Nostalgia

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Tina gli mancava. Gli mancava immensamente, come nessuno gli era mai mancato prima, come nessuno gli sarebbe mai mancato. Ripensò agli ultimi momenti passati insieme a lei e sentì una dolorosa fitta al cuore. Era quasi riuscito a dirle... a dirle che... oh, se solo fosse stato più coraggioso! Forse lei non sarebbe andata via se lui fosse riuscito a dar voce ai suoi sentimenti. Avrebbe dovuto capirlo molto tempo prima, ma era stato uno stupido. Come al solito. Il suo cuore stava cercando di dirglielo in tutti i modi, ogni parte di sé aveva continuato a urlarglielo per tutto quel tempo, ma lui aveva continuato a negarlo. Una calda lacrima gli solcò la guancia. Non aveva pianto nemmeno una volta da quando lei era andata via, aveva cercato in tutti i modi di essere forte e trovare un modo per riportarla indietro, ma adesso che era solo con la sua fotografia in bilico sulla scrivania disordinata la sentiva più lontana che mai. Era come se fossero passati anni da quando l'aveva persa.
Non cercatemi.
Perché? Perché non voleva essere trovata? Cosa aveva intenzione di fare? Newt appoggiò i gomiti sulla scrivania e si prese la testa tra le mani. Si sentiva tradito. Si erano promessi che avrebbero sempre affrontato i problemi insieme, ma lei era andata via, l'aveva abbandonato senza dirgli una parola. Senza dargli l'opportunità di aiutarla. Di dirle addio.
Sto bene.
Stava davvero bene? Newt non ne era affatto convinto. Era molto probabile che l'avesse scritto solo per non farli preoccupare. Dopotutto era pur sempre Tina Goldstein, se anche fosse stata in difficoltà non l'avrebbe mai ammesso.
Però era viva. Quel messaggio doveva essere suo, non c'erano dubbi. Nonostante ciò, Newt era rimasto piuttosto deluso quando Queenie l'aveva tradotto. Qualcosa non quadrava: perché occultare un'informazione così innocente? Se anche Grindelwald avesse saputo che Tina stava bene le cose non sarebbero cambiate granché. E poi Tina non era di certo l'unica a conoscere quella strana lingua. Certo, era una strega brillante, ma a Hogwarts c'era persino un corso per imparare le Rune... Newt non l'aveva mai frequentato, ma ne aveva sentito parlare. Sembrava una materia complicata, ma era inverosimile che un mago come Gellert Grindelwald si lasciasse intimorire da qualche simbolo. E poi c'erano anche tutti i suoi seguaci. Non avrebbero impiegato molto a decifrare un messaggio simile. No, doveva esserci qualcosa, qualcosa che gli era sfuggito. Evidentemente Tina aveva nascosto lo scopo principale del messaggio dietro la sua apparente semplicità. Sarebbe stato assolutamente credibile. Forse Leta aveva ragione, dopotutto: i Corvonero ci provano gusto a complicarsi la vita.
E a complicarla agli altri, aggiunse Newt con amarezza.
Qualcosa continuava a sfuggirgli, ma cosa?
Tirò fuori dal taschino della sua camicia il pezzo di pergamena piegato più volte e lo aprì con cura, come se fosse una reliquia preziosa. Osservò attentamente ogni simbolo sperando di scoprire qualcosa, ma quelle lettere non sembravano nascondere altro. L'unica cosa che gli venne in mente fu che le "T" somigliavano a delle frecce. Delle frecce che non indicavano un bel niente. Però gli fecero venire in mente un'idea: girò la pergamena e ne guardò il retro con gli occhi ridotti a due fessure. Fece scorrere più volte lo sguardo su ogni punto della pergamena, osservò ogni macchia, ogni strappo, ma la sua determinazione vacillava sempre di più. Sospirò deluso non vedendo altro che uno scarabocchio. Forse Tina l'aveva fatto per verificare che la penna funzionasse prima di cominciare a scrivere. Forse quello era il suo unico pezzo di pergamena e non aveva intenzione di sprecarlo. Eppure c'era qualcosa in quell'intricata rete d'inchiostro, qualcosa di invisibile a un primo sguardo, e probabilmente impercettibile per qualsiasi occhio diverso da quello di Newt. Quando il Magizoologo lo notò, dapprima pensò di essersi semplicemente impressionato, ma più lo guardava, più era convinto che, come tutto il resto, quello non fosse un caso: piccole foglie, lunghe braccia, dita sottili... tra gli scarabocchi era disegnato un Asticello.
Newt quasi cadde dalla sedia nella fretta di aprire tutti i cassetti e i mobili che gli capitavano a tiro alla ricerca del suo Rivelatore. Scavò senza sosta tra cianfrusaglie di ogni tipo che non ricordava nemmeno di avere, mise a soqquadro l'intero capanno, che probabilmente nessuno avrebbe mai rimesso in ordine per molto tempo, finché un lampo rosso non giunse ai suoi occhi dal fondo di un cassetto. Afferrò la gomma per cancellare un po' malandata con un sospiro di sollievo e chiuse il cassetto. Era il momento della verità.
Passò il Rivelatore sugli scarabocchi. Bastò sfiorarli appena; nel momento esatto in cui la gomma entrò in contatto con l'inchiostro nero, le linee apparentemente casuali che costituivano quello scarabocchio si svolsero, si spostarono e si rimodellarono, liberando l'Asticello dalla sua gabbia d'inchiostro e formando quattro parole scritte con la calligrafia fitta e regolare di Tina. Vedere quella calligrafia sortì un effetto strano in Newt: il suo cuore iniziò a battere sempre più forte, sembrava volergli schizzare fuori dal petto. Respirava a stento, come se i suoi polmoni si rifiutassero di far entrare altra aria. Avrebbe potuto giurare di aver sentito la voce della ragazza proprio dietro di lui, pur senza coglierne le parole. Se solo avesse potuto parlare con lei solo per un minuto... in quel momento non desiderava altro. Sentì una fitta allo stomaco. Dapprima attribuì quella sensazione alla nostalgia, ma poi rilesse con più attenzione le quattro parole che si erano materializzate davanti ai suoi occhi e si rese davvero conto del loro significato oscuro e a dir poco agghiacciante:

Potresti essere il prossimo.

Tu cerca di non farti investigare (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora