Il messaggio

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I tre si guardarono a lungo. Dai loro occhi spalancati traspariva la stessa domanda: cos'era quel rumore? Queenie si voltò cautamente e osservò la finestra, ma l'oscurità era fitta e non lasciava intravedere cosa avesse provocato il misterioso rumore. Rivolse uno sguardo interrogativo a Newt e a Jacob, ma entrambi scossero la testa preoccupati. Nessuno parlava.
Alla fine fu Jacob a trovare il coraggio di avvicinarsi. Aveva appena appoggiato la mano sul vetro, quando nel buio si percepì un movimento, uno spostamento d'aria, e l'attimo dopo si intravvide un'ombra.
-Attento!- lo mise in guardia Newt, ma Jacob stava già aprendo la finestra.
Queenie si precipitò sotto il tavolo e si coprì gli occhi, preparandosi al peggio, e anche Newt indietreggiò, intimorito.
Un frullo d'ali e un verso lungo e acuto. Jacob ebbe appena il tempo di spostarsi di lato, poi un grosso rapace con le piume della coda di un rosso brillante si fiondò sul tavolo, atterrando goffamente e frenando in scivolata. Nonostante si tenesse in piedi a stento, gonfiò fieramente il petto, dimostrando una certa eleganza. Newt riconobbe immediatamente l'uccello e spalancò gli occhi. Non poteva essere una semplice coincidenza.
-Tina...- sussurrò, attirando su di sé gli sguardi perplessi di Queenie e Jacob. -questa è una poiana codarossa!- spiegò come se non ci fosse cosa più ovvia.
-E quindi?- chiese Jacob, ancora confuso.
-Be', è un rapace molto diffuso in America, dotato di...- Newt iniziò a snocciolare informazioni come se fosse un'enciclopedia parlante,  e non dava l'impressione di volerla fare breve.
Queenie alzò gli occhi al cielo e gli lesse la mente.
-È l'uccello che ha mostrato a Tina mentre lo stava studiando, a Central Park- lo interruppe, andando dritta al punto.
-S-sì, è quello che intendevo...- confermò Newt, imbarazzato.
-Ma perché ci ha mandato un uccello?- si domandò Queenie, guardando la poiana con la fronte aggrottata.
-Be', scopriamolo!- rispose Jacob.
Allungò la mano e cercò di slegare una cordicella legata alla zampa dell'uccello, alla quale era appeso un minuscolo pezzo di pergamena arrotolato che gli altri due non avevano notato. L'uccello, però, non sembrò gradirlo molto, infatti iniziò a stridere e a protestare, così Jacob batté in ritirata.
-Ehi, amico! Sta' buono, mica ti spenno!- disse mentre allontanava la mano.
-È ferito...- osservò Queenie, indicando un grosso squarcio sull'ala dell'animale. -hai qualcosa per questo, Newt?
-Lasciami dare un'occhiata...- disse lui.
Il Magizoologo si avvicinò lentamente e osservò la ferita con fare esperto. Senza dire una parola, appoggiò la valigia a terra davanti ai suoi piedi, la aprì e balzò all'interno.
Quando risalì stringeva tra le mani callose una bottiglietta di Essenza di Dittamo.
-Qualche goccia di questo e tra qualche ora starà bene- dichiarò Newt. Stappò la bottiglietta, che emise un sonoro pop. -Queenie, potresti tenerla ferma? Cerca di fare piano, i suoi artigli nella carne non sono particolarmente piacevoli. Jacob, tu chiudi la finestra, per favore-.
I due obbedirono, cercando di fare del loro meglio perché niente andasse storto. Newt applicò l'Essenza di Dittamo sapientemente dosata sull'ala ferita, sussurrando parole di incoraggiamento all'uccello come se potesse capirlo. Immediatamente la creatura sembrò sentirsi meglio, e permise a Queenie di liberare la sua zampa dalla cordicella. La strega sciolse il nodo con delicatezza, srotolò la pergamena e la stese sul tavolo perché anche Jacob e Newt potessero vederla.

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