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Un anno dopo

Ti ricorderai di questi anni.
Quando ti accorgerei di quello che hai fatto, e ti renderai conto che non è stato abbastanza.
Ti ricorderai di questi giorni un po vuoti, quando sentivi la vita passarti accanto ma non te la sentivi dentro.
E di quando la vita ti colpiva, e tu diventavi parte del mondo e andavi avanti con lui.
Ti ricorderai di queste emozioni accelerate, di quando sentivi troppo, o troppo poco.
Quando guarderai l'orologio e penserai che quelle maledette lancette han girato in fretta, troppo in fretta, e tu non avrai ancora capito come farle tornare indietro.
Perché tu vorrai tornare indietro.
Perché ti sembrerà di non aver visto abbastanza.
Di non aver vissuto abbastanza.
Ti ricorderai di quello che hai fatto però ricorderai meglio quello che non hai potuto fare, e allora inizierai a tornare un po' bambino, adolescente.
Quando vorrai avere di nuovo la stessa forza, la stessa energia e lo stesso tempo che avevi prima e che tu non hai assaporato abbastanza.
Quando davanti a un tramonto ti fermerai e penserai a quando è stata l'ultima volta che ne hai visto uno, con i tuoi amici e la birra al mare. Magari un po distrutti da una notte che sembrava non finire mai.
Ti ricorderai e penserai che forse quel tramonto non l'hai vissuto abbastanza.
Ci ricordiamo sempre di quello che è stato.
Ci ricordiamo di più di quello che sarebbe potuto essere.
E di colpo ci sentiamo così inutili, come se tutto il tempo della nostra vita l'avessimo buttato.
È così che ci renderemo conto di essere cresciuti, cambiati, invecchiati: quando tutto il tempo che abbiamo avuto sarà sinonimo di rimpianti e ci dimenticheremo che però non ci siam pentiti di quello che è stato.

<<Signorina siamo arrivati!>>

Assorta nei miei pensieri non mi ero resa conto di essere arrivata a destinazione.
Per non perdere altro tempo mi affretto a riporre il libro nella borsa e mi alzo incamminandomi all'uscita.

Non ero mai stata a Brooklyn questa era la prima volta e l'unica cosa che sapevo di questa città era l'indirizzo dell'unica persona che mi avrebbe potuta dare una mano.

Recupero la mia valigia ed esco velocemente per chiamare un taxi.
Per mia fortuna ne trovo uno libero e con mia grande sorpresa al volante trovo una donna.

<<Buongiorno! Dove la porto?>> chiede in tono gentile.

<<43 street, grazie!>>

****

Dopo circa un'ora di macchina arrivo a destinazione.
Pago il taxi recupero la valigia e mi incammino verso la villa.

Sono agitata e non so neanche cosa dire o cosa aspettarmi.
Non so neanche se lui lo ha chiamato per dirgli dell'accaduto, ma ormai non mi interessa saperlo, quello che è fatto è fatto.

Con la mano tremolante suono al campanello ed aspetto.

Diversi minuti dopo la porta si apre e lui è lì che mi fissa incredulo in tutta la sua bellezza.

<<Carol!>> non si aspettava una mia visita quindi posso immaginare il suo essere meravigliato.

<<Ciao Ken, posso entrare?>>

Per un attimo fissa la mia valigia dopo di che mi fa cenno di entrare.
Una volta chiusa la porta mi giro nella sua direzione.

<<Mi sei mancata!>>

Ed in quel momento inizio a piangere e mi tuffo nelle sue braccia.

<<Anche tu!>>

CAROL Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora