16.

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Mentre stavo sparecchiando assieme a mia madre il campanello della porta di casa suonò, attirando l'attenzione di entrambe.


Alzò gli occhi per controllare l'orario e aggrottò la fronte.
"chi potrebbe essere a quest'ora?" chiese per poi farmi gesto di andare ad aprire.


Mi diressi verso la porta e fischiettando la aprì, alzando poi lo sguardo e sgranando gli occhi incrociando quello del ragazzo difronte a me.


Uscì immediatamente di casa, spingendo l'ospite di qualche passo più indietro e chiudendo la porta alle mie spalle.


"cosa ci fai qui?" chiesi sorpresa dalla sua presenza.
Se prima sembrava confuso dal mio comportamento, ora sul suo viso era apparso il suo solito ghigno.


"non mi inviti nemmeno ad entrare?" ignorò la mia domanda, inclinando la testa di lato e sorridendo compiaciuto.
Ma questa volta non mi mossi, rimasi immobile ad aspettare che mi desse delle spiegazioni.


E fortunatamente non tardarono ad arrivare.
"sono venuto qui per dirti che mi dovrai accompagnare domani sera" disse assumendo un'espressione seria, e tenendo il suo sguardo fisso nei miei occhi.


Dovetti distoglierlo per qualche secondo, poiché i suoi occhi penetranti mi mettevano in soggezione.


"ma ci sarà la stampa, inizieranno a pensare e scrivere tutt-" mi bloccò subito, tirando un sospiro mentre infilava le mani nelle tasche.


"non mi interessa di quello che faranno" replicò secco, guardandosi intorno e rimanendo in silenzio per qualche secondo.
"ti sto chiedendo di accompagnarmi e del resto non devi preoccupartene"


Annuì, nonostante fossi poco convinta e in un attimo tutti i ricordi dell'ultima sera riaffiorarono alla mia mente, facendomi arrossire al pensiero.


Nonostante Jimin potesse essersene accorto, fece comunque finta di niente e riprese a spiegare.
"ho già pensato all'abito che dovrai indossare, ti sarà recapitato domani in mattinata" disse con un'espressione indecifrabile sul suo volto.


"dato che c'è un po' di strada da fare, passerò a prenderti per le 18" mi informò per poi abbassare lo sguardo.


Si morse il labbro e alzò nuovamente lo sguardo, fissandolo nei miei occhi mentre si avvicinava pericolosamente al mio viso.


Il mio corpo non sembrava voler reagire quando la mia mente gli ordinava di indietreggiare, e cosi mi trovai a pochi centimetri di distanza dalle sue labbra.


Con un ghigno si spostò sulla mia destra, sfiorando il mio orecchio mentre pronunció le ultime parole prima di andarsene "fatti trovare pronta per la serata a quell'ora".





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"e cosi parteciperai alla festa più In di tutto il Sud Corea!" esclamò Minhyun, attirando l'attenzione di alcuni clienti che sedevano nel bar.


Lo guardai male e si scusò, per poi farci finire a ridere entrambi.
Sospirai, prendendo un sorso dal drink che mi aveva offerto pochi minuti fa il mio amico.


"non so" dissi facendo spallucce "non sono tanto convinta che sia una buona idea andarci" affermai poi, ottenendo uno sguardo curioso da parte sua.


"insomma devo andarci con Jimin, e dopo quello che è successo l'ultima volta che l'ho accompagnato—" iniziai a spiegare ma venni bloccata dal ragazzo difronte a me, appoggiato sul bancone in marmo.


"Fermati un attimo" disse facendo il gesto con la mano e alzando un sopracciglio "non sarai mica innamorata di lui?" chiese, facendomi scuotere il capo più violentemente di quanto volessi.


"e allora di cosa di preoccupi" fece l'occhiolino e sparì dietro ad una porta sentendo chiamare il suo nome.


'Già, di cosa mi preoccupo' pensai, cercando di convincermi che sarebbe andato tutto bene.

𝐓𝐎𝐗𝐈𝐂 𝐋𝐈𝐏𝐒 - 𝐏. 𝐉𝐦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora