Il giorno dell'esecuzione

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Quando Jacob si svegliò, la branda di fortuna accanto alla sua era vuota. Newt doveva essere già sveglio. La testa gli faceva terribilmente male e si sentiva estremamente stanco e intorpidito: quella notte non aveva dormito affatto bene, non faceva che pensare a Queenie ed era in costante apprensione per lei. Sarebbe riuscita a dormire quella notte? Sarebbe mai stata meglio? Cosa poteva fare per aiutarla? Si alzò silenziosamente, immerso nei suoi pensieri, e misurò la valigia a passi incerti, guardandosi intorno in cerca di Newt.
Quando lo trovò, il Magizoologo stava accompagnando quello che riconobbe immediatamente come Dougal il Demiguise al suo habitat, tenendogli la mano con fare paterno. Aveva la camicia  male abbottonata e i capelli più in disordine del solito.
-Buongiorno, Jacob!- disse, notandolo. Anche lui sembrava piuttosto agitato.
-Buongiorno!- rispose Jacob. Il Magizoologo prese in braccio Dougal e lo ripose con  delicatezza nel suo giaciglio.
-Non hai una bella cera...- osservò Newt avvicinandosi all'amico.
-Già, brutto affare...- confermò il No-mag tristemente. -Vorrei tanto poter fare qualcosa per aiutarla...- Newt annuì e restò in silenzio, come in meditazione.
- Sai Jacob,- disse all'improvviso -Queenie è come una sorella per me, e anche io sono incredibilmente dispiaciuto per lei. Ma sai cosa ti dico? Se qualcuno può aiutarla, quello sei tu. Anche solo rimanendole accanto puoi fare più di quanto credi. É davvero fortunata ad avere qualcuno come te...-
-Dopo quello che è successo non credo che voglia ancora stare con me.- Jacob abbassò lo sguardo, vinto dall'emozione. -Adesso che ricorda quello che le ha fatto quel Jim vorrà prendersi una pausa. Se mi dicesse di non essere pronta ad amare di nuovo qualcuno in quel modo non potrei biasimarla...-
-Jacob, ascoltami. Io non sono mai stato bravo con le relazioni umane...- disse Newt, gli occhi persi nel vuoto. -ma so cosa si prova quando una persona che ami ti spezza il cuore,- si fermò per un attimo ripensando a Leta, poi riprese, a bassa voce: -e so anche che il tempo cura le ferite dell'anima più di ogni altra cosa. Il dolore di Queenie risale a tanto tempo fa, dopotutto. E soprattutto so che tu sei diverso da lui, e anche Queenie lo sa. Lei ti ama più di chiunque altro, e tu ami lei. Ti vuole ancora, fidati di me.- Jacob tirò su col naso e si asciugò gli occhi colmi di lacrime.
-Grazie, amico.- disse. Newt sorrise timidamente e gli diede una pacca sulla spalla.

-Tina, voglio venire anch'io. Non puoi impedirmelo-
-E se dovesse farti qualcosa?-
-Non succederà niente.-
-Sicura che riusciresti a sopportarlo?-
-Voglio vedere con i miei occhi.-
La discussione tra le due sorelle andava ormai avanti da un pezzo. Queenie era decisa ad andare al MACUSA quella mattina per assistere all'esecuzione di Jim, ma Tina era piuttosto riluttante: temeva che sua sorella non sarebbe riuscita a reggerlo.
-D'accordo, se è di questo che hai bisogno...- acconsentì Tina dopo quasi un'ora di inutili lotte, ma non senza una nota di scetticismo nella voce.

Fu in quel momento che Newt e Jacob emersero dalla valigia.
-Buongiorno- li salutò Tina un po' seccata. Loro ricambiarono.
-Jacob, caro, oggi non verrò in pasticceria con te.- annunciò Queenie. Jacob sembrò sorpreso.
-Perché?- chiese.
-Vado al MACUSA con Tina.- rispose lei.
-Non andrai da quel Jim?- realizzò Jacob. Queenie annuì.
-Vado ad assistere alla sua esecuzione- spiegò.
-No, Queenie. Non andarci. Non voglio che ti avvicini ancora a quell'uomo.- Queenie non si aspettava un simile rifiuto da parte di Jacob. Non aveva mai sentito tanta durezza nelle sue parole.
-Devo andarci.- insisté -Voglio che veda i miei occhi mentre muore, voglio che sappia che non ho più bisogno di lui e che non può più farmi del male. Mi ha uccisa una volta, adesso tocca a lui morire.-
-Queenie, questa cosa ti sta sfuggendo di mano. La vendetta non è la soluzione...- tentò di rabbonirla Newt.
-Perché non volete che ci vada?- Queenie alzò il tono di voce. Era arrabbiata. -Buon Lewis, state pensando tutti la stessa cosa! Ma perché credete che non possa sopportarlo? Jim non ha più niente a che fare con la mia vita, quindi vederlo morire non potrà che farmi piacere! Jacob, smettila di essere geloso, come puoi pensare che possa amare ancora quel vermicolo?-
-Queenie...- Jacob si avvicinò a lei. -Io... ho paura. Non voglio che tu ci vada perché ho paura. Ho paura di perderti, ho paura che quell'uomo ti faccia di nuovo del male... tu sai meglio di me di cosa è capace.- il tono di Queenie si addolcì un po'.
-Prometto che non gli permetterò di toccarmi.- sussurrò, accarezzandogli il volto. -E poi sarò con Tina... lei ha avuto a che fare con criminali anche più pericolosi.-
-Farò di tutto per proteggerla.- confermò Tina.
-Non voglio che ti porti via da me...- ammise Jacob.
-Non lo farà. È te che amo, e sarà così per sempre, qualunque cosa accada.- sorrise Queenie. -Presto tutto questo sarà finito e torneremo ad essere felici come prima, vedrai.- gli posò delicatamente un bacio sulla fronte e si allontanò da lui. Prese la mano di Tina e lanciò un ultimo sguardo rassicurante a Jacob, poi le due sorelle si smaterializzarono.

-Non le lasceremo andare da sole, vero?- chiese Jacob, rivolto a Newt.
-Certo che no.-

Non era stato difficile per Tina ottenere il permesso di assistere all'esecuzione di Jim che si sarebbe tenuta quel giorno, essendo stata lei stessa a catturarlo. Le due sorelle ringraziarono la Picquery e si diressero verso le celle.
Il buio corridoio che conduceva alla cella di Jim era deserto e silenzioso, a differenza di quanto Tina si aspettava: non c'era Bernadette, la carnefice, né la sua aiutante, e persino gli Auror che avrebbero dovuto garantire l'ordine e la sicurezza non si vedevano da nessuna parte. Probabilmente erano in anticipo. Tina e Queenie raggiunsero la cella in fondo al corridoio, la più sorvegliata, che era stranamente aperta. Quando entrarono, non c'era il criminale ad aspettarle, ma il corpo morto di un Auror e, disegnato sulla parete con il sangue, un enorme simbolo. I Doni della Morte.
-Buon Lewis...- mormorò Tina, avvicinandosi al corpo. Quando fu abbastanza vicina da scorgere il volto dell'Auror, i suoi occhi si colmarono di terrore.
-Buon Lewis, Grace!- esclamò.
Grace era a posto: era una collega di Tina ed erano spesso in coppia nelle missioni. Non parlavano molto, ma ad entrambe stava più che bene. Vedere il suo corpo senza vita fu terribile per Tina. Queenie si inginocchiò risoluta accanto all'Auror morta, e la esaminò con occhio esperto. Aveva una terribile ferita che le attraversava il braccio. Si voltò a guardare la sorella, ancora scossa.
-É morta da poco.-
-Che intendi per "poco"?-
-Non più di dieci minuti.-
-Questo vuol dire che...-
-L'assassino è ancora qui.-

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