Maggie aveva perso i suoi genitori pochi giorni dopo il suo quinto compleanno.
Aveva ricordi vaghi e confusi del momento esatto in cui la loro auto era entrata in collisione con un camion: ricordava i fari che la avevano accecata, i suoni stordenti del clacson e il frastuono del vetro rotto.
Stavano andando al parco acquatico, vicino alla loro città.
Maggie adorava il mare e le piacevano i pesci e le conchiglie e la sabbia: i suoi genitori volevano regalarle questa gita e renderla felice.
Si sarebbe trattato di una sola giornata e la sera sarebbero tornati in tempo per ordinare qualcosa dal take away e vedere uno dei film preferiti di Maggie.
Ma di quella sera Maggie ricordava solo delle luci intense, delle pareti bianchi e la voce adulte di sconosciuti che le chiedevano il nome.
Però i suoi le avevano insegnato di non dare retta e di non parlare con gli estranei e lei così non aveva risposto.
Aveva sentito le loro mani che dolcemente le toccavano le spalle, le gambe, la testa. E poi il buio la aveva avvolta.
Dopo due mesi di ospedale, in cui aveva passato il tempo colorando e nascondendosi dai clown che ogni tanto si aggiravano per il reparto pediatrico per rallegrare i bambini, una donna sui quarant'anni e dagli occhiali squadrati era venuta a prenderla e la aveva portata in orfanotrofio.
Aveva avuto fin da subito difficoltà ad ambientarsi e a parlare con gli altri bambini perciò la maggior parte del tempo lo passava disegnando o dipingendo.
Sua madre era stata un'artista e le pareti della loro casa erano sempre state teatro di paesaggi e di personaggi meravigliosi.
Quando, da piccola, Maggie aveva avuto paura del buio, sua madre aveva dipinto sul muro di fronte al suo letto un cavallo bianco.
"Sul dorso di quel bellissimo cavallo verrà a salvarmi un principe?" aveva chiesto Maggie a sua madre
" Forse" le aveva risposto " O sarei tu che cavalcherai valorosamente e salverai te stessa e chi ti circonda"
Maggie la aveva guardata dubbiosa
" Sei forte, tesoro" le aveva spiegato la madre accarezzandole il volto " Non hai bisogno di nessuno"
" Invece si" aveva risposto Maggie con un flebile sorriso " ho bisogno di te. E anche di papà"
La madre la aveva stretta in un abbraccio sussurrandole:" E noi ci saremo sempre. Anche quando spiccherai il volo"Ma a volte le cose vanno in modo diverso da come le si programma: i suoi genitori non c'erano stati e lei non era stata abbastanza forte da reggersi in piedi da sola.
Finché non aveva conosciuto Chiara. La prima volta che la aveva incontrata la aveva additata come dispotica e antipatica ma il destino o chi per lui aveva fatto si che si trovassero sempre più coinvolte l'una con l'altra tanto da imparare a riconoscere reciprocamente il loro dolore e ad aiutarsi.
Maggie si rammaricava spesso di non poter aiutare Chiara come vorrebbe, quando lei invece era sempre presente per Maggie e sapeva come trattarla in qualunque situazione.
La aveva sorretta in momenti in cui Maggie stessa si sarebbe lasciata precipitare e le aveva tenuto la mano quando aveva avuto troppa paura ad essere lasciata sola.
Quando Chiara se ne era andata era stato come se qualcosa nel petto di Maggie si fosse sfracellato. Ed era un dolore sordo e logorante e così familiare che non poteva fare a meno, ogni volta che piangeva per la mancanza di Chiara, di ricordare i suoi genitori e di farsi abbracciare da una disperazione ancora maggiore.
Non era arrabbiata con lei, avrebbe voluto odiarla, odiarla per non averla portata con sé, odiarla per non averla neanche salutata, ma non ci riusciva perché una parte intima di lei non era capace di provare per Chiara qualcosa di diverso da un puro e innocente amore.
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CONTROLUCE-Solangelo
Genç KurguNico e Will, insieme a sette, si ritrovano a dover affrontare una nuova forza, antica e potente, capace di manipolare la mente e la materia quattro anni dopo la guerra contro Gea. Una nuova profezia è stata annunciata e loro credendo di essere final...