CAPITOLO CINQUE

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Avete presente quando avete un incubo e allora vi risvegliate di colpo, mettendovi a sedere ancor prima di riaprire gli occhi, sudati e ansimanti, in procinto di urlare?

Ecco, questo fu il tipo di risveglio che ebbe Jason. Inizialmente non ricordò dove si trovasse o cosa avesse fatto prima di svenire.

Era consapevole solo della testa che gli girava, della vista offuscata, del suo petto che si alzava e si abbassava in modo irregolare, del cuore che batteva all'impazzata e del bruciore che provava al bicipite destro.

Batté le palpebre più volte e mugugnò qualcosa di incomprensibile persino alle sue stesse orecchie. Si stropicciò gli occhi e si sedette a gambe incrociate sul letto.

Poi a un tratto ricordò tutto: le sagome oscure che avevano invaso il Campo, un dolore lancinante al braccio e quella sensazione soffocante quando qualcosa o qualcuno avevano iniziato a fare pressione sulle ferite.

Ricordò la sua mano che toccava la spalla di Percy, lui che lo rassicurava e poi il buio. Dovevano averlo trasportato fino alla Capanna di Ade e lasciato lì a riposare dopo averlo curato.

Si guardò il bicipite e vide una macchia rossa lì dove era stato ferito, che andava man mano a schiarirsi. Sbuffò e si passò una mano fra i capelli.

Notò una maglietta scura macchiata di liquido verdastro alla base del letto: i ragazzi dovevano essere passati a controllare come stava e ne aveva approfittato per cambiarsi. Per lo meno è quello che doveva aver fatto Nico, considerando che quella maglia era sua.

Non sapeva cosa fare: avrebbe dovuto aspettare il ritorno di uno dei due figli di Ade o uscire e arrangiarsi da solo? Sarebbe rimasto seduto a rimuginare sul da farsi se non avesse sentito una voce accanto a se, una voce tremendamente familiare.
"Ti prego, dimmi che è un pura casualità il fatto che stavi dormendo sul letto di Nico e che quella non è la sua maglietta"

Jason sobbalzò non appena Will parlò. Di certo non si era aspettato che una volta svegliato avrebbe trovato il figlio di Apollo osservarlo attraverso un messaggio Iride.

Poi però scoppiò in una grossa risata nel vedere Will implorante e speranzoso.
"Ehi, Will , da quanto amico! "lo salutò continuano a ridere
"Rispondimi, per favore "implorò mentre un sorriso nasceva sul suo volto
"Vuoi la verità o una menzogna?" chiese Jason ridendo. Era felice di vedere Will: avevano legato molto da quando quest'ultimo e Nico si erano messi insieme.

Will frequentava l'università a Nuova Roma e nonostante ci fosse la possibilità di vedersi e passare del tempo insieme per più di qualche pomeriggio dal punto di vista di luoghi e tempi, il figlio di Apollo era impegnato con lo studi, dal momento che medicina era una facoltà difficile e faticosa.

In realtà Jason non vedeva l'amico da quando erano iniziate le lezioni: Will preferiva stare con Nico, possibilmente da soli, e Jason per questo non lo biasimava.

Anche lui avrebbe voluto vedere Piper ogni volta che ne aveva l'occasione, se fossero vissuti separati, in due città.
"Menzogna "rispose Will

"È un'enorme casualità e quella maglietta non è di Nico "Jason si era seduto verso Will poggiando i palmi sul materasso dietro di lui "Oh miei dei "Will si prese il viso tra le mani. Jason rise.

CONTROLUCE-SolangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora