𝐓𝐎𝐗𝐈𝐂 𝐋𝐈𝐏𝐒 - 𝐏. 𝐉𝐦

13.

Arrivo davanti al locale dieci minuti in anticipo ed entro, percependo quell'odore nauseante che aveva sentito anche la prima volta che ero venuta.

Proprio mentre attraverso la sala principale, invasa da persone che ballano e flirtano in tutti i sensi, mi sento gli occhi di qualcuno puntati addosso.

Dopo aver deciso di dirigermi verso il bancone per prendere un drink che mi aiuti a superare la serata senza impazzire, chiedo al barista uno dei cocktail con più alcool presente in questo locale.

"cosa ci fa una ragazza splendida come te, con così tanto alcool" una voce al mio fianco mi sorprende, facendomi voltare per guardare meglio chi mi ha rivolto la parola.

Nella stessa posizione in cui ho incontrato Jimin per la prima volta, il ragazzo ha una maglia semi-trasparente, che gli permette di mostrare in parte il suo fisico scolpito.

"sei venuta qui da sola?" chiede con un ghigno, vedendo il mio sguardo particolarmente indirizzato alla sua maglia.
Annuisco ancora diffidente nei confronti del ragazzo appena incontrato.

Abbassando lo sguardo e notando che il mio bicchiere era già vuoto, alza un sopracciglio seguito da un risolino uscito dalle sue labbra, dopo essersi passato una mano tra i capelli.

"la ragazza qua desidera un'altro drink" dice al barista facendomi l'occhiolino, o almeno era quello di cui ero convinta fino a qualche secondo fa.

Prima di essermi resa conto che probabilmente sono già meno sobria rispetto a quando ho messo piede in questo locale.

Il barista porta un'altro bicchiere che porto subito alle mie labbra, sempre più desiderosa di altro liquido da bere;

"c'è troppo casino qua, non trovi?" chiede avvicinandosi al mio orecchio e provocandomi una serie di brividi data la sua voce roca.

Annuisco, ingenua di qualunque potesse essere l'intento del ragazzo davanti a me di cui nemmeno sapevo il nome, e sgrano gli occhi subito dopo aver sentito qualcosa di caldo sulla mia coscia.

La mano del bruno davanti a me era completamente posata sulla mia gamba.

Alzo lo sguardo confusa e divertita allo stesso tempo, e un'altro occhiolino mi sorprende.
Questa volta ero sicura di quello che aveva appena fatto il ragazzo.

"andiamo in un posto più tranquillo, che dici?" chiede poi, prendendomi la mano senza lasciarmi il tempo di rispondere in un qualunque modo.

Non appena inizia a trascinarmi con lui mi guardo intorno e rido inconsciamente non appena raggiungiamo la parte tranquilla, in cui ero andata per la prima volta per incontrare il mio capo.

Il vero motivo per cui ero lì mi era momentaneamente sfuggito, e ricordandomene non sembrava poi così importante.

'C'è tempo tanto' mi venne da pensare, scrollando le spalle 'e poi che vada a farsi fottere Park Jimin, troverà qualcun'altra da usare a suo piacimento'.

Fermandosi davanti ad una porta marrone in legno, mi guarda negli occhi e posa le mani sui miei fianchi prima di posare violentemente le sue labbra contro le mie.

Dopo aver inizialmente sgranato gli occhi, li chiudo e ricambio involontariamente, sentendo le sue maniche già viaggiavano sul mio corpo.

"questa stanza dovrebbe essere libera" dice piegandosi per controllare nella serratura, e poi bussando per esserne certo.

Dopo un paio di seconda senza nessuna risposta, posa la mano sulla maniglia pronto per aprire la porta e tuffarcisi dentro, ma rallentando per assicurarsi di darmi un altro bacio prima.

"Taeyong" una voce lo interrompe, facendolo girare, e notando la sua espressione accigliata, facendo voltare anche me.

"non infrangere ancora il regolamento" il ragazzo lo avverte, con un tono di irritazione nella voce.

Non appena il suo sguardo si sposta su di me, sgrana gli occhi e comincia ad avvicinarsi, togliendo le sue mani dalle tasche.

"che cazzo-" Jimin guarda il ragazzo al mio fianco, di cui ho finalmente scoperto il nome, ancora più arrabbiato di prima.

"ciao Jimin" inclino leggermente il capo, ghignando, senza rendermi effettivamente conto di quello che stavo facendo.