Da quel giorno ne passarono due, e per fortuna non incontrai più nessuno di loro.
Era il 5 febbraio, il compleanno di Marika, perciò quella mattina mi alzai presto. Avevo deciso di preparargli una bella colazione e poi dargli il mio regalo. Sapevo che le sarebbe piaciuto. Era una delle poche cose in cui non mi sbagliavo mai. Frugai dentro il mio armadio, dove due giorni prima avevo seppellito l'album autografato. L'avevo nascosto talmente bene che non riuscivo a trovarlo neanche io.
Dove sei bel cd?? Vieni da mammina! Ok, è ufficiale: sono pazza, pensai ridacchiando.
Quando finalmente lo trovai (mezz'ora più tardi), potei preparare la colazione. Consisteva in una torta al cioccolato e panna e del succo di frutta. Okay, non era un granché, ma facevo schifo a cucinare e gli unici dolci che non riuscivo a bruciare erano la torta con la panna e il budino. Deprimente, lo so.
Ritornando a noi...Andai in camera di Marika, con il vassoio in mano. Non mi soffermai a osservare la sua stanza. Sapevo già cosa avrei trovato: cinque occhi quadruplicati che mi guardavano. Inquietante. Perciò osservai direttamente lei: dormiva tranquillamente nel proprio letto, ignara di quello che stavo per fare. Posai la colazione sulla scrivania e poi balzai nel suo letto saltando come una pazza e cantando «Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Marika, tanti auguri a te...» all'infinito. Lei naturalmente balzò seduta saettando lo sguardo nella stanza. Appena mi vide sopra il letto, vece uno sguardo omicida.
"Vengo in pace" dissi sorridendogli e alzando le mani in alto. "Augurii" e così l'abbracciai.
"Grazie" disse con voce rauca.
Mi alzai dal suo letto e gli portai la colazione con il regalo.
"Mmm, che buon profumino. L'hai fatto tu?" mi chiese, sospettosa. "Non è avvelenata, vero?"
Sospirai, alzando gli occhi al cielo. "Si, l'ho fatta io. No, non ci sono veleni o altre sostanze che possano ucciderti o nuocere gravemente la tua salute"
Passammo un po' di tempo a chiacchierare e dopo un po' le diedi il mio regalo.
"Spero ti piaccia"
Incominciò a scartarlo... 3,2,1...
"AAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH" Iniziò a ballare, saltare, piangere e urlare contemporaneamente. Quando si trattava di loro, quella ragazza mi faceva realmente paura.
"Vedo che ti piace" dissi ridacchiando, ma sapevo che non mi stava sentendo.
"OMG OMG OMG un cd autografato. AUTOGRAFATO. E c'è una dedica di Liam... Ottio Ottio Ottioooooooooooo" disse, o meglio urlò. "Grazie Grazie Grazie" mi abbracciò. Strinsi forte. "So quanto ti è costato -"
"Non ti preoccupare. È tutto apposto" la interruppi io, raccontandole poi quello che era successo.
"Avrei tanto voluto essere lì con te, così avrei potuto incontrarli e vedere che faccia facevano di fronte alla tua gelida corazza" disse ridendo. Sembrava felice, ma avevo notato un lieve incrinarsi della sua voce.
"Non preoccuparti. Ci saranno altre occasioni di conoscerli" risposi abbracciandola. Poi mi alzai dal suo letto e dopo averle dato un bacio sulla guancia le dissi: "Ora devo andare. Ritorno verso le nove"
"Stasera però si va a ballare" fece lei e vedendomi fare una smorfia aggiunse, facendo gli occhi da cucciolo: "dai, è il mio compleanno!"
"Okok, va bene. Ora però devo proprio scappare: Giorgia mi aspetta" dissi io.
Giorgia era una bambina di tre anni a cui facevo la babysitter. Era la figlia della vicina di casa ed ogni tanto mi chiedeva se potevo guardarla. Ma per me non era un peso, anzi i bambini mi erano sempre piaciuti. E poi ci divertivamo molto insieme. E fu così che passai la mattinata. Dopo pranzo, decisi di andare a fare un po' di shopping. Dopotutto la discoteca mi aspettava! Decisi di prendere un vestitino rosso, che mi arrivava sopra il ginocchio e leggermente scollato sul petto, con dei tacchi dello stesso colore, un bracciale e una pochette argentata. Dopo aver preso tutto andai a casa per prepararmi e Marika fece lo stesso.
Eravamo splendide quella sera e niente e nessuno poteva rovinarcela. Quanto mi sbagliavo...
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Quando credi di odiare finisci per amare || H.S. ||
FanfictionLe parole posso distruggere. Le parole possono guarire. Sembrerebbe assurdo, vero? Ma non è così. Lei è cambiata da quando quelle parole le sconvolsero la vita. Lei ora è diversa. Potranno le parole e i gesti di lui guarire le sue ferite? Potrà l'o...