48. Maddie

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"Hai dormito?" mi domanda Harry non appena mi alzo dal letto.

Ieri sera abbiamo avuto un brutto litigio, proprio quello che ci voleva.
Domani è il giorno della partenza per Parigi e il litigio di ieri sera ha tolto tutti i dubbi su quello che farò.

"No" rispondo entrando in bagno e chiudendomi dentro per fare una bella doccia. Ne ho proprio bisogno.

"Non ti do per scontata! Ti sembra che ti abbia data per scontata in questi giorni? "

"Ma eri così convinto che sarei stata con te! Perché non pensi a metterti nei miei panni! Non si tratta di stare con il mio fidanzato o di andare a far un viaggio a Parigi! Si tratta di decidere la mia intera vita!"

Mi guarda furente mentre va su e giù per la cucina "la tua intera vita..." mormora ridendo "Hai 24 anni! Non credo che una decisione sbagliata possa rovinarti!"

"Ma ti senti quando parli?!" lo spintono quando si avvicina "Pensi sia una cosa facile tu! Non capisco come fai ad essere così ottuso!"

"Ah io sono ottuso? Beh, scusa se ti voglio qui e non chissà dove, scusa se non riesco a pensare di starti lontano! Anche solo questi pochi giorni sono stati uno strazio! Eri qui ma non c'eri mai!"

"Perché non riesci a pensare un po' a me? Credi che io voglia andare via da te? Credi che starò benissimo a Parigi? Non penserò mai a cosa ho lasciato qui? Se ti da tanto fastidio che il mio lavoro sia così pieno di impegni lasciami di nuovo!"

"No..." mormora impercettibilmente prima di alzare nuovamente la voce "Se anche per te è un sacrificio andare a Parigi, non andarci e basta!"

"Non posso non provare! Potrei... potrei realizzare il sogno di una vita Harry! Non si tratta solo di te e me, si tratta della mia famiglia, di quello che potrei portare a casa..."

Le sue parole mi rimbalzano in testa. Non ha più parlato e so perché. Perché si è sentito egoista, le uniche cose che gli venivano da dire riguardavano il suo benessere e in parte il mio.

Ed è straziante rendersi conto di aver tenuto questo atteggiamento, specie verso la ragazza che si ama. So che mi ama. Ma so che non può andare, spero lo capisca anche lui.

Esco dalla doccia, metto l'accappatoio ed esco dal bagno per andare da lui.

In camera le lenzuola sono state buttate giù dal letto, i suoi vestiti sparsi sono spariti e non vedo il cellulare sul comodino.
Scendo velocemente le scale.

Le scarpe non sono nella scarpiera, le chiavi non sono sul tavolo.

Il cuore inizia a martellarmi al pensiero che se ne sia andato.

Cerco qualcosa che possa aver dimenticato, qualcosa che possa tornare a prendere ma niente.
Non trovo niente. Corro come una pazza, con l'accappatoio saldamente legato in vita, cerco qualcosa, mi dimentico perfino cosa sto cercando mentre una sensazione di vuoto si fa spazio nel mio corpo.

"Potremmo doverci dire addio"

Una frase troppo drastica, che mi ha fatto capire che, come al solito, un no non gli sarebbe andato a genio. Come al solito non accetta vie di mezzo. Come al solito agisce d'impulso, non può aspettare, riflettere, deve agire. Se ne pente spesso, sì.

Salgo in camera per mettermi qualcosa addosso mentre le lacrime mi rigano il volto.
Il pavimento è freddo. Fuori piove e non riesco a non pensare a cosa gli sia saltato in mente.

***

Gemma si asciuga le suole al tappetino con su scritto "WELCOME" e appoggia l'ombrello giallo alla porta d'entrata prima di venirmi ad abbracciare mentre sono ancora in lacrime.

STARLET 3 - Choose Love  [h.s] [COMPLETATO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora