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Quando Jimin interruppe il breve e casto bacio, gli scatti dei paparazzi erano perfino aumentati, mentre la mia mano veniva intrappolata e stretta a quella del moro.

Dopo qualche secondo necessario per riprendermi dall'azione da lui compiuta, iniziai ad abituarmi alle fotocamere e a sorridere come se tutto questo fosse realtà e parte del mio mondo.

In realtà sia io che Jimin sapevamo benissimo che niente di tutto ciò era vero, e che ne sarebbe nato uno scandalo se qualcuno avesse scoperto della nostra ambigua relazione capo-dipendente.

Ma al momento c'era una cosa, che mi turbava ancora di più delle nostre bugie, per quanto fosse possibile: quella breve dimostrazione di finto affetto per il pubblico non riusciva a svanire dalla mia mente, come se fosse anch'essa una foto impressa li dentro.

Quando notai che gli le luci bianche del flash si erano fatte meno intense, il ragazzo al mio fianco mi stava guardando con un'espressione divertita.

«non ho neanche bisogno di farti una foto personalmente per immortalare la tua faccia» disse guardandosi intorno «mi basterà comprare il giornale di domani» e riposò lo sguardo su di me.

Roteai gli occhi e risi pensando a quanto sarebbe stato imbarazzante vedermi in prima pagina.

D'un tratto si avvicinò pericolosamente, scostando i miei capelli dal lato sinistro del mio collo, per far spazio al suo viso.

«mi sto terribilmente annoiando,» disse in un sussurro, provocandomi brividi lungo tutto il corpo «non vedo l'ora di poter rimanere da solo con te» mi guardó intensamente e lasciò un veloce bacio sulla guancia, prima di lasciarmi in mezzo al salone per andare a parlare con un gruppo di invitati.

Per fortuna erano tutti tornati ad occuparsi delle proprie conversazioni per accorgersi del mio stato confuso ed eccitato allo stesso tempo.
Mi sentivo tremendamente destabilizzata non appena ripensavo al suono della sua voce roca così vicina a me.

Dopo qualche secondo piombarono davanti a me Jihyo e Dahyun, vestite poco meno eleganti di me.
«wow» esclamó entusiasta Jihyo, analizzando il vestito che stavo indossando «stasera sei proprio la regina della festa» disse, facendo ridere anche me e l'altra ragazza.

«preparati a vedere il tuo volto stampato su qualsiasi articolo» aggiunse Dahyun, porgendomi un calice di champagne preso da un cameriere che stava passando in quel momento.

«allora brindiamo alla tua relazione con Park Jimin» disse alzando il suo bicchiere, e provocando un ampio sorriso da parte di Jihyo.

Il tintinnio del brindisi non mi era mai sembrato cosi tanto importante fino ad allora.
Segnava l'inizio di qualcosa di più grande di me?
O la fine dei miei problemi?

Avrei voluto mandare giù tutto d'un sorso come le ragazze stavano facendo, ma mi dovetti trattenere;
Questa serata non doveva trasformarsi in un disastro.



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Erano le undici passate e di Jimin non ce n'era più traccia nelle mie vicinanze.

Lo avevo visto vagare di qua e di là per la stanza, cercando di soddisfare tutti gli invitati e concedendogli qualche parola.

In compenso io, avevo dovuto intrattenere delle donne interessate sulla mia 'relazione' con il re della festa, raccontando cose che avevo dovuto inventarmi al momento.

Era filato tutto liscio poiché del mio benessere familiare o comunque del mio stato non avevamo avuto modo di parlarne, sembravano molto più interessate alla vita sentimentale del grande CEO.

«ti dedica abbastanza tempo cara?» la donna al mio fianco si staccò dalla conversazione che le altre stavano facendo, tenendomi il braccio libero.

Era l'unica signora che ero riuscita a sopportare facilmente, molto gentile rispetto alle altre donne del suo rango e della sua età.
Molto spesso le donne sulla cinquantina sanno essere troppo ficcanaso e con manie di protagonismo, proprio come la signora Choi.

«so bene cosa vuol dire avere al proprio fianco un uomo impegnato nel mondo del business» aggiunse dopo che io ebbi annuito alla sua domanda precedente.

«per ora si prende cura di me nei modi giusti» dissi quasi a denti stretti, «confindo nella costanza di questa situazione» le sorrisi.
Non potevo di certo infangare o lasciare sospetti sulla reputazione del mio presunto ragazzo.

Proprio in quel momento il ragazzo in questione si presentò alle nostre spalle, eseguendo un baciamano alla signora con cui stavo parlando.

«signora Lee» si alzò sorridendole «radiosa come al solito» la complimentó, voltandosi poi verso di me.
«le dispiace se gliela rubo per qualche minuto?» chiese alla donna, al quale lei ovviamente non obiettó.

Mi prese per mano e mi trascinò fuori dal grande salone, portandomi nei corridoi dove il suono della musica già si percepiva ovattato.

«Jimin ma dove-» cercai di domandargli, ma prima che potessi finire la frase aprì una porta e mi fece entrare in quello che era un bagno.

Entrò rapidamente e chiuse la porta a chiave;
Mi spinse contro il muro e iniziò a baciarmi senza dare spiegazioni.

Mugugnai e solo allora si staccò e mi guardo dritto negli occhi, con uno sguardo che non ricordavo di aver mai visto.

«non ce la faccio più» sussurrò alzando per qualche secondo gli occhi al cielo «ti voglio ora» mi fissò negli occhi, lasciando intravedere il loro brillare di desiderio.

𝐓𝐎𝐗𝐈𝐂 𝐋𝐈𝐏𝐒 - 𝐏. 𝐉𝐦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora