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Le successive tre settimane erano passate fin troppo velocemente, lasciandomi quasi sorpresa nel leggere il nome del mese in cui stavamo entrando.


Dicembre, con le sue temperature ad una cifra e le numerose festività ricorrenti stava dando inizio al vero freddo, quello da cui alcuni, come i miei genitori, cercavano sempre di scappare e rifugiarsi sulle coste.


Sfortunatamente quest'anno non avrei potuto accompagnare loro e i miei fratelli, poiché Jimin era stato ben chiaro su quanto dovessi rendermi disponibile in qualsiasi momento.


Non avevo obiettato, ma quando me lo aveva ripetuto il mio sangue ribolliva dalla rabbia.


"Bene," mia madre si raddrizzò passandosi una mano sui pantaloni e mi sorrise prima di dare un'occhiata ai bambini già sistemati nella macchina, "abbiamo tutto, siamo pronti per partire."


Annuí e feci un saluto con la mano ai piccoli ribelli nonostante li avessi già salutati prima, tornando con lo sguardo su mia madre prima di abbracciarla calorosamente.


"Mi raccomando stai attenta e non saltare nessun pasto! Lo so che lo fai quando sei tanto impegnata," strinse gli occhi gesticolando in maniera minacciosa mentre ridacchiai alla vista, "spero che Jimin riesca a dedicarti un po' di tempo nonostante il suo lavoro."


Mi irrigidí non appena la sentii tornare a quel discorso.
Aveva insistito pesantemente sostenendo che avrei potuto alloggiare dal mio presunto ragazzo mentre loro erano via.


Ovviamente le avevo detto che era quello che avrei fatto anche se a Jimin non lo avevo mai chiesto.


Annuí fingendo un sorriso e lei lasciò la presa sul mio braccio, voltandosi per entrare finalmente nel veicolo che aveva il motore acceso da almeno una decina di minuti.


Li guardai mentre fecero un'ultimo cenno con la mano prima di sparire all'angolo del viale ad un centinaio di metri di distanza.


Sospirai e mi voltai verso la porta d'ingresso della casa, sfregando le mani sulle braccia a causa del vento freddo che si stava alzando in quel preciso istante.

Entrai velocemente in casa e chiusi la porta alle mie spalle, rabbrividendo non appena percepì il calore del salone contrastante alla temperatura esterna gelida.


Mi guardai intorno per qualche secondo sentendo già la mancanza dei miei fratelli e feci un passo in avanti, bloccandomi non appena sentì il campanello suonare.


Alzai gli occhi al cielo e ridacchiai, immaginandomi i miei genitori tornare indietro come sempre dopo essersi resi conto di aver dimenticato qualcosa.


"Cosa avete dimenticato questa volta—" alzai lo sguardo dopo aver aperto nuovamente la porta e sgranai gli occhi non appena incontrai lo sguardo di un visitatore inaspettato.


"Credo di aver lasciato qui una giovane e splendida ragazza," disse senza scrupoli con un ghigno sulle labbra, mettendo le mani in tasca.


Ignorai l'affermazione del ragazzo davanti a me e corrugai la fronte dopo aver visto la sua macchina priva di autista alle sue spalle.


"Per quale motivo sei qui?" Chiesi incrociando le braccia al petto e tornando con lo sguardo su di lui, mentre imitò la mia posizione con un sorriso divertito.


"Per portarti via con me, non è ovvio?" rispose inclinando leggermente la testa di lato e rendendomi ancora più confusa.

"Via con te? Ma, dove—"
Prima che potessi finire di chiedere spiegazioni mi zittì posizionando un dito davanti alle mie labbra, facendomi alzare un sopracciglio.


"Partiamo oggi stesso, e no, non ho intenzione di dirti dove," scosse il capo rimuovendo il dito e rimettendosi le mani in tasca prima di terminare con le risposte, "però prima di andare devo passare da un'altra parte a recuperare delle cose,"


"Ma non ho fatto nemmeno le valigie," obiettai non appena finì di parlare, gesticolando verso la casa alle mie spalle.


"Non ce n'è bisogno," alzó le spalle mentre rimasi per qualche secondo in silenzio.


Sarebbe stato inutile porre ulteriori domande a Park Jimin, perché ad ogni modo le risposte che avrebbe dato non sarebbero mai state abbastanza soddisfacenti.


Non potevo nemmeno rifiutare di seguirlo poiché oltre a non permettermelo non avrei rispettato le regole imposte dal ragazzo stesso.


"Non credo di avere molta scelta, giusto?" chiesi quasi sospirando ma il ragazzo davanti a me rimase impassibile.


"Ti aspetto in macchina," disse qualche secondo dopo, voltandosi e incamminandosi verso l'auto parcheggiata poco distante dal vialetto di casa.


Sbuffai e tornai dentro casa per recuperare la borsa e le chiavi da inserire nella serratura per chiudere.



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Il posto in cui doveva passare prima di partire era proprio il palazzo della compagnia Park.
Ci ero già stata qualche volta, ma di certo non provavo l'imbarazzo attuale.


Jimin mi aveva lasciata nella macchina da sola dicendomi che avrebbe fatto in fretta, ma dopo tre quarti d'ora di lui ancora non c'era alcuna traccia.


Così avevo deciso di scendere dalla macchina e andare a cercarlo di persona.
Peccato mi fossi dimenticata della relazione di cui tutti erano al corrente.


Perciò mi ritrovavo nella hall dell'immenso palazzo, con una dozzina di occhi puntati addosso e fin troppi sorrisi concentrati su di me.


"Posso aiutarla signorina?" La donna aldilà del bancone principale mi salutò calorosamente con un inchino che per poco non mi lasciò a bocca aperta.


"Sto cercando Jimin, potrebbe dirmi dove posso trovarlo?" chiesi leggermente in imbarazzo, stringendo la borsa tra le mani presa dal nervosismo.


"Attualmente è al sedicesimo piano," mi informò dando un'occhiata veloce al taccuino posato davanti al pc sul bancone in marmo nero.


La ringraziai e mi voltai per raggiungere l'ascensore, ma mi bloccai non appena la sentì pronunciare altre parole.


"Ah, congratulazioni," mi sorrise ancora e alzai un sopracciglio confusa, guardandomi rapidamente attorno per assicurarmi che si stesse effettivamente rivolgendo a me.


La donna sembrò notare la mia confusione e si affrettò a spiegare, "per il fidanzamento intendo,"
Fidanzamento?
"Se il signor Park l'ha scelta come compagna di vita, dev'essere sicuramente una ragazza dalle mille risorse,"


Rimasi immobile e confusa alle sue parole, distogliendo l'attenzione solamente dopo aver sentito il rumore delle porte dell'ascensore aprirsi.


"Siamo pronti per partire."

𝐓𝐎𝐗𝐈𝐂 𝐋𝐈𝐏𝐒 - 𝐏. 𝐉𝐦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora