CAPITOLO VENTI

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I due ragazzi erano seduti uno accanto all'altro, entrambi a fissare le coperte aggrovigliate sulle loro gambe, mentre l'ululato del vento notturno risuonava al di fuori del piccolo abitacolo.

L'animo di lui era pervaso da sentimenti contrastanti e distanti fra di loro, eppure rimaneva lì ad ascoltare con il volto impassibile.

La sua compagna raccontava con voce macchiata dall'amarezza mentre lo sguardo era perso davanti a se.

"E poi? Cosa è successo?" disse lui iniziando a sfogliare il diario che teneva in mano

La ragazza, che si era zittita, tentò di riprendere il suo discorso ma le sue parole si dispersero ancor prima di essere pronunciate. Si morse il labbro, tentando di trattenere una lacrima.

Il ragazzo le lanciò un'occhiata e la richiamò.

Lei si riscosse e continuò: " Ti sei mai fatto consolare da un bambino?"

Il ragazzo distolse lo sguardo dal quello della sua compagna, non riusciva a sostenerlo, vedeva qualcosa di maledettamente famigliare in lei e non poteva, non voleva sopportarlo. Si fece coraggio e continuando a fissare la parete di fronte a sé negò con un cenno del capo.

"Sai loro sono così piccoli..e per quanto svegli non potranno mai comprendere la situazione nella sua complessità. Vedono solo quello che riescono, nonostante ci provino a superare l'orizzonte" la sua voce si spezzò, sopraffatta dal dolore "Ci provano  più loro che non possono, di quanto coloro che invece sarebbero perfettamente in grado.

In quei momenti capisci che vali meno di niente perché tanti erano la tua pateticità e il tuo egoismo che ti hanno soffocato.

Ee non riesci a capire come sei arrivata a farti stringere da una creaturina piccola e innocente che a malapena è in grado di sostenersi da sola. Diventi uno scarto. O forse lo sei sempre stato e ne diventi consapevole.

E non si può dire che non senti nulla perchè non è vero. Non sei neanche meritevole di non provare più alcunché poiché significherebbe smettere di soffrire.

E invece no,no..hai un grande vuoto che ti divora il petto e senti il freddo che ti attraversa le vene mentre la tua anima diventa piano piano cenere..."

La ragazza si guardò le mani, che stavano accompagnando la sua narrazione con piccoli gesti. Tremavano. Lei stessa stava tremando.

Le appoggiò con delicatezza sulle gambe, come se avesse paura che si spezzassero.

Chiuse gli occhi mentre una lacrima le ustionava la guancia.

"Quella notte dopo aver letto la tua pagina di diario, piansi. Piansi tanto. E Maggie.. ti ricordi di Maggie? Dio, avrei tanto voluto portarla con me. Si intrufolava in camera mia ogni qualvolta avesse degli incubi o non volesse dormire da sola.

E così fece anche quella volta.  Non la sentii entrare. E io mi spaventai quando delle piccole braccine mi strinsero sotto il seno. E allora mi strinsero più forte. E lei continuava a ripetermi la stessa identica frase...."

E il racconto di Chiara continuò

•••

"Andrà tutto bene, Chiara. Smettila di piangere, andrà tutto bene. Te lo prometto."

Maggie appoggiò il viso sulla spalla di Chiara, cercando di tranquillizzarla, ma la ragazza, dopo averle lanciato una veloce occhiata si coprì il viso con le mani e singhiozzò ancora più forte.

Le lacrime pizzicarono anche gli occhi di Maggie e la bambina permise che la accarezzassero.

"Chiara ti prego andrà tutto bene. Te lo giuro. Andrà tutto bene, vedrai. Ora non piangere, domani mattina ti sentirai sicuro meglio e domani sera potrai raccontarmi ancora le favole di principi e rospi e streghe cattive. Andrà tutto bene"

CONTROLUCE-SolangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora