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La sensazione di aver dormito abbastanza mi permise di aprire abbastanza in fretta gli occhi.
Con un sbadiglio mi misi a pancia in su, e mi stiracchiai il più possibile.

Notai il colore della parete sopra di me di un colore diverso da quello che ero solita osservare in camera mia.

Aggrottai la fronte e mi guardai intorno, esaminando la tappezzeria lussuosa che rendeva la stanza molto più decorata del necessario.

Mi ci volle qualche secondo per riconoscere il luogo in cui avevo passato la notte.

Sgranai gli occhi non appena percepì un respiro caldo sulla mia spalla.
Mi voltai, pronta ad essere accolta da un ragazzo ancora dormiente con il viso a pochi centimetri dal suo.

Mi fermai ad osservare un attimo il volto della creatura dormiente.

Le guance morbide e paffute contornavano le labbra quasi imbronciate che lo facevano sembrare diverso dal solito.
L'aura potente che era solito emanare era svanita, lasciando spazio alla parte che il pubblico non poteva vedere.

Non era più quel Jimin sexy che ti faceva inginocchiare per lui, bensì dolce come pochi potevano provare il lusso di vederlo.

Tranne le sue labbra.
Quelle rimanevano sempre sensuali, provocanti e tossiche.
Qualsiasi ragazza avrebbe fatto di tutto pur di sentirle premute contro le proprio anche per un solo secondo.

«so di essere bello» la sua roca voce mi risvegliò dallo stato di trance in cui ero, permettendo al mio sguardo di concentrarsi sul suo volto intero e non solo sulle labbra.

«ma così mi stai prosciugando» ghignò e subito dopo aprì gli occhi.

Le sue scure pupille incontrarono le mie, e si dilatarono emanando un luccichio che riuscì ad abbagliare la mia anima.

Arrossì e distolsi lo sguardo, concentrandomi sul muro alle sue spalle, trovandolo immediatamente interessante.

Lo sentì ridacchiare e improvvisamente decisi di affrontare il suo sguardo magnetico.

«non ti stavo guardando perché sei bello» risposi, cercando di assumere il tono più credibile che la mia voce potesse avere.

Alzò un sopracciglio senza smettere di ghignare.
«ah no?» replicò, e dalla sua espressione capì che non era per niente convinto.

«e allora per quale motivo?»

«non avevo nient'altro da guardare»

«quindi stai dicendo che non sono bello»

Lo guardai, e questa volta fui quella a corrugare la fronte.
Con questo dove voleva arrivare?

«no» distolsi lo sguardo, mettendomi seduta con la schiena contro la testiera del letto e le braccia incrociate al petto.

Si alzò anche lui, senza appoggiarsi al muro e mi guardò scrollando le spalle.

«da quello che dicevi stanotte, nei tuoi sogni sembravi pensare il contrario»

Lo guardai sgranando gli occhi.
Avevo parlato nel sonno? Cosa avevo detto?
Mi coprì gli occhi, cercando di nascondere l'imbarazzo che stava crescendo.


«stai tranquilla, con me i tuoi segreti sono al sicuro» disse facendomi l'occhiolino.

Mi scoprì il volto e lo fulminai con lo sguardo.

Ridacchiò e si alzo dal letto, togliendosi la maglietta per mettersi una delle sue solite camice stirate.

Alzai lo sguardo nell'esatto momento in cui il suo addome era completamente esposto.

Non reagì alla vista, probabilmente perché ero già interamente rossa per colpa dei suoi commenti.

Qualcuno bussò alla porta, e Jimin rispose quasi subito dirigendosi all'entrata.

Dietro l'apertura, si rivelò una delle numerose cameriere della villa, che si presentò con un inchino al ragazzo davanti a lui.

«Mr. e Mrs. Park vi aspettano per la colazione» ci informò, rivolgendo un piccolo sorriso anche nella mia direzione.

Il moro la ringraziò e chiuse la porta non appena si fu allontanata nel corridoio.
Si diresse verso l'armadio e ne tirò fuori un vestito bianco di modesta eleganza.

Lo posò sul letto e mi guardò, facendomi capire che sarebbe stato il mio vestito per la colazione.

Lo osservai meglio e alzai un sopracciglio.
Un vestito bianco con la marcatura Versace, corto e non troppo aderente per una semplice, o questo era quello che pensavo, colazione.

«mia madre sa essere molto cattiva quando vuole» si giustificò, come se avesse letto la confusione nei miei occhi.

Annuì e tirai un sospiro.
Non ero sicuramente pronta ad incontrare i suoi genitori in modo ravvicinato.

In che guaio mi sono cacciata?

𝐓𝐎𝐗𝐈𝐂 𝐋𝐈𝐏𝐒 - 𝐏. 𝐉𝐦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora