Mi svegliai e, confusa, mi guardai in torno. Questa non è la mia stanza. È tutto troppo bianco. Perché sono qui? Sono in un ospedale? pensai. Girai la testa a destra e vidi Louis che dormiva su una scomoda sedia.
"Louis, svegliati" dissi dolcemente sussurrando ed accarezzandogli i capelli. Dopo qualche minuto si svegliò e quando mi vide sveglia mi abbracciò. "Ehi, ehi calma fratellone"
"Come mi hai chiamato?" Mi chiese con un sorriso contagioso.
"Hai sentito" dissi alzando gli occhi al cielo. "Comunque perché sono qui?" gli chiesi.
"Sei svenuta in mezzo alla strada e ti ho portato in ospedale... Ci hai fatto spaventare, Cat"
"Scusa" feci, abbassando lo sguardo.
"Hey, non è stata colpa tua" mi disse lui alzandomi il mento. Ci guardammo negli occhi per qualche istante. "Si risolverà tutto, credimi" mi consolò lui accarezzandomi i capelli. Gli occhi mi si fecero lucidi.
A quel punto entrò la dottoressa. Era una donna sui quarant'anni, alta, con i capelli biondi, lunghi raccolti in una coda di cavallo.
"Buongiorno, vedo che si è finalmente svegliata" disse lei.
"Buongiorno, dottoressa. Perché quanti giorni sono stata priva di sensi?"
"Due giorni... scusi" disse rivolgendosi a Louis con aria affettuosa. "Dovrei visitarla"
"Oh, certo. Mi scusi" rispose lui, capendo e quindi uscendo dalla stanza.
"Il suo ragazzo è rimasto sempre con lei" fece la dottoressa.
"Oh, lui... lui non è il mio ragazzo"
Sorrise, come se non mi credesse, poi continuò: "Come si sente oggi?"
"Non saprei come definirlo... Strana? Si penso che sia la parola giusta" risposi io.
"Beh, è normale nelle sue condizioni" disse lei. Strabuzzai gli occhi, spaventata.
"Quali condizioni?" chiesi agitata.
"Non lo sa? Lei è incinta"
Quando disse quella parola, i miei occhi stavano quasi per straripare. Nononono, non sta succedendo a me. Non posso crederci. Non VOGLIO crederci, pensai. Scossi la testa. "È impossibile! È sicura?"
"Certo. Lei è alla seconda settimana e deve stare a riposo, altrimenti potrebbe perderlo. Niente forti emozioni o stress. Comunque tra un'ora può uscire e le lascerò sul tavolo delle ricette per delle medicine che deve prendere... perlopiù vitamine. Le consiglio però di fare una visita ginecologica" disse lei.
"Oh... grazie... lo farò" feci, confusa. "Senta... posso-posso chiederle un favore?"
"Certo, mi dica pure" disse lei gentilmente.
"Non dica niente al ragazzo che stava prima con me"
"Certo" rispose sorridendo.
"Grazie" dissi facendo un sorriso, anche se penso fosse più una smorfia. Ero ancora sconvolta, ma adesso non ci dovevo pensare. Guardai il soffitto per non far uscire le lacrime dei miei occhi. Dopo un paio di minuti entrò Louis con una tazza di cioccolata calda. Quanto potevo amare quel ragazzo? Ok, avete capito in che senso.
"Cat, che ti ha detto?" mi chiese porgendomi la cioccolata. Distolsi lo sguardo dai suo occhi.
"Sto bene" risposi semplicemente io, senza dare altre spiegazioni.
*
Dopo quella che per me parve un eternità, ma che era solamente un'ora, uscii da quell'ospedale. Non parlai molto durante il tragitto e questo fece insospettire ancora di più Louis.
"... ed è per questo che i pinguini volano"
"Cosa?" chiesi confusa girandomi verso d lui. Non avevo sentito cosa avesse detto.
"Lo so che non mi stai ascoltando. Mi vuoi dire che succede?" Domandò preoccupato.
"A parte che il mio ragazzo mi ha tradito e che l'amante aspetta suo figlio?" feci, sarcastica. "Niente. Va tutto splendidamente bene... L'unica cosa che voglio adesso è tornare a casa mia"
Sospirò. "Mi dispiace, Cat. Harry è stato uno stronzo -"
"Non voglio parlare di lui, Louis. Voglio solo tornare a casa" lo interruppi io, stanca.
"Mmm... c'è un piccolo problema" Era indeciso se dirmi quello che doveva dirmi oppure no. Come l'avevo capivo? Ogni volta che era nervoso si gratta il mento.
"Che problema?"
"Purtroppo devi venire a casa mia e dei ragazzi"
Mi massaggiai la fronte con i polpastrelli, stressata.
"Che è successo a casa mia?!"
"Oh... emm... un... emm... tubo... si, un tubo rotto" disse lui balbettando.
"E pensi che io ci creda?" chiesi guardandolo freddamente negli occhi. "Pensi che io sia così cretina da crederti? Sappiamo tutti che non sai mentire Louis"
"Ti sto dicendo la verità!" disse lui facendo il finto offeso e accostando l'auto.
Mi girai verso di lui e gli puntai un dito contro. "Non verrò a casa vostra, chiaro? Piuttosto vado a dormire sotto i ponti con un barbone" gli dissi. Poi presi il telefono e composi un numero...
"Chi chiami?"
*
"Ciao Jimmy, sono Cat. Ti ho chiamato per chiederti se posso stare a casa tua per un po' di tempo... va bene per te?""Puoi starci tutto il tempo che vuoi, tesoro" mi rispose lui. "Sono fuori per il weekend, ma non preoccuparti. Fa come se fossi a casa tua"
"Grazie mille, davvero" feci io, sospirando per il sollievo. "Le chiavi?"
"Dentro un vaso affianco alla porta" disse lui. "E mi raccomando, la sera chiuditi dentro"
"Va bene, Jimmy. Grazie ancora"
"Figurati"
*
Attaccai e guardai Louis.
"Andrò a casa di Jimmy. Portarmi lì per favore"
"Certo" disse rassegnato, ma prima che potesse ripartire lo fermai.
"Mi dispiace per prima, Louis. Tu non centri nulla con tutto quello che sta succedendo... Anche se ti sei intromesso"
"Lo so" fece lui, prendendomi la mano tra le sue. "Scusami"
Sospirai, annuendo. "Vorrei che non litigassi con Harry a causa mia. Vorrei che il vostro rapporto rimanesse lo stesso. So che è difficile, ma non potrei sopportare anche questo peso..."
"Ci proverò, Cat"
"Grazie" dissi io, accennando un sorriso.
Mi faceva male quella situazione. Non volevo che la band ne risentisse. Non volevo che la loro bellissima amicizia si rompesse per me.
Mi portò a casa di Jimmy e dopo avergli dato un bacio sulla guancia, lo salutai ed entrai in casa. Il silenzio che mi avvolse era un toccasana per la mia anima. Era quello che stavo cercando: la solitudine. Appoggiai la schiena alla porta e mi lasciai trascinare a terra.
Non potevo crederci: ero incinta! Incominciai a piangere.
Come farò adesso? Non posso dirlo a Harry, lui vuole occuparsi di Jessica e del loro figlio. Non voglio essere un peso. Non voglio che nessuno abbi pietà di me.
Ero confusa su tutta quella situazione che si era creata, ero stanca e sola. Harry non sarebbe più stato al mio fianco... Ma adesso non sono più sola. Adesso ci sei anche tu!, pensai accarezzandomi la pancia. Con quel pensiero mi feci forza. Dovevo agire. Non potevo stare lì a guardare l'uomo di cui ero innamorata con un'altra. Non era nella mia natura arrendermi e non l'avrei fatto in quel momento.
Avevo deciso cosa fare, giusto o sbagliato che fosse.
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Quando credi di odiare finisci per amare || H.S. ||
FanfictionLe parole posso distruggere. Le parole possono guarire. Sembrerebbe assurdo, vero? Ma non è così. Lei è cambiata da quando quelle parole le sconvolsero la vita. Lei ora è diversa. Potranno le parole e i gesti di lui guarire le sue ferite? Potrà l'o...