CAPITOLO SEI

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"Sicura di sentirti bene? Cioè non senti niente di strano? Giramenti di testa, un vuoto nel petto o..."                   

"Per la centesima volta ti ripeto che sto bene! Nico sono anche io una figlia di Ade, sarà pure nella sua versione romana ma rimane il dio degli Inferi!  E poi sono passati due giorni dall'attacco al campo. Smettila di chiedermi come sto, stai diventando insopportabile." Hazel era sicura di due cose nella sua vita.

Prima: adorava Nico. Era suo fratello, era merito suo se era ritornata n vita.

Seconda: Nico era davvero insopportabile. Hazel era appena tornata da un allenamento e mentre si sdraiava sul suo letto Nico era uscito dal bagno di colpo e si era seduto accanto a lei facendole mille domande sulla sua salute fisica. Hazel aveva sopportato i primi due minuti ma al terzo era scoppiata: capiva che le voleva bene e si preoccupava per lei però c'era un limite a tutto. A Hazel tornò in mente quando Nico aveva fatto il terzo grado a Frank, minacciandolo che se la avesse fatta soffrire lo avrebbe lanciato nel Tartaro senza alcuna pietà, nonostante lei e Frank si frequentassero da mesi. Hazel sorrise a quel pensiero. Era davvero buffa : i capelli ricci sparsi sul cuscino, un braccio sugli occhi, le labbra incurvate verso l'alto in quel genere di sorriso che si ha quando si ricorda qualcosa di piacevole, la gambe su quelle Nico.                                                                                        

" Beh, scusa se mi preoccupo per mia sorella e le voglio bene" sbottò Nico irritato. Fece per spostare la sorella e alzarsi ma lei fu più veloce: si mise a sedere e lo abbracciò. Poggiò il viso sulla sua spalla sinistra. Era ormai diventata un'abitudine. Ad ogni litigata si attaccavano e si insultavano; poi si stringevano l'uno nelle braccia dell'altro come se non fosse successo niente. Per quanto Hazel non volesse ammetterlo, per quanto lui fosse insopportabile e noioso lei aveva bisogno di suo fratello.                                                                                                                                                      "Mi dispiace averti risposto così fratellone" mormorò facendo il labbruccio "però io sto bene, sono figlia di tuo padre dunque anche io non risento degli effetti che generalmente provocano sui semidei. Tu devi preoccuparti degli altri. Ora devi stare accanto a loro."                                                                    " Non farmi il labbruccio. Non ci casco, non stavolta. Non ti perdonerò solo perchè sembri un cucciolo bastonato in cerca di amore "disse lui fissando lo sguardo sulla porta, mentre un piccolo sorriso nasceva sulle sue labbra. I capelli gli ricadevano sugli occhi, le mani erano poggiate sulle ginocchia ed era curvo in modo che Hazel riuscisse ad abbracciarlo completamente.                                 

"Per favore fratellone. "Nico scosse la testa divertito
"Ti pregooooo" urlò lei nel suo orecchio              "Lo sai che farei qualsiasi cosa per te, vero Haz?"  Nico si girò verso di lei e la strinse fra le sue braccia. Lei appoggiò la testa sul suo petto                                                                                                    

" Certo" Hazel si accoccolò ancora di più a lui. Rimasero così per un tempo indeterminato: i loro respiri combaciavano, così come i loro battiti cardiaci. Sembrava tutto perfetto. Hazel tornò indietro quando passava il tempo con suo fratello al Campo Giove. Lei era innocente, ancora vulnerabile. Ora era diventata una donna forte e questo lo doveva in gran parte a suo fratello. Lei sospirò e sciolse l'abbraccio. Nico la guardò interrogativo e lei scrollò le spalle. Si spostò un ricciolo da davanti gli occhi e fece un sorriso a trentadue denti                                                                                    

CONTROLUCE-SolangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora