Sorelle

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If you need me, wanna see me
You better hurry, I'm leaving soon.
(Billie Eilish, listen before I go)

Nonostante Tina avesse tentato in tutti i modi di rassicurarla, Queenie sapeva bene che il piano che sua sorella aveva in mente era molto rischioso. Se non avesse conosciuto Tina, se non avesse saputo quanto era forte e in gamba, l'avrebbe definita una missione suicida a tutti gli effetti, eppure c'era qualcosa che la spingeva a sperare ancora, a credere ciecamente che Tina avrebbe tenuto fede al suo giuramento: sarebbe tornata da lei, e in tempo per il matrimonio, per giunta. Riponeva in sua sorella una fiducia smisurata, la stessa fiducia che l'aveva spinta a mantenere, sebbene a malincuore, la promessa che le aveva fatto e non parlare a nessuno di quello che aveva scoperto. In più di un'occasione le capitò anche di coprire Tina quando diceva qualcosa di troppo, e la aiutò per tutto il tempo a non tradirsi, anche se il suo cuore era a pezzi. Del resto, che altro poteva fare, se non rassegnarsi e avere fede? Di certo non sarebbe riuscita a dissuaderla, avrebbe solo rischiato di farla innervosire, e quando Tina era nervosa, come il lettore avrà avuto modo di constatare, Tina diventava un vero pericolo per se stessa e per chi le stava intorno, per non parlare del fatto che la rabbia la spingeva a prendere decisioni affrettate, e questo di certo non era un bene, soprattutto considerando l'idea già di per sé assurda che aveva in mente. Queenie era decisa a riavere sua sorella, e aveva compreso che l'unico modo sarebbe stato lasciarla andare. Continuava a ripetersi che ce l'avrebbe fatta, che sarebbe tornata da lei, e per quanto questo non potesse colmare l'enorme senso di vuoto che sentiva dentro di sé, proprio qui, vicino al cuore, almeno attenuava la sua paura di non poter mai più riabbracciare Tina, che era sempre stata al suo fianco, che per molto tempo era stata tutto quello che aveva, la sua unica famiglia.
Credevano di essere inseparabili, ma la vita è imprevedibile e le avrebbe presto divise.

Queenie, però, non aveva nessuna intenzione di lasciarla andare così. Semplicemente non poteva. Se quelli erano davvero gli ultimi giorni che aveva a disposizione con l'amata sorella, allora voleva come minimo trascorrerli al meglio. Per questo motivo, la mattina seguente, Queenie avanzò una piccola richiesta:
-Teen...- cominciò, scegliendo con cura le parole da usare.
-Queenie ti prego, non cercare di convincermi a cambiare idea, è già abbastanza difficile così- la interruppe prontamente Tina, a testa bassa.
Queenie rimase in silenzio per un po', mordicchiandosi nervosamente il labbro. Decise di essere diretta:
-Voglio passare un po' di tempo con te.- era una richiesta semplice e umile, ma per Queenie significava molto. E anche per Tina, che infatti non ebbe la forza di rifiutare. Non rispose, ma le sue labbra si piegarono leggermente in un debole sorriso.
-Aspetta ancora un po' prima di farlo, prendiamoci qualche giorno per divertirci e comportarci come sorelle normali!- propose Queenie tutto d'un fiato, in tono implorante.
-Ma le sorelle normali litigano in continuazione!- le fece notare Tina.
-Be', faremo anche quello. Limitiamoci ad essere felici, per una volta!- insistette la minore.
-Bene, allora prestami il tuo vestito.- disse l'altra di tutta risposta.
-Non se ne parla!- Queenie la guardò con aria offesa.
-Sei la sorella peggiore al mondo!- scherzò Tina, incrociando le braccia e sbuffando.
-No, tu lo sei!- rispose Queenie, battendo con furia il piede a terra e trattenendo a stento una risata.
-Ti odio!- urlò Tina.
-E io ti detesto!- gridò Queenie.
Le due sorelle rimasero a guardarsi con le sopracciglia inarcate in un'espressione di rabbia scherzosa, ma non riuscirono ad evitare di scoppiare a ridere come due bambine. Si alzarono e si abbracciarono, sorridenti nonostante tutto.
-Allora funziona! Possiamo essere quasi normali!- disse Tina, la voce ancora venata di una certa allegria.
-Visto!- rispose Queenie, stringendola più forte. -Prendiamoci un giorno di pausa al lavoro, andiamo a fare una passeggiata!-
-Ci sto!-

E fu così che le sorelle Goldstein trascorsero l'intera giornata insieme, passeggiando senza una meta in particolare, ridendo e parlando di argomenti frivoli. Nemmeno una volta nominarono quello che sarebbe accaduto di lì a pochi giorni, nemmeno ci pensarono: non ne avevano bisogno. Erano davvero felici, tanto che anche sul volto solitamente serio di Tina era disegnata un'espressione di sincera allegria che non accennava a sparire.
Tina era davvero irriconoscibile, in effetti. Tanto per fare un esempio, mentre passeggiava a braccetto con Queenie, improvvisamente la strega sfoderò la sua bacchetta e, usando il pesante cappotto per nasconderla, la puntò contro un No-Mag di passaggio. Un preciso movimento del polso e il malcapitato iniziò a ridere incontrollabilmente. Tina ripose la bacchetta nella tasca del cappotto ruotandola con un elaborato movimento e guardò con una leggerezza  che si addiceva ben poco alla sua indole seria e inflessibile il povero No-Mag, che faticava a respirare, piegato in due dalle risate. Queenie era senza parole.
-Teenie, in nome di Deliverance Dane, sto sognando o hai appena usato la magia per... uno scherzo?- disse, a dir poco scioccata dal cambiamento repentino della sorella.
Tina si strinse nelle spalle, ma dal suo mezzo sorriso traspariva una certa soddisfazione divertita. Queenie scoppiò a ridere.
-Porpentina Goldstein che lancia un incantesimo di solletico...- scosse il capo incredula. -e chi avrebbe mai immaginato che tu potessi anche solo conoscerlo!
-Non hai nemmeno idea di quanto sia vasto il mio repertorio di incantesimi che potrebbero essere usati per fare scherzi- disse Tina con fierezza, e tra i suoi passi spiccò un saltello giocoso.
-Mi piace questa nuova Tina- commentò Queenie. -a questo punto non mi stupirei affatto se mi chiedessi di andare a fare compere in quel negozietto tanto carino...-
-Non se ne parla.- la interruppe immediatamente Tina, tornando in sé.
-Ora ti riconosco!- affermò la più piccola.

Quando le ragazze furono infine stanche e affaticate, i piedi doloranti per aver camminato tutto il giorno, entrarono in un grazioso caffè. Non era molto grande, ma era luminoso e accogliente. I bassi tavolini rotondi erano circondati da morbidi divanetti sulle tonalità del giallo e del rosso. Le note di un pianoforte riempivano l'aria, creando un'atmosfera serena e rilassante.
Le due sorelle si lasciarono sprofondare sulle comode poltroncine posizionate davanti a un caminetto, il cui fuoco scoppiettava allegramente e dava sollievo dal gelo dell'inverno.

Tina e Queenie parlarono per ore ed ore davanti a una deliziosa fetta di torta e a una fumante tazza di cioccolata calda, finalmente felici e, per la prima volta dopo tanto tempo, totalmente spensierate.

Tu cerca di non farti investigare (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora