-Insetticida...- Queenie non riusciva a capire il motivo per cui aveva pronunciato quella parola, l'aveva detto senza nemmeno pensarci. Poi però notò un leggerissimo tremolio nell'aria, quasi impercettibile, e tutto le fu chiaro. I suoi occhi si ridussero a due fessure mentre scrutava con sospetto ogni angolo della stanza.
Nello stesso istante, Newt stese le pieghe del foglio per leggerne il contenuto. Sbiancò, e Queenie, che era prontamente entrata nella sua mente, spalancò gli occhi, scioccata. La scrittura era chiara e lineare, non c'era possibilità di equivoco. C'era scritto "Per il Bene Superiore". E accanto era stato disegnato il simbolo dei Doni della Morte. Newt lasciò cadere il foglio e fece un balzo all'indietro. Aveva sentito una forza Oscura, una specie di scarica elettrica pervaderlo nel momento in cui aveva letto il contenuto di quel foglio accartocciato.
-Non muoverti!- gli ordinò Queenie, che se ne stava immobile come una statua. I suoi occhi chiari riflettevano tutta la sua paura.
-Cosa...?- Newt cercò di chiedere spiegazioni, ma fu interrotto dal rumore della porta che si apriva. Non si girò a controllare chi fosse, ma Queenie, che era di fronte alla porta, vide Jacob entrare.
-Queenie! Ero venuto a cercar... oh, Gesù!- anche lui si bloccò immediatamente quando vide il biglietto. Ricordava bene quel simbolo, anche se ne aveva dimenticato il nome.
-Fermi. FERMI! Non muovetevi!- gridò Queenie, sempre più nervosa. -Per nessuna ragione!
-Cosa? Cosa succede?- chiese Jacob, che era rimasto bloccato con una mano a mezz'aria.
-Conosco questo incantesimo,- spiegò Queenie in tono serio, -ne usiamo una versione ridotta come insetticida. Percepisce il movimento, al minimo spostamento sprigiona un veleno...
-Che tipo di veleno?- la interruppe Newt, che già ripassava nella sua mente tutti gli antidoti che conosceva.
-Non ne ho idea- ammise Queenie.
I tre si scambiarono degli sguardi carichi di angoscia, sperando che a qualcuno venisse un'idea per fuggire da quella situazione, ma nessuno sapeva cosa fare. Improvvisamente a Newt venne in mente una cosa che non gli piacque affatto.
-No!- gemette. -La valigia... le mie Creature... non posso lasciarle qui!
-Onestamente, Newt...- intervenne Jacob. -penso che dovremmo già ritenerci fortunati se riusciremo a salvare la nostra, di vita
-Ma... quelle povere bestiole indifese!- ribatté Newt, quasi piangendo. -Chi le curerà? Chi le nutrirà? Chi le rallegrerà quando saranno tristi? Senza di me moriranno!
-Torneremo a prenderle quando l'effetto di questo maledetto veleno sarà finito, te lo prometto- lo tranquillizzò Queenie. -adesso però cerchiamo di uscire da qui dentro
-Sì, avete ragione- il Magizoologo si ricompose e cercò di non farsi prendere di nuovo dal panico. -ho un Bezoar in tasca
-Non. Un. Movimento!- gli ricordò Queenie, terrorizzata dall'idea che potesse provare a prenderlo.
-Potremmo uscire dalla finestra- propose Jacob.
-È chiusa, la chiave è sul tavolo!- improvvisamente Queenie si rese conto del vero motivo per cui Audrey aveva chiesto a lei e a Newt di chiudere la finestra. Non era per paura. Era per lasciarli lì a morire, intrappolati e senza alcuna via di fuga. La strega si maledisse mentalmente per essersi fidata di lei, si sentiva una stupida.
-Pickett può aprire la serratura- disse Newt. -Io sono il più vicino. Voi non respirate per nessuna ragione, noi apriamo la finestra e poi usciamo tutti da lì
-Dobbiamo... saltare?- realizzò Queenie, mentre sul suo volto andava disegnandosi un'espressione terrorizzata.
-Andrà tutto bene, tesoro- la rassicurò Jacob, reprimendo l'impulso di correre ad abbracciarla.
-Sì, utilizzeremo l'Arresto Momentum- aggiunse Newt.
Queenie sembrava ancora un po' riluttante, ma l'alternativa di rimanere lì immobile per chissà quanto tempo non la attraeva affatto, così raccolse tutto il suo coraggio e annuì.
-Al tre- disse.
-Uno- iniziò a contare Jacob.
-Due- continuò Queenie.
Newt stava per aprire la bocca, ma il suo "tre" non arrivò mai. All'ultimo momento vide un'immagine orribile disegnarsi davanti ai suoi occhi: le sue amate Creature affamate, sofferenti, agonizzanti. Quel pensiero era insopportabile, ma non riuscì a scacciarlo. Sentì la sua mente offuscarsi poco a poco, occupata da quell'orribile immagine, finché non fu più capace di ragionare lucidamente. Agì seguendo solo il suo istinto e l'amore che provava per le sue Creature, ignorando tutto il resto. Prese un respiro profondo e corse verso la finestra senza alcun preavviso. Lasciò andare Pickett, che saltò fuori dal suo taschino e infilò le lunghe dita nella serratura, poi tornò indietro e schizzò verso la sua valigia, senza ascoltare le grida di Queenie e Jacob che cercavano di fermarlo. La strega cercò di immobilizzarlo con un incantesimo, ma lo mancò. Ormai era troppo tardi. Newt si era mosso, il veleno era stato sprigionato e aveva già riempito la stanza. I tre iniziarono a tossire incontrollabilmente, cercando di espellere il gas che avvelenava i loro polmoni.
Tutto intorno a Newt iniziò a ruotare, i rumori erano ovattati e la sua vista era sfocata, ma lui non si arrese. Doveva salvarle. Si tappò il naso per non respirare quell'aria avvelenata e allungò l'altra mano. Nel momento in cui strinse le dita intorno al manico della valigia, sentì qualcuno afferrarlo per il cappotto e trascinarlo verso la finestra. I suoi occhi iniziarono a bruciare e lacrimare per effetto del veleno, ancora qualche secondo e sarebbe morto. Il suo corpo si muoveva da solo attraverso la stanza, i suoi polmoni bruciavano in cerca di aria e il suo cuore batteva così forte che sembrava volesse schizzargli via dal petto. Prima che potesse accorgersene si ritrovò a scavalcare il cornicione, e l'attimo dopo il vento gli fischiava nelle orecchie, la strada si avvicinava sempre più velocemente, troppo velocemente, era già troppo tardi per prendere la bacchetta e recitare la formula... stavano per schiantarsi al suolo, di certo non sarebbero sopravvissuti ed era tutta colpa sua. Chiuse gli occhi e si preparò all'impatto, ma all'ultimo momento sentì Queenie gridare la formula dell'incantesimo, e gli sembrò il suono più bello del mondo. Per qualche secondo i tre rimasero sospesi nel vuoto, a pochissimi centimetri dalla strada, poi atterrarono, ammaccati e doloranti ma vivi.
-Cosa ti è venuto in mente?- urlò Queenie appena si fu rialzata, guardando Newt con le braccia incrociate. La sua voce era roca a causa del veleno respirato, ma suonava comunque arrabbiata e piuttosto minacciosa.
Newt abbassò lo sguardo e non rispose. Era stato uno stupido, aveva messo in grave pericolo se stesso e soprattutto i suoi amici. Per fortuna non avevano respirato una quantità di veleno sufficiente ad ucciderli, o almeno così sperava.
Jacob era atterrato poco più avanti, quasi alla fine del marciapiede, e giaceva a terra privo di sensi. Preoccupata, Queenie allungò una mano a Newt e lo aiutò ad alzarsi, come se avesse improvvisamente dimenticato di essere arrabbiata con lui, e i due corsero in soccorso del povero No-Mag. Newt si accovacciò vicino a lui e osservò il suo colorito giallognolo le sue labbra violacee, cercando di valutare la sua situazione. Non respirava. Queenie lottava tra mille emozioni che le ribollivano dentro e sembrava sull'orlo di una crisi di nervi.
-È un Babbano, il suo corpo ha reagito diversamente al veleno...- disse Newt con tono abbastanza tranquillo, e senza perdere tempo prese il Bezoar da una delle tasche del suo cappotto e lo porse a Queenie.
Lei lo prese con una mano tramante e spalancò con delicatezza la bocca di Jacob. Gli ficcò il Bezoar in gola e poi gli accarezzò una guancia, sperando che si svegliasse.
Improvvisamente lui fu scosso da un violento sussulto e iniziò a respirare, anche se a fatica. Aprì gli occhi e cercò di mettere a fuoco l'ambiente circostante, confuso e frastornato. Sorrise vedendo Queenie china su di lui e anche lei sembrò calmarsi.
-Va tutto bene, caro- lo rassicurò. -Ce l'abbiamo fatta!-
STAI LEGGENDO
Tu cerca di non farti investigare (completa)
ФанфикSequel di "Ce n'è solo uno come te" Le avventure degli ultimi mesi hanno segnato profondamente i nostri protagonisti, e la tranquillità della vita di tutti i giorni ormai sembra irreale, aliena. Ma può davvero una vita essere considerata "tranquilla...