Gemma

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-Ciao- disse timidamente

-Ciao- risposi io indifferente

-P-Posso p-parlarti?- balbettò lei. Sbuffai, ma poi annuii. Non ne sapevo nemmeno il motivo... forse perché mi faceva un po' pena. Andammo in giardino, vicino a un albero. Mi appoggiai sul tronco, con aria annoiata.

-Di cosa vuoi parlarmi? Non ho tutta la serata perciò sbrigati.

-Io...Io..- chiuse gli occhi per un momento, forse per trovare le parole giusto o forse per darsi coraggio. Sospirò e poi tutto d'un fiato mi disse: mi sono innamorata di te. Giuro, non riuscii a trattenermi: era così ridicola.

-Giuro, non avevo mai sentito una dichiarazione più patetica di questa- le dissi ridacchiando. –Ma dico, ti sei vista?- le chiesi ironicamente. -Pensi davvero che uno come me si possa innamorare di una come te? Scherziamo?- dissi alzando un sopracciglio e guardandola dall'alto in basso e viceversa. Detto questo me ne andai, o almeno cercai di andarmene, ma Cathy me l'ho impedì 'bloccandomi' il braccio. Ero infastidito dal suo comportamento e mi stavo anche innervosendo.

-Perché mi tratti così? Che cosa ho fatto di sbagliato? – mi chiese, scossa dai singhiozzi.

-E come dovrei trattarti? Sul serio, ma che problemi hai? Io neanche ti conosco! Per me sei solo l'amica mi mia sorella, anzi nemmeno quello. Per me sei nessuno- feci io. –Vattene sfigata e fatti una vita.


... adesso ricordo cos'è successo, pensai.

"Harry?! Terra chiama Harry... Uno, due, tre, prova" disse Gemma risvegliandomi dai miei pensieri.

"Gemma, sono stato uno stronzo" dissi guardandola negli occhi. "Le ho detto delle cose tremende"

"Lo so" rispose lei. Io la guardai confuso e allora lei continuò. "Ero la sua migliore amica Harry, ma tu eri e sei mio fratello. Quando si trattava di te non mi diceva tutto. Alcune cose le ho scoperte io perché lei, altrimenti, non me le avrebbe mai dette"

"Cosa potrei fare?" chiesi io sovrappensiero.

"Voglio prima rincontrarla, voglio vedere com'è diventata. Rivoglio la mia migliore amica, Harry. Poi organizzeremo qualcosa" mi rassicurò lei, "tutti insieme."


Cat's Pov

Il giorno seguente mi svegliai con un gran mal di testa, ma purtroppo non potevo stare a casa a poltrire sul mio magnifico divano perché dovevo andare a lavoro. Volevo andare a fare colazione, quindi mi diressi verso il primo Starbucks che incontrai. Non potendomi fermare molto, andai alla cassa per prendere l'ordinazione, così avrei fatto più in fretta, ma una voce attirò la mia attenzione. Mi girai e vidi Gemma e Harry intenti a chiacchierare seduti a un tavolo vicino alla finestra. L'avrei riconosciuta anche a un miglio di distanza.

Non era cambiata per niente, e perché avrebbe dovuto? Lei ha sempre avuto una famiglia.

Mi rigirai, non volevo che mi vedessero, e dopo aver preso la mia cioccolata calda uscii dal negozio praticamente correndo. Purtroppo la sfortuna continuò a perseguitarmi: Harry mi chiamò ed io, come una stupida, mi girai.

"Ehi Cat!" mi salutò Harry.

"Ciao" salutai io. Lo sguardo stupito sul volto di Gemma era davvero comico, ma non avevo tempo per sbellicarmi. Cosa pensava? Che sarei rimasta la piccola e ingenua Cathy per sempre? Povera illusa. "Purtroppo in questo momento non posso proprio intraprendere una conversazione che so per certo sarebbe molto piacevole, perché vado di fretta. Magari ci si vede in giro, eh?" dissi sarcasticamente. Sinceramente non mi importava molto della loro presenza e parvero capire. Me ne andai senza intralci.

Davvero perspicaci.

Arrivai a lavoro con cinque minuti di ritardo, ma c'era Jimmy a coprirmi. Che culo! Se il capo mi avesse beccata, sarei stata di sicuro licenziata.

"Che scusa hai adesso?" mi chiese lui ridacchiando.

"Ho incontrato Harry e sua sorella che mi hanno fermato" dissi evasiva, sbuffando.

"E come fai a sapere che quella era sua sorella o la sua ragazza?" chiese curioso. Sapeva che l'argomento Styles era un tabù, anche se non conosceva tutta storia.

"Perché sua sorella era anche la mia migliore amica" mi lasciai sfuggire. Sospirai.

Per chi affermava che la curiosità era femmina, beh non aveva mai conosciuto Jonathan Marton alias Jimmy. Era come un libro aperto per me: riuscivo a capire ogni suo stato d'animo, ogni pensiero. E in quel momento moriva di curiosità, ma non disse nulla. Dopotutto non era un impiccione ed era sempre stato un buon amico.

"Hai un po' di tempo? Voglio raccontarti tutta la mia storia" dissi.

Quando credi di odiare finisci per amare || H.S. ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora