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"Lo sapevo che non dovevo lasciarti con quelle due," disse Jimin mentre uscimmo dalla villa per andare verso i parcheggi, "saranno simpatiche ma bevono sempre troppo."


Scoppiai a ridere senza un motivo ben valido, le cose che mi aveva detto per tutta la serata Dahyun mi tornarono in mente facendomi divertire ancora una volta.


Non si poteva dire che fossi una bevitrice abitudinaria, ma non potevo neanche definirmi una che non reggeva bene l'alcool.
Insomma andava bene finché non raggiungevo un numero di bicchieri bevuti che non riuscivo più a contare.


"Sei tenera quando ridi," affermò sorridendo pure lui, mentre continuai a ridere per nascondere il mio imbarazzo dato dal suo complimento.
"Almeno tu ti sei divertita."


Chiamò l'autista che dopo pochi minuti arrivò e salimmo nell'auto per tornare a casa.
"Portaci a casa," ordinò Jimin, e io troppo ubriaca per reagire mi limitai a sedermi sui sedili posteriori.


Non appena Jimin chiuse la mia portiera e salì dal suo lato, posai la mia testa sulla sua spalla e lo sentì sussultare, sorpreso dal mio gesto improvviso.
"Prendi iniziative quando sei ubriaca?" Chiese retoricamente con un sorriso malizioso stampato sulle labbra, "mi piace."


Arrivammo a casa e mi dovette reggere poiché da sola non riuscivo a camminare.
Mentre percorremmo il vialetto per raggiungere l'ingresso inciampai in una mattonella, e giusto prima di finire con il muso per terra mi afferrò rimettendomi in piedi.


"Sei sicura di riuscire a camminare?" mi chiese con un sopracciglio alzato ed un tono esitante, al quale in tutta risposta gli feci cenno di no con il capo, ridendo per la mia goffaggine.


Non ebbi nemmeno il tempo di realizzare che mi prese in braccio e mi trasportò fino all'entrata.
"Se mi fai cadere non sai cosa ti faccio," lo minacciai, riuscendo a mantenere il mio tono di voce fermo e deciso.


Rise e mi lasciò cadere sul divano nel salotto, per poi allontanarmi e lasciarmi al buio da sola.
Tutte le luci erano spente e non riuscivo più a vedere dove era il ragazzo dai capelli neri.


"Jimin?" provai a chiamarlo ma non ricevetti alcuna risposta, solo il lieve rumore dei suoi passi nel salotto.


Mi alzai, e dopo essermi assicurata di rimanere in equilibrio partì alla ricerca del ragazzo che mi aveva lasciata sola.


Tastai il muro per trovare un appoggio e per assicurarmi di non finire una seconda volta con la faccia per terra.


Dopo un paio di passi le mie mani toccarono qualcosa di più morbido del muro ma comunque più duro di un cuscino.
Provai a salire più su e le mie mani sfiorarono qualcosa di ancora più morbido.


Non appena tirai indietro le mani sorpresa, sentì una presa attorno al mio polso riportarla su quello che avevo appena toccato.


"Erano le mie labbra quelle," una voce conosciuta mi spaventò e grazie alla luce della luna che passò attraverso una finestra riuscì a vedere in parte il suo viso.


"Che ne dici di passare alla seconda fase del contratto?" sussurrò al mio orecchio facendomi venire i brividi, e chiusi gli occhi per un secondo, sentendomi fin troppo stordita.


Senza darmi il tempo di rispondere portò le sue mani sui miei fianchi e premette le sue labbra sulle mie, dando inizio ad un bacio passionale e voglioso.


Non controllai più il mio corpo per via dell'alcool in circolo e avvicinai il mio bacino al suo provocandogli un gemito.


Lo sentii sorridere sulle mie labbra per un'attimo, ma riprese subito a baciarmi inserendo la sua lingua umida e rincorrendo la mia, creando una danza lenta e ancora più passionale.


Si staccò dopo qualche minuto e ne approfittai per riprendere fiato e riaprire i miei occhi.



"Ora mi diverto anch'io."

𝐓𝐎𝐗𝐈𝐂 𝐋𝐈𝐏𝐒 - 𝐏. 𝐉𝐦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora