(Il titolo è in inglese perché la traduzione in italiano non rendeva bene l'idea...)
Erano proprio sul punto di uscire per andare a prendere Jacob, quando si sentì un rumore proveniente dalla finestra chiusa. Un allocco marrone scuro, quasi nero, urtava ostinatamente contro il vetro. Nello stesso istante, il camino si accese e tra le fiamme apparvero due volti ben noti. Mentre Queenie apriva la finestra per far entrare il gufo (insieme a una ventata di aria fredda), gli altri due si fiondarono in direzione del camino.
-Ciao, mamma! Ciao, papà!- Newt e Tina non avevano mai visto Credence così allegro. In quel momento sembrava davvero felice.
-Non abbiamo molto tempo, lo spettacolo di Natale sta per cominciare...- anche Martha sembrava più rilassata. Appariva ancora seria e affidabile, come è giusto che il proprietario di un circo appaia, ma aveva perso quell'espressione costantemente preoccupata e sofferente. Sembrava quasi più giovane.
-Ragazzi! Come vanno gli affari?- chiese Tina.
-Alla grande!- rispose Martha.
-Volevamo farvi gli auguri di buon Natale e ringraziarvi ancora per tutto quello che avete fatto per noi.- spiegò Credence.
-Auguri anche a voi! Siamo davvero felici che stiate finalmente bene. Ve lo meritate.- disse Newt sorridendo timidamente.
Si sentì una voce in lontananza chiamare Martha, gridando qualcosa sulle paillettes di un costume di scena.
-Arrivo!- urlò Martha di rimando. -Dobbiamo andare...- disse poi, rivolta a Tina e Newt.
-Buon Natale!- dissero in coro lei e Credence, poi sparirono e il camino tornò a spegnersi.Queenie, nel frattempo, aveva preso la lettera legata alla zampa dell'allocco.
-Che carini!- commentò leggendola. -Adesso Amélie e Sebastian stanno insieme!-
-Fammi vedere!- Tina prese la lettera e la lesse, ma aggrottò la fronte.
-Come fai a dirlo?- chiese. -Non c'è scritto niente a riguardo!-
-Sul serio non l'hai notato? È evidente! Insomma, guarda come scrivono l'uno dell'altra!-
-Non potrebbero essere semplicemente... non so, amici stretti?-
-No, ti prego, NO! Ne ho abbastanza di amori platonici, tu e Newt bastate e avanzate! E comunque solo voi due siete tanto socialmente impacciati da usare l'attenuante degli "amici stretti"...- Tina non rispose, ormai abituata a quelle provocazioni, ma riuscì quasi a sentire il cuore di Newt battere più velocemente. Cadde un silenzio imbarazzato. Queenie trattenne a fatica una risata.
Fu Tina a rompere il silenzio.
-Comunque...- disse esitante. -Amélie e Sebastian ci fanno gli auguri di buon Natale. Adesso andiamo: Jacob ci sta aspettando...-❄️❄️❄️
-Andiamo, non è così difficile!-
-Per te è facile: sembra che tu ci sia nata su quei pattini!- Newt era esasperato: era circa la quinta volta che Tina lo aiutava a rialzarsi, il suo fondoschiena era dolorante e non avrebbe resistito ancora per molto. Non aveva mai provato a pattinare sul ghiaccio, e annotò mentalmente di non rifarlo, se teneva alle sue ossa.
Jacob se la cavava un po' meglio di Newt: spesso la nonna lo portava a pattinare, da bambino, e aveva imparato anche piuttosto bene, ma quasi tutte le nozioni apprese erano svanite a causa della mancanza di pratica.
Le sorelle Goldstein, dal canto loro, pattinavano come se le lame che graffiavano il ghiaccio fossero prolungamenti naturali dei loro piedi. Erano entrambe incredibili, eccezionali. I loro stili erano completamente diversi: Queenie era la più aggraziata. Piroettava al centro della pista leggera come un Fwooper, esibendosi in complicati salti. Sembrava quasi non avere peso. Mentre pattinava, canticchiava quella canzone natalizia che aveva sentito mentre andava a fare shopping qualche giorno prima:
Snowflakes in the air
Carols everywhere
Olden times and ancient rhymes
Of love and dreams to shareTina, invece, era molto più veloce. In pochi avrebbero potuto sperare di sfidarla e uscirne vincitori. Non perdeva velocità neppure in prossimità delle curve, tanto che si sarebbe detta sul punto di cadere ogni volta, ma non perdeva mai l'equilibrio, il cappotto che le svolazzava alle spalle.
-Sai, Queenie...- disse Jacob -il pattinaggio mi ricorda molto quella volta in cui proprio qui ho rischiato la vita scappando da quella specie di rinoceronte...- Queenie ridacchiò.
-Gli Erumpent non sono così pericolosi, se non vengono provocati!- protestò Newt, cercando di avvicinarsi a loro strisciando sulle ginocchia, incapace di alzarsi. -Certo, era un periodo particolare, ma era tutto perfettamente sotto controllo!-
Tina, che intanto aveva raggiunto gli altri, fulminò Newt con uno sguardo.
-Newt, non ora...- lo rimproverò -tutti questi No-Mag potrebbero ricordare!- spiegò poi, abbassando la voce. Newt annuì, e l'argomento "creature" fu messo da parte.-Non vuoi... non so, provare ad alzarti?- chiese Jacob rivolto a Newt.
-Sarebbe inutile. Cadrei di nuovo!-
-Sciocchezze!- Tina gli offrì la sua mano e lo tirò su. Appena fu in posizione eretta, però, i suoi piedi iniziarono a scivolare senza controllo, come impazziti.
-Va tutto bene! Calmati.- Tina prese il braccio di Newt e lo tenne stretto in modo che non cadesse.
-Bene, adesso proviamo a camminare, un passo alla volta.- disse. -Forza! Uno... due... niente male! No, non così! Attenzioneee!- Newt era scivolato, e aveva trascinato Tina con sé. Lei rise, pulendosi il cappotto, e dopo un attimo fu in piedi.
-Ci possiamo lavorare. Vieni, riproviamo!- Newt la guardò chiedendosi cosa avesse fatto di male per meritare tutto ciò. Tina capì il suo sconforto e lo trascinò in un angolo appartato. Si sedette accanto a lui su un cumulo di neve.
-So che può sembrare difficile.- iniziò. -Ma ti sei arreso. Lo so che non ti stai impegnando, e questo non va bene.-
-Tina, il pattinaggio non fa per me. Non sarò mai bravo come te.
-Vedi... mio padre diceva sempre che non è bravo chi non cade mai. È bravo chi cade e poi sa rialzarsi.- Newt si fermò per un po' a riflettere su quelle parole.
-Voglio provarci ancora.- annunciò infine. -Non andare via, però!-
Tina si alzò prendendogli la mano.
-Tranquillo, sono qui. Ti prendo io.-Un boato improvviso. Non era ben chiaro da dove provenisse, ma di certo non annunciava niente di buono. Nuvole minacciose oscurarono il cielo. Improvvisamente il tempo sembrò fermarsi: nessuno aveva il coraggio di muoversi, nessuno aveva il coraggio di parlare. Il secondo boato fu ancora più fragoroso. Sembrava più vicino, sembrava provenire da sotto la superficie del ghiaccio stesso.
Improvvisamente tutto tremò. Il terreno sussultò violentemente, e un albero nelle vicinanze cadde. Tutti corsero a cercare riparo, mentre un terzo boato assordante faceva vibrare l'aria circostante. Quella leggerissima vibrazione era inconfondibile. Magia.
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Tu cerca di non farti investigare (completa)
FanfictionSequel di "Ce n'è solo uno come te" Le avventure degli ultimi mesi hanno segnato profondamente i nostri protagonisti, e la tranquillità della vita di tutti i giorni ormai sembra irreale, aliena. Ma può davvero una vita essere considerata "tranquilla...