35.

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Un forte tuono rimbombò improvvisamente nella stanza, facendomi sobbalzare e aprire di scatto gli occhi.


Fuori dalla finestra pioveva a dirotto, le nuvole grigie che nascondevano la poca luce che permetteva di distinguere il giorno dalla notte.


Che ore erano?
Tentai di alzare il capo per cercare una sveglia che potesse rispondere alla mia domanda, ma mi resi conto di essere trattenuta da qualcosa.


O meglio, qualcuno.
Abbassai lo sguardo sulle braccia circondate attorno alla mia vita e notai la mia gamba posta proprio sulla sua.


Sgranai gli occhi e la rimossi immediatamente, ma sentì subito una presa riposizionarla nel posto in cui stava.


"Jimin," sussurrai il suo nome per cercare di capire se fosse sveglio, ma ottenni solo un mugugno da parte sua in risposta.


Le sue braccia mi strinsero al suo petto ancora di più e continuai a provare ad indietreggiare mentre il ragazzo teneva gli occhi chiusi, ancora dormiente.


Presi una delle sue mani e la spostai, ma lui ne approfittò per portare anch'essa contro il suo petto.


Corrugai la fronte e mi trattenni dal fare un qualsiasi rumore mentre lo vidi trascinarla contro la stoffa della sua maglietta e portarla sempre più in basso.


"Mh," fu l'unica cosa che lo sentì mugugnare ad occhi chiusi prima di raggiungere l'orlo dei suoi pantaloni.


Oh no. Questo non è un buon segno.
Ritirai in fretta la mia mano tenendomela stretta al petto e con gli occhi più sgranati che mai, sentendo le mie guance scaldarsi in fretta.


Dal suo viso rilassato non avrei mai intuito quello che stava succedendo nella sua mente contorta. E il poco a cui avevo appena assistito mi era bastato.



Riuscì sorprendentemente a togliere l'altro braccio che era avvolto a me e mi alzai lentamente dal letto, andando in bagno per sciacquarmi il volto.


Socchiusi la porta e sospirai, avevo appena finito evitato una situazione esageratamente imbarazzante.


Certo, sapevo benissimo che hai ragazzi capitavano questo tipo di sogni, ma le mie esperienze precedenti non includevano me presente nel momento in cui li avevano.
Figuriamoci partecipe fisicamente.


Scossi il capo e aprì il rubinetto, facendo scorrere le prime gocce per qualche secondo e infine bagnandomi la pelle con l'acqua calda, per poi asciugarmi con la stoffa posata sul bancone.


Aprì la porta del bagno e camminai il più silenziosamente possibile di nuovo verso il letto, sdraiandomi ma lasciando più distanza tra me e il ragazzo di quanta ce ne fosse prima.


Nonostante lo stato di penombra della stanza riuscì a vedere chiaramente i lineamenti fini del volto di Jimin.
Li definirei perfettamente discordi con la sua personalità, che era tutt'altro che dolce e soffice.


Però forse era proprio questo l'aspetto intrigante di uno dei milionari del sud corea: la trappola che tendeva la sua bellezza.


𝐓𝐎𝐗𝐈𝐂 𝐋𝐈𝐏𝐒 - 𝐏. 𝐉𝐦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora