-Newt, cosa significa che sto per diventare invisibile?- Newt non rispose. Continuò a trafficare con le sue boccette e le sue strane erbe.
-Newt!- insistette Tina. Newt si fermò, ma non si girò. Non aveva il coraggio di guardarla negli occhi.
-Scusami, è tutta colpa mia...- ammise. –Quella che hai bevuto era una pozione. La stavo preparando per Dougal, per impedirgli di sparire quando devo spazzolargli il pelo. Ma tu non hai la capacità di diventare invisibile come lui, quindi potrebbe avere... ehm... l'effetto contrario.-
-Ma... per quanto tempo?-
-Dipende da quanta se ne assume. Nel tuo caso sarebbe una settimana al massimo, se non fosse che...-
-Cosa?-
-Be', è il problema della pozione che stavo cercando di risolvere. L'effetto è permanente. Ho scoperto che lasciandola a riposare si può controllare la durata dell'effetto tramite le dosi, ma visto che non l'ha fatto...- la voce gli tremava, ma le sue mani esperte erano ferme e decise. –Ma non devi aver paura, troverò il modo. Promesso.- Tina non aveva paura, era terrorizzata. Ma si fidava di Newt. Del resto, aveva scelta? Rimase in silenzio finché non sentì una nuova fitta di dolore. Con un gemito notò che la sua mano era sparita. La sentiva ancora, riusciva persino a muoverla e a toccarla con l'altra mano, ma non poteva più vederla. Guardò Newt più preoccupata che mai, ma lui non perse la calma.
-Dougal?- chiamò –puoi venire dalla mamma, per favore?- il Demiguise non si fece attendere. Raggiunse il capanno trotterellando, e fissò Newt con i suoi grandi occhi.
-Bravo ragazzo.- si complimentò accarezzandolo. –adesso fermo così, per favore. Sarà finita in un lampo, d'accordo? È per aiutare Tina.- il Magizoologo prese un grosso paio di forbici e tagliò una ciocca dal folto pelo del Demiguise. Lasciò cadere i peli che sembravano fatti di argento puro nella pozione, che assunse un colorito grigiastro. Versò il liquido in un bicchiere e lo porse a Tina. Si inginocchiò accanto a lei e le prese la mano che ormai non poteva più vedere. La strinse forte, come per infonderle sicurezza, una sicurezza che nemmeno lui aveva. La povera Tina tremava: cosa avrebbe fatto se non avesse funzionato? A un cenno di Newt lei bevve il contenuto del bicchiere in un unico sorso. Il dolore si alleviò, ma non accadde nulla. Per quella che parve un'eternità rimasero lì in un silenzio assoluto ad aspettare un qualsiasi effetto della pozione, la speranza che si affievoliva ogni secondo che passava. Ormai convinta di essere spacciata, Tina si lasciò andare a un pianto silenzioso sulla spalla di Newt.
-Perdonami...- mormorò lui con la voce spezzata, senza mai lasciarle la mano.
-Non è colpa tua...- rispose lei. Era talmente disperata da non essersi nemmeno accorta che il suo incarnato stava riacquistando colore e la sua mano stava diventando via via più vivida. Fu Newt a notarlo.
-Tina...- richiamò la sua attenzione sulla sua mano che era ormai riapparsa del tutto. –è finita... ha funzionato!- la tranquillizzò. Entrambi sorrisero, sollevati. Newt guardò Tina negli occhi e allungò una mano per asciugare con delicatezza una lacrima che ancora le rigava la guancia.
-Sei carina quando piangi, lo sai?- si sorprese di se stesso: non era mai stato bravo con quel genere di cose.
-E quando non piango non sono carina?- Tina sorrise e si portò la mano al punto in cui Newt le aveva sfiorato la guancia, quasi senza accorgersene.
-Tu sei sempre carina.- affermò Newt, arrossendo.
-Ora va meglio.- scherzò Tina, ma era arrossita anche lei.
Si sorrisero timidamente a vicenda e poi, come se tutt'a un tratto avessero iniziato a trovare il pavimento particolarmente interessante, abbassarono contemporaneamente lo sguardo. Nessuno dei due sapeva cosa dire.
-Allora... com'è andata oggi? Siete riusciti a risolvere quel caso?- chiese Newt dopo attimi di silenzio che parvero interminabili.
-Un disastro. Non riusciamo a capire in nessun modo chi abbia ucciso quel No-Mag... non sappiamo più cosa fare.- spiegò Tina. -È stato trovato nei pressi della casa di una famiglia di maghi, e c'era uno strano odore di bruciato...-
-Un odore di bruciato hai detto?- Newt si fece attento.
-Sì. Il corpo presenta varie ustioni, forse c'è stato un incendio, ma... chi potrebbe averlo provocato? Non c'erano tracce del passaggio di esseri umani...-
-Chi dice che dev'essere stato per forza un essere umano?-
-Vuoi dire che...-
-Un animale. E penso di sapere anche quale...-
-Continua...- Tina guardò Newt incuriosita.
-È stato trovato vicino a una casa magica, no? Scommetto che il camino era acceso e che i maghi avevano usato la Polvere Volante, dimenticando di spegnerlo...-
-Fuoco magico incustodito... un Ashwinder?-
-Precisamente!-
-Ma certo! Le uova devono aver provocato l'incendio... e il povero No-Mag si era ritrovato a passare da quelle parti nel momento sbagliato.-
-Bisogna trovare le uova prima che si schiudano.-
-Sì!-Tina balzò in piedi. -Newt, sei un genio!- disse con entusiasmo, gettando le braccia al collo di Newt per l'emozione. -Grazie, grazie!- ripeté, quasi saltellando per la gioia. Newt non riuscì a fare a meno di chiedersi se Tina si comportasse in quel modo ogni volta che risolveva un caso. Non che gli dispiacesse, anzi, gli piaceva vederla così allegra.
-Lieto di esserti stato d'aiuto...- disse con umiltà. L'indomani Tina sarebbe andata al MACUSA con la chiave per risolvere quel caso tanto complicato, e non c'era cosa più bella per lei.Quando risalirono nell'appartamento, Queenie e Jacob erano appena tornati. Sembravano troppo rilassati per aver appena ricevuto un rimprovero dalla signora Esposito. Dovete sapere che I suoi rimproveri erano noti per essere al limite del raccapricciante. Voci dicono che dopo aver ascoltato la signora Esposito richiamarti non sarai mai più capace di fare lo stesso errore. Voci chiaramente infondate, come il lettore avrà sicuramente notato, in quanto Tina e Queenie, tanto per fare un esempio, dopo decine di rimproveri avevano continuato a portare uomini dentro casa. Con più cautela, ma continuavano a farlo. Comunque, nessuno poteva sorbire una signora Esposito arrabbiata e uscirne così tranquillo, su questo le voci non mentivano.
-Ehm... Queenie? Ti dispiacerebbe spiegare?- chiese Tina, cercando di apparire arrabbiata.
-Oh, niente di che.- rispose lei. -Sai come funziona, la signora Esposito ci ha portati nel suo appartamento e ha iniziato la sua solita predica.-
-Una noia mortale.- aggiunse Jacob
-E...?- li incalzò Tina
-Quando ha saputo che non potremo sposarci finché non verrà approvata la legge si è commossa- continuò Jacob
-Quasi piangeva- precisò Queenie-...E ci ha dato anche "la sua benedizione"- concluse, con un'imitazione della padrona di casa.
-Quindi quella donna ha una... sensibilità? Avevo iniziato a non sperarci più!-
-Sembra impossibile, ma a quanto pare... pensa che ci ha addirittura offerto una tazza di caffè italiano!-
-Incredibile! Cosa le sarà successo?-
Mentre scherzavano sulla signora Esposito, il legame fra Tina e Queenie era più evidente che mai. Avevano quel tipo di intesa che si può notare solo tra due sorelle che hanno condiviso ogni momento della loro vita e hanno vissuto insieme gioie, dolori e incredibili avventure. Avete presente quando due persone sembrano completasti a vicenda?
-Comunque ti consiglio di fare attenzione, Teenie.-
-Cosa?-
-Se dovesse vederti con Newt potreste avere qualche problema... a meno che non vi sposiate anche voi!-
-QUEENIE!-
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Tu cerca di non farti investigare (completa)
FanfictionSequel di "Ce n'è solo uno come te" Le avventure degli ultimi mesi hanno segnato profondamente i nostri protagonisti, e la tranquillità della vita di tutti i giorni ormai sembra irreale, aliena. Ma può davvero una vita essere considerata "tranquilla...