I sette era chinati su delle vecchie mappe dove linee intrecciate rappresentavano i continenti e le principali correnti marini, mentre puntini rossi e neri indicavano le città e le megalopoli più importanti.
Erano tutti molto concentrati: Hazel era talmente piegata sul tavolo che i riccioli scuri a malapena le permettevano di vedere,Piper sbuffava passandosi le mani fra i capelli impotente, Jason e Leo borbottavano in silenzio con gli occhi fissi sulle carte ed Annabeth ragionava ad alta voce su calcoli e possibilità con Percy che ascoltava attentamente accarezzandole dolcemente il fianco.
Stavano cercando di prevedere il prossimo attacco delle masse scure, tracciando righe scure con matite e compassi ma non sembrava esserci nessi logici tra i diversi luoghi che erano stati teatri di quell'orrore.
L'unico a non mostrare alcun tipo di interesse era Will, che guardando con finta attenzione un'unghia della mano, era stravaccato su una delle poltrone della Sala Grande.
Piper lanciava qualvolta delle occhiate preoccupate al volto corrucciato di Will.
Quella mattina erano andati a chiamarlo per avere un aiuto in più nelle ricerche ma i suoi fratelli e sorelle avevano detto di averlo visto uscire la sera prima sul tardi per poi non fare ritorno il giorno successivo.
Avevano girato un po' per il Campo alla sua ricerca trovandolo infine seduto sugli scalini del portico della Sala Grande intento a stropicciare gli occhi rossi dal pianto.
Preoccupati gli aveva chiesto cosa fosse successo e avevano tentato di confortarlo però questo si era scostato da loro senza dare alcun tipo di risposta.
Piper lasciò cadere il compasso sul tavolo e sbuffò per l'ennesima volta: odiava fallire, e fallire in una cosa così importante era ancora peggio.
Scambiò qualche sguardo con Hazel e il loro discorso silenzioso la portò a sedersi sulla poltrona di fianco a quella di Will.
Cercò di evitare di fissarlo ma era più difficile di quanto pensasse soprattutto perché non aveva la minima idea di come parlargli.
Si sarebbe potuto arrabbiare o rattristare maggiormente e lei non voleva scatenare in lui nessuna delle due emozioni.
"Non ti preoccupare, sto bene. Torna dagli altri" le disse a un certo punto Will
Piper tentò di acquisire un po' più di sicurezza
"Non hanno bisogno di me"replicò
Lui non rispose e lei gli lanciò un'occhiata incerta.
Poi decise e gli afferrò una mano "E poi voglio sapere cos'hai aggiunse"
Will la guardò continuando a non dire una parola.
"Will, mi fa male vederti così. Ci fa male. Andiamo, tu sei Will. Ci sarà una ragione per cui ti chiamiamo Raggio di Sole, no?" ritentò lei
Will ritirò la mano con uno strattone e si alzò
"A volte anche il Sole viene coperto dalle nuvole. Ripeto sto bene. La vita non è tutta rosa e fiori, capita che succeda qualcosa di brutto ogni tanto. È solo..."e qui tentennò
"Mi sembra di aver amato finora una bugia. Avevo un pugnale ficcato nella schiena e non me ne ero neanche reso conto"
Piper annaspò nella speranza di trovare qualcosa da dire ma ormai Will era già uscito dalla Casa Grande.
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Nico avrebbe voluto ascoltare Annabeth, davvero: sembrava così concentrata mentre camminava avanti e indietro per la Casa di Ade, orgogliosa di star dicendo per la prima volta dopo tanto tempo qualcosa di sensato e saggio.
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CONTROLUCE-Solangelo
Teen FictionNico e Will, insieme a sette, si ritrovano a dover affrontare una nuova forza, antica e potente, capace di manipolare la mente e la materia quattro anni dopo la guerra contro Gea. Una nuova profezia è stata annunciata e loro credendo di essere final...