Harry's Pov
Chiamai Marika. Dopotutto era la sua migliore amica ed era l'unica con cui Cat era rimasta in contatto. Lo sapevo bene.
"Ehii Marika, sono Harry"
"Dimmi tutto" rispose lei.
"Io e i ragazzi stiamo organizzando, diciamo, una sorpresa per Cat e ci serve il tuo aiuto..." la sentii sospirare.
"Va bene" disse dopo qualche minuto. "Cosa avevi in mente?" le spiegai tutto il nostro piano e la sua parte e aspettai. "Mi sembra una bella idea..."
"Ma?" la interruppi io.
"Ma non credo che sia saggio andare in una discoteca. Non nelle sue condizioni" disse.
"Come?"
"Volevo dire nelle mie condizioni" cercò di riparare, ma non ci 'cascai'.
"Andiamo Marika, lo so che sai qualcosa! Cos'ha che non va?"
Sospirò. "Non è mio diritto dirtelo. Mi dispiace Harry, ma deve essere lei a spiegarti tutto" fece lei. A sospirare, questa volta, fui io.
"Va bene" dissi, arrendendomi.
"Spero che tutto si risolva tra voi due. So che sei una brava persona Harry e anche se l'hai tradita, lei ti ama ancora e non smetterà mai di farlo"
"Grazie Marika. Di tutto"
Cat's Pov
Dall'incontro con Harry ne passarono altri.
Mi mancava lui, mi mancavano tutti. In quei giorni neanche uscivo di casa per paura di incontrare uno di loro. Non sapevo più che fare, come comportarmi. Con Harry, con Louis e con gli altri. Dovevano saperlo.
Sbuffai e mi alzai dal divano. Dovevo fare qualcosa, non potevo restare lì con le mani in mano. Non era nel mio comportamento. Io affrontavo gli ostacoli, non scappavo. E, mi resi conto solo in quel momento, che era quello che avevo fatto negli ultimi mesi. Scappare.
Ero davanti alla porta quando sentii suonare il campanello. Per un attimo rimasi immobile, poi però aprii: era Marika. I mie occhi si illuminarono. Così come i suoi. Ci abbracciammo.
"Quanto mi sei mancata" sussurrai al suo orecchio.
"Anche tu" ci 'staccammo' e ci guardammo. "Come state?" chiese lei guardando il piccolo rigonfiamento del mio ventre.
"Male Rika" confessai io. "Mi manca, anzi ci manca. Ho riflettuto abbastanza e ho capito che devo dirglielo, anche se starà con quell'altra lui ha diritto di saperlo. Così come gli altri" dissi abbassando lo sguardo.
"Guarda che lui non sta con quella" la guardai stupita e confusa, lei sospirò. "Dovete parlare"
"Lo so, lo so..."
"Che ne dici oggi di uscire? Solo noi tre" disse facendomi l'occhiolino. Ridacchiai e annuii.
Uscimmo e restammo tutto il pomeriggio per il centro. Facemmo uno shopping sfrenato. Non mi divertivo così da un eternità. Ci sedemmo in un bar e prendemmo da bere. Parlammo di tutto e di più. Io le parlai della gravidanza e lei del rapporto con Liam. Mi raccontò che con lui tutto andava a gonfie vele. Mi faceva piacere. Si meritava tutta la felicità di questo mondo. Così come gli altri. Erano delle persone fantastiche.
"Allora andiamo?" chiese lei alzandosi. La guardai confusa.
"Dove?"
"Ristorante italiano" disse lei.
"Mi dispiace ma devo assolutamente parlare con Harry, sperando non se ne sia già andato"
"Se aspetti un altro giorno non succederà niente. Fidati di me"
Sospirai. "E va bene"
Era inutile contraddirla. Era più cocciuta di me. Il che era dire tutto. Prendemmo un taxi che ci porto a casa mia, posai le buste e mi cambiai. Stessa cosa fece Marika. Si era già portata il ricambio, il che era strano visto che non eravamo passate da casa sua e che la cena non era in programma. Io mi misi dei jeans, che mi andavano un po' stretti, tacchi (non troppo alti) e una maglietta rossa che mi lasciava le spalle scoperte, stretta sul seno e larga sotto.
Erano passati quasi due mesi e la pancia non era altro che una piccola protuberanza. Si vedeva solo se mettevo vestiti aderenti, ma non succedeva mai.
Marika invece portava una maglia lunga con leggins e tacchi alti.
"Non siamo troppo eleganti?" le chiesi io guardandola sospettosamente. Lei alzo le spalle, ma ne suoi occhi vedevo l'eccitazione. La conoscevo troppo bene e sapevo che qualcosa bolliva in pentola.
"Magari potremmo incontrare qualcuno..." disse facendomi un occhiolino.
"Ti devo ricordare che hai un ragazzo e che io aspetto un bambino dal migliore amico del tuo ragazzo?" chiesi ironicamente, alzando gli occhi al cielo. Lei ridacchiò di rimando. Non dissi altro.
Prendemmo un taxi che ci portò al famoso ristorante. Scendemmo e pagammo il taxista. Mi diressi verso la porta, ma notando che la mia migliore amica non era con me mi fermai e mi girai verso di lei. Stava frugando nella sua grande borsa.
"Hai dimenticato qualcosa?" chiesi io.
"Non... trovo... il... telefono" disse continuando a frugare. Si appoggiò a un muretto e iniziò a cacciare tutto. Poi si fermò un attimo e si girò verso di me. "Intanto vai a prendere un tavolo, io ci metto un attimo"
Annuii, poco convinta, ed entrai. Dentro era completamente buio, fatta eccezione per un tavolo illuminato con delle candele. Mi guardai intorno, ma non c'era nessuno nelle vicinanze. Feci dei passi, ma poi mi fermai di nuovo. Mi girai verso il rumore.
Un ragazzo alto con i capelli ricci si dirigeva verso di me. Lo riconobbi subito. I miei occhi si riempirono di lacrime. Quando fu di fronte a me notai che anche i suoi erano lucidi, ma vidi anche una forte determinazione.
Capii tutto. Il loro piano. Volevano che lo incontrassi per chiarire. E sapevo che di mezzo c'erano anche i ragazzi.
"Ciao Cat"
"Ciao Harry"
"Vieni?" gli presi la mano che mi porse e ci dirigemmo verso il tavolo, dove ci sedemmo. "Come stai?" mi chiese.
"Si va avanti" risposi sincera. "Tu invece? Come stai?"
"Come te" sospirò. "Volevo parlarti..."
"Anche io" dissi io. "Inizia prima tu"
"Okay" disse. Dopo qualche minuto di silenzio, iniziò a parlare guardandomi intensamente negli occhi. "Ti ho tradito, è vero. E so anche che servirà molto tempo per riacquistare la tua fiducia, ma Jessica non ha significato nulla per me. E non aspetta nessun bambino. Mi ha mentito. Ed io ti amo, Cat. Non voglio perderti di nuovo. Questi mesi senza te mi sono sembrati interminabili e... è stata una sensazione bruttissima che vorrei non ripetere mai più" Le lacrime scendevano copiose sul mio viso. Le scacciai con la mano infastidita. "Ci possiamo riprovare Cat?" mi chiese prendendo la mia mano tra la sua. Mi morsi il labbro, poi abbassai lo guardo.
"Non lo so, Harry" dissi. Poi lo guardai negli occhi. Quegli occhi color smeraldo che ho sempre amato e che non smetterò mai di amare. Annuii e sorrisi. "Perché no? Riproviamoci"
Lui sorrise felice. I suoi occhi splendevano con la luce della candela. "Posso chiederti una cosa?" chiese.
"Certo dimmi"
Nel frattempo ci avevano portato le pizze, il vino e l'acqua.
"Cosa ci facevi all'ospedale?"
Un pezzo di pizza mi andò di traverso e tossii. "È proprio questo di cui volevo parlati" dissi sospirando. Era preoccupato, si vedeva. "Ero andata a farmi una visita e poi mi sono sentita male. Ma è tutto a posto" lo rassicurai. "Il fatto è che sono incinta, Harry"
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Quando credi di odiare finisci per amare || H.S. ||
FanfictionLe parole posso distruggere. Le parole possono guarire. Sembrerebbe assurdo, vero? Ma non è così. Lei è cambiata da quando quelle parole le sconvolsero la vita. Lei ora è diversa. Potranno le parole e i gesti di lui guarire le sue ferite? Potrà l'o...