Uno scandalo al MACUSA (parte 4)

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Seen so much, you could get the blues
But that don't mean that you should abuse it
(Lana del Rey, Love)

All'appartamento Goldstein erano tutti in pensiero per Tina. C'erano state varie speculazioni sul possibile significato delle parole del Patronus, ma nessuna delle teorie si avvicinava molto a ciò che era effettivamente accaduto. Nessuno avrebbe mai potuto immaginarlo. Fu per questo che, quando Tina arrivò, troppo debole per proteggere la sua mente, Queenie spalancò gli occhi: non poteva crederci.
Il passo di Tina era furioso, la sua espressione aggressiva nascondeva un grande dolore. Non degnò nessuno dei presenti di una spiegazione, né di un semplice sguardo. Semplicemente entrò in camera da letto e si sbatté con violenza la porta alle spalle.
-Buon Lewis...- commentò Queenie inorridita, portandosi le mani al volto. Dalla stanza accanto provenivano rumori assordanti intervallati da urla, che poi si trasformarono in singhiozzi disperati. Tina pianse a lungo, e i suoi amici non poterono far altro che ascoltarla in silenzio.
Di colpo, i singhiozzi di Tina si placarono. Per svariati minuti non si sentì più il minimo rumore. Tutti erano in apprensione per lei, e trattennero il fiato. Il pianto non riprese. Tina era riuscita a calmarsi? C'era un solo modo per scoprirlo.

Newt entrò nella camera da letto molto lentamente, come se si stesse avvicinando a una Creatura pericolosa. Tina era ancora lì, sul letto, la testa tra le mani, ancora scossa da singhiozzi silenziosi. Mucchi di libri erano sparsi sul pavimento, a brandelli. Tina aveva distrutto fino all'ultima pagina tutti i libri che potessero ricordarle anche lontanamente la sua carriera al MACUSA, dunque la maggior parte. Solo due libri erano ancora intatti nella libreria: "Animali Fantastici e dove trovarli" e "il Quidditch attraverso i secoli".  Entrambi regali di Newt. Nonostante la sua furia, non era riuscita a distruggerli.
Il Magizoologo si avvicinò con cautela a Tina e le si sedette accanto. Le cinse le spalle tremanti con un braccio e non disse niente. Lasciò semplicemente che lei si sfogasse. Non le disse di non piangere, o di calmarsi: non intendeva forzarla in alcun modo. Le scostò le ciocche di capelli scuri che le ricadevano sul volto sistemandole dietro le orecchie, e pianse con lei. Non c'era un motivo preciso, ma le lacrime iniziarono a colare anche dai suoi occhi prima che lui potesse fermarle.
Come Newt aveva previsto, dopo aver pianto tutte le sue lacrime Tina si asciugò gli occhi e raddrizzò la schiena, tirando su col naso.
-Scusa. Sto bene.- Tina era una persona incredibile: cercava di nascondere a tutti i costi i suoi momenti di debolezza, anche quando erano evidenti. Non voleva che gli altri la considerassero "debole", e odiava gli sguardi di compassione.
Newt ritirò il braccio lievemente imbarazzato, ma stavolta fu piuttosto bravo a non darlo a vedere, parola mia.
Tina raccontò ogni minimo dettaglio dell'accaduto di sua spontanea volontà, e man mano che si liberava da quella verità che tanto la spaventava si sentiva un po' meglio, finché quel fardello non sembrò più poi tanto gravoso, dopotutto. Newt ascoltò senza commentare, e rimase in silenzio anche quando il racconto terminò.
-Non era questo che voleva.- mormorò poi. Tina lo guardò con gli occhi ancora lucidi. -La Picquery.- si spiegò Newt, rimettendo in ordine tutti i libri con la sua bacchetta. -Lei si fidava di te, e so che la sua fiducia era ben riposta. Devi prendere le redini della situazione, e ci riuscirai di certo: sei sempre stata un'ottima leader. Non lasciarti abbattere, ce la farai.-
Tina annuì. Non sapeva bene cosa dire.
-Io sarò con te in ogni momento, quando ne avrai bisogno. Farò di tutto per aiutarti, te lo prometto! Insieme affronteremo anche quest'avventura, e vedrai che ce la faremo!- mentre parlava la sua mano era accidentalmente scivolata su quella di Tina, e accidentalmente lei non aveva fatto nulla per fermarlo.
-Sì, forse hai ragione...- ammise lei, ma la sua espressione era ancora grave e la voce le tremava ancora leggermente.
-Andiamo, fammi un sorriso!- la incoraggiò Newt
-Come faccio a sorridere in questo momento?- rispose lei, incrociando le braccia e sollevando gli occhi al cielo.
-Non mi va di vederti triste. Vedrai che se proverai a sorridere andrà molto meglio.- insistette Newt -Andiamo, fallo per me!-
-Sei un idiota- lo rimproverò Tina, ma si lasciò sfuggire un sorriso sincero. -Un adorabile idiota-

Tu cerca di non farti investigare (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora