerlo durante la ricreazione, non che avesse di meglio da fare.

Sentì il richiamo di suor Mary che la esortava a sbrigarsi: doveva ancora fare colazione e l'autobus sarebbe passato tra cinque minuti circa.

CONTROLUCE-SolangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora