Una serata intensa

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Come vi dicevo, è tornata...

Dal momento in cui tornarono a casa le giornate si susseguirono in un clima di relativa tranquillità: Jim era morto e non rappresentava più una minaccia. Newt aveva finalmente più tempo da dedicare alle sue Creature: passava intere giornate nella sua valigia a studiare chissà-quale strambo animale, ed era felice così. Tina, come al solito, metteva tutto il suo impegno e la sua forza di volontà nel suo lavoro, e ultimamente era riuscita a farsi affidare casi piuttosto interessanti (uno comprendeva anche un misterioso omicidio! Insomma, un OMICIDIO!). Queenie e Jacob non si separarono un attimo, e sembravano tanto felici! La pasticceria era sempre piena e non aveva mai venduto tanto. Andava tutto bene. Fin troppo. La tregua durò fino alla fine dell'anno, c'è tuttavia un episodio che vale la pena raccontare, come voi stessi potrete constatare:

Quella sera Queenie e Jacob erano appena tornati dalla pasticceria, e sedevano al tavolo della cucina dell'appartamento Goldstein semplicemente parlando e godendosi una buona cena: Tina sarebbe tornata tardi da lavoro, aveva una missione quella sera, mentre Newt era rintanato nella sua valigia, dunque erano soli. Tutto suggeriva una sensazione di intimità e affetto, ma anche di calore e ristoro: il caminetto scoppiettava, la radio era accesa, il cibo era delizioso e la conversazione piacevole. Avevano proprio bisogno di una pausa, dopo tutto quello che avevano passato. Quando ebbero finito di mangiare, Jacob fece del suo meglio per aiutare Queenie a sparecchiare, ma lei, potendo usare la magia, non sembrava averne granché bisogno.
-Così non vale!- protestò lui. Facendo fluttuare l'ultimo piatto al suo posto, Queenie ridacchiò. Ripose la bacchetta in tasca e andò a sedersi accanto a lui.
-Caro, ma tu non hai bisogno della magia! Mi piaci esattamente così come sei.- gli ricordò, sorridendo. Jacob provò a ricambiare il sorriso, ma qualcosa lo turbava. E Queenie lo sapeva.
-Jacob...- sussurrò, prendendogli la mano. -ti prego, non devi mai più preoccuparti di lui.-
-È solo che... stavo solo pensando al fatto che magari un tempo sorridevi a lui nello stesso modo in cui adesso sorridi a me... e ho paura di spezzarti il cuore come ha fatto lui...- Queenie scosse la testa e rimase in silenzio, concentrando per un attimo i suoi pensieri sulla voce che cantava alla radio. Il modo in cui le parole della canzone rappresentavano i suoi sentimenti era quasi inquietante:

He and I had something beautiful
But so dysfunctional it couldn't last

-Sapevo che non avresti lasciato andare questa faccenda tanto facilmente. Ma... vedi, ormai lui se n'è andato. Non esiste più. Non può più farci del male. E tu sei diverso, lo so. Tu sei speciale, sei l'unico motivo per cui sono sopravvissuta al suo ricordo, l'unico che può aiutarmi a guarire.-

Near to you, I am healing but it's
taking so long
'Cause though he's gone and you are wonderful, it's hard to move on
I'm better near to you

-Scusami se ti ho ricordato di lui, non era mia intenzione fartici pensare ancora... non ne parleremo mai più, vero?-
-Mai. Ricostruiremo tutto solo io e te, insieme, e ci lasceremo alle spalle Jim per sempre. Presto la Picquery riuscirà a far approvare la legge e non dovremo nemmeno più nasconderci...- Queenie lesse i pensieri di Jacob, arrossì e gli sorrise dolcemente. -Anch'io ti amo tanto, e spero di poterlo dire al più presto come tua moglie...-

  I only know that I am better where you are 

Jacob la abbracciò protettivo, e lei si rifugiò tra quelle braccia accoglienti.

I only know that I belong where you are 

Non avevano motivo di preoccuparsi del passato, quando ad attenderli c'era una splendida vita da trascorrere insieme. Non avevano bisogno di rammaricarsi per qualcosa che non poteva più in nessun modo toccarli.

Nel momento esatto in cui Queenie si sciolse dall'abbraccio, i due sentirono un leggerissimo rumore di passi.
Un attimo dopo, la testa di Newt spuntava timidamente dalla valigia posizionata in un angolo della stanza.
-Ehm... ragazzi...?- esordì Newt, il tono di voce agitato e... cos'era quello, imbarazzo? –Davvero, odio interrompervi, ma... avrei bisogno di un posto dove lasciare questo a riposare.- disse, sollevando un bicchiere dentro il quale si intravedeva un liquido trasparente. Poteva tranquillamente essere scambiato per acqua, se non fosse stato per i riflessi argentei che si intravedevano alla luce.
-Non voglio lasciarlo nella valigia, ho paura che le mie Creature vadano a curiosare. Porrebbe essere molto pericoloso per loro...-
-Ma certo! Vieni pure, puoi lasciarlo qui!- gli disse Queenie gentilmente. Newt posò il bicchiere sul tavolo e tornò nella valigia, sparendo esattamente come era arrivato. Queenie e Jacob si guardarono, sorridendo con affetto per la goffaggine dell'amico, poi ripresero la loro conversazione, che andò avanti per un bel po'. Quando erano insieme, il tempo volava.
Improvvisamente, la porta si aprì. Queenie pensò che Tina fosse tornata dal MACUSA, ma la persona sull'uscio della porta non era sua sorella. 
-Queenie, hai un po' di zucche... santi Numi!- Queenie sbiancò ritrovandosi proprio davanti la signora Esposito, le ciabatte rosa imbottite di pelliccia ai piedi e il fedele gatto color purea andato a male in braccio.
-E tu chi sei?- chiese la signora, puntando il dito in direzione di Jacob con gli occhi spalancati.
-Io...? Be', stavo solo...- balbettò Jacob.
-Voi due venite con me.- tagliò corto la padrona di casa in un tono che non ammetteva repliche. Queenie scarabocchiò qualcosa su un pezzo di carta, poi seguì la signora Esposito trascinando uno Jacob decisamente preoccupato.

Al suo arrivo, Tina fu sorpresa di notare che la casa era vuota. Si aspettava di trovare Queenie ad accoglierla, ma si sbagliava. Fu in quel momento che notò il biglietto sulla tavola. Era stato scritto con una certa fretta, infatti le lettere erano irregolari e c'erano macchie d'inchiostro in più punti. Lo lesse:

"Non preoccuparti per me, sono dalla signora Esposito. Non venire a cercarmi, posso cavarmela da sola.
-Queenie"

Tina alzò gli occhi al cielo: l'ennesima discussione con la signora Esposito avrebbe potuto lasciare entrambe senza una casa, il che era l'ultima cosa di cui avevano bisogno, tuttavia aveva avuto una giornata incredibilmente pesante, e non sentiva di avere davvero la forza per intervenire. Queenie se la sarebbe cavata anche stavolta: sapeva come trattare la padrona di casa.
Tina sentiva il disperato bisogno di mangiare qualcosa e andare a dormire, il giorno dopo sarebbe stato altrettanto complicato: un No-Mag era stato assassinato, e un'intera squadra di Auror stava trovando parecchie difficoltà nel rintracciare il colpevole.
Assorta nei suoi pensieri, Tina prese dei biscotti dalla credenza e li mangiò con un certo appetito (quasi li finì tutti), analizzando mentalmente gli indizi ancora una volta. Non riusciva a capire, e non le piaceva. Alla fine si convinse che la notte le avrebbe portato consiglio. Proprio mentre stava per andare a letto, il caso (o la sfortuna, se preferite) volle che le venisse sete. Un  po' distratta e intontita dal sonno, quando intravide quello che le sembrò un bicchiere d'acqua sul tavolo, lo bevve senza farsi troppi problemi, poi si diresse verso la camera da letto e finalmente si distese. Ma non riuscì mai ad addormentarsi. Sentiva una sensazione sgradevole, come se ganci invisibili le tirassero la pelle, che sembrava sul punto di strapparsi. Il dolore cresceva ogni minuto di più. A un certo punto divenne insopportabile: aveva bisogno di aiuto. Senza nemmeno rifletterci, la vista annebbiata dal dolore, si diresse verso la stanza accanto e bussò sul coperchio della valigia, il che le procurò un dolore ancora più acuto. Ne uscì Newt, che vedendola spalancò gli occhi, un'espressione di terrore impressa sul volto: La pelle di Tina era diventata mortalmente pallida, quasi traslucida, diafana, quasi come quella di un fantasma.
-Tina...- mormorò preoccupato. Non gli ci volle molto per capire che l'aveva bevuta. Si sentì terribilmente in colpa.
-Cosa mi sta succedendo?- chiese lei sconvolta. Ogni traccia di sonno era sparita, lasciando spazio al panico.
-Grazie al Paracelso sei arrivata in tempo... vieni, preparo subito un antidoto. Ci sto ancora lavorando, ma spero che funzioni...- disse con urgenza.
-Newt, cosa mi sta succedendo?- chiese lei. Newt la guardò negli occhi con un'espressione seria.
-Stai per diventare invisibile.-

Tu cerca di non farti investigare (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora