26.

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Stavamo camminando lungo il corridoio rosso che sembrava non finire più.

Dire che mi sentivo più agitata in quel momento rispetto a quando avevo dovuto passare gli esami finali scolastici, era un'eufemismo.


Tra me e Jimin vi era almeno un paio di metri di distanza, ma lui non sembrava sentire il silenzio imbarazzante che ci seguiva mentre raggiungevamo la sala da pranzo.


Abbassai lo sguardo e studiai il bracciale d'oro che mi aveva portato una delle cameriere poco prima di dover uscire dalla stanza.
Era fine e sul mio polso appariva ancora più elegante.


«Sohyun» la voce roca di Jimin risuonò tra le mura e attirò subito la mia attenzione, facendomi alzare lo sguardo.


Si era fermato poco prima della fine del corridoio e mi guardava in attesa di un mio movimento.
Lo guardai confusa e rispose estraendo la mano destra dalla tasca.


Mi avvicinai ed eliminai la distanza che ci separava, capendo immediatamente cosa voleva.
Posai il mio palmo contro il suo, e rimasi a fissarla per qualche secondo.


Mi accorsi del gesto imbarazzante e mi morsi il labbro inferiore, arrossendo non appena il mio sguardo incrociò nuovamente il suo.
Sospirò ed entrammo nella sala da pranzo.


Il signor Park e sua moglie erano già seduti attorni al tavolo ricco di prelibatezze, e alzarono entrambi lo sguardo notando la nostra presenza.


Ricevetti due sorrisi, che forse erano diretti soltanto al ragazzo dì fianco a me, e ci avviammo al tavolo, sedendoci l'uno accanto all'altro.


«mi fa piacere che Jimin abbia finalmente portato la sua ragazza ad un evento del genere» iniziò a parlare sua madre, mentre una delle cameriere ci portò ad entrambi un piatto pulito.


Osservai con attenzione mentre venivo servita, e ringraziai silenziosamente mentre presi con la mano destra la forchetta d'argento.
Scommetto che anche il cibo era fatto d'oro.


Annuì e le risposi con un sorriso, non sapendo cosa dire ad una frase così falsa.


«dimmi cara» la donna si pulì la bocca con il tovagliolo e lo riposò delicatamente sul tavolo, guardandomi di nuovo «non ti avevo mai notata agli eventi prima d'ora»


Sentì qualcosa di caldo poggiare sulla mia gamba sinistra e con la coda dell'occhio verificai, trovando la mano del ragazzo seduto affianco a me.


Ingoiai difficilmente il pezzo di macedonia che avevo in bocca, sentendo la sua mano risalire lentamente.


«I-io preferisco non farmi notare» balbettai mentre sentivo il calore irradiarsi nelle guance.


Entrambi i genitori mi guardarono confusi e preoccupati, mentre abbassai la mia mano sinistra per posarla sopra quella di Jimin.


Mi voltai verso di lui e incrociai i suoi occhi scuri e divertiti, mentre la sua lingua passò velocemente sulle sue labbra.
Cercai di rimuovere il suo palmo dalla mia porzione di pelle nuda, ma la sua presa era più forte di quanto potessi immaginare.


«allora speriamo di vederti più spesso d'ora in poi» continuò sua madre, guadagnando di nuovo la mia attenzione.


«so che Jimin è un ragazzo particolarmente difficile e incontrollabile» aggiunse, mentre tutti gli sguardi caddero di nuovo sul ragazzo «ma con il tempo diventa sopportabile»


Ridacchiai alle sue parole e notai lo sguardo corrucciato di Jimin.
Una visione imperdibile, oserei dire.


I suoi occhi tornarono su di me dopo pochi secondi e la sua espressione era tornata seria.
Gli rivolsi un sorriso imbarazzato ma lui non sembrò reagire.


Decisi di voltarmi di nuovo verso il signore e la signora Park e continuai a sorridere.
«Sohyun deve andare un attimo in bagno» la voce maschile al mio fianco spezzò il silenzio, facendomi voltare confusa nella sua direzione.


Nonostante il mio sguardo perplesso, si alzò di fretta dalla sedia e mi prese per il polso, trascinandomi fuori dalla sala mentre mormorava un 'scusateci'.


Mi spinse contro la parete del corridoio e si guardò intorno prima di voltarsi di nuovo verso di me.


«mi spieghi perché lo hai-»
Stavo per lamentarmi quando mi interruppe premendo le sue labbra sulle mie.
Il bacio fu veloce, ma abbastanza profondo da farmi percepire il suo desiderio e rendergli le labbra più rosee del solito.


«non fare la simpatica con lei» disse poco dopo, a pochi centimetri dal mio viso mentre il suo fiato giungeva fresco sulla mia pelle.


«ma-»
Tentai di nuovo di parlare ma ancora una volta mi bloccò prima che potessi dire qualcosa di sensato.


«è una vipera» spiegò, ispirando profondamente e facendo un passo indietro.
Si guardò intorno e si passò una mano tra i capelli, prima di infilarle entrambe nelle tasche.


«non interessarti a lei» scosse il capo, e incrociò di nuovo il mio sguardo.
Era tremendamente serio e mentre si morse il labbro inferiore non potei fare a meno di notarlo.


Dannatamente sexy.


«Se lo fai, poi lei farà lo stesso e ci procurerà problemi, come fa sempre»


Annuì e mi morsi il labbro istintivamente.
Abbassò lo sguardo e fissò le mie labbra per brevi secondi che mi sembrarono interminabili.


«e non morderti il labbro»
Corrugai la fronte e portai tutto il peso del mio corpo su una sola gamba.


Si avvicinò e mi prese per mano, avvicinando lentamente il viso al mio per poi spostarsi lateralmente verso il mio orecchio.


«sei troppo provocante e non sono molto paziente»

𝐓𝐎𝐗𝐈𝐂 𝐋𝐈𝐏𝐒 - 𝐏. 𝐉𝐦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora