«è stato un piacere averti con noi» la donna si avvicinò a me per salutarmi.Il cielo grigio sopra le nostre teste minacciava la casa e il vento che soffiava non aiutava a nascondere il freddo.
Il padre di Jimin gli strinse la mano con un sorriso stampato in faccia, e potei sentire dai pochi metri di distanza l'augurio per la buona riuscita dei futuri affari.
«spero di poterti rivedere presto per conoscerti meglio» continuò sua madre, e le risposi annuendo, con un sorriso che nascondeva la diffidenza che il ragazzo mi aveva chiesto di mantenere.
Sentì qualcosa afferrarmi la mano sinistra e alzai lo sguardo, incrociando quello seccato del giovane imprenditore al mio fianco.
Con un rapido gesto si sistemò la cravatta che portava mentre vidi il suo pomo d'adamo muoversi mentre deglutiva.
Wow.«adesso andiamo» ripeté serrando la mascella e contemporaneamente stringendo le sue dita attorno alle mie ancora più forte.
Abbassai lo sguardo e emisi un leggero lamento che sembrò sentire dato che allentò di poco la presa.
Sua madre assunse un'espressione seria e alzò capo, come se volesse ricordare al figlio chi aveva più potere sull'altro.
Ci fu quella che mi sembrò una contesa e gara di sguardi, prima di essere trascinata da Jimin verso la macchina senza neanche il tempo di rivolgere più di un sorriso al padre.
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Mi buttai sfinita sul letto e chiusi gli occhi, cercando finalmente di rilassarmi dato che non ero abituata a ricevere tutte quelle attenzioni.
Il mio cellulare iniziò a squillare e sbuffai dopo aver realizzato che avrei dovuto alzarmi per recuperarlo.
Lasciai strisciare i miei piedi contro il parquet e raggiunsi la scrivania, sgranando gli occhi non appena fui abbastanza vicina da poter leggere il nome sul display.
«ciao Yoo-» cercai di iniziare la conversazione con il tono più dolce e innocente che potessi avere, ma la voce furiosa dall'altra parte mi interruppe subito.
«non ci provare nemmeno» sbottò lei, e giurai di poter sentire la tensione attraverso la linea telefonica «è da più di una settimana che non ti fai sentire e non rispondi ai miei messaggi»
«lo so e mi spiace, sono stata-» tentai di sfuggire alla sua ira, ma lei mi bloccò ancora una volta, non sembrando voler accettare delle mie potenziali scuse.
«non ho ancora finito» la sentí inspirare e deglutì mentre aspettavo un'altra sua lamentela «nonostante io sia furiosa con te, ho deciso che ti darò comunque una possibilità di abbracciarmi oggi»
Aggrottai la fronte e premetti ancora di più il cellulare contro il mio orecchio.
«ma di cosa stai parlando?»Ci fu qualche secondo di silenzio mentre sentí i suoi tacchi inconfondibili come sottofondo, probabilmente premendo contro un suolo cementato.
«sono proprio sotto la finestra di camera tua»
Mi fiondai dall'altro lato della stanza e spostai bruscamente le tende, rivelando l'erba verde con una macchia luccicante nel suo centro.
Aprí la finestra e vidi Yoona con le mani incrociate al petto e un sorriso stampato in faccia.
Mi morsi il labbro per contenere le troppe emozioni che volevano uscire e le feci un gesto per indicarle di aspettarmi finché non sarei scesa.Corsi giù per le scale guadagnando occhiate confuse da parte dei miei genitori e spalancai la porta d'ingresso, correndo per buttarmi tra le braccia della mia amica.
Il suo profumo fruttato era tanto forte quanto al solito e tra le sue braccia ricordai tutte le volte in cui mi era mancato sentirmi più bassa di lei.
«non pensare che sia tutto passato» sussurrò ironicamente, mentre si staccò leggermente e mi guardò negli occhi.
«mi devi almeno una cena romantica» socchiuse gli occhi e sospirò, mentre mi misi a ridere.
«anche due se si tratta di te»
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𝐓𝐎𝐗𝐈𝐂 𝐋𝐈𝐏𝐒 - 𝐏. 𝐉𝐦
Fanfiction«sarei disposta a fare di tutto pur di trovare un lavoro» «di tutto?» -- He's your boss. He's a fuckboy. And you're his slut. -ˋˏ✄┈┈┈┈┈┈┈┈┈┈┈┈┈ © all right reserved {Park Jimin/Bangtan Boys}