Sospetti e rivelazioni

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Passammo il natale felicemente. Fu il migliore da quando i miei non c'erano più. Anche il capodanno non andò male... anzi.

Amavo Harry ogni giorno di più. Io e Louis avevamo uno strano rapporto, ma comunque ci volevamo bene. Litigavamo spesso, gli facevo i dispetti, ma era normale. Per quanto riguarda il padre di Louis, beh, non avemmo modo di parlare, anche perché partì lo stesso giorno in cui io fui 'scomparsa' con il resto della famiglia Tomlinson. Non ci furono altre novità. Andava tutto benissimo, finché non notai gli strani comportamenti di Harry.

Era metà febbraio e lui era sempre in un altro pianeta, si distraeva spesso e si assentava molto senza dirmi niente. Non capivo. Provai a parlarci, ma mi disse che era solo stressato per il lavoro. Sapevo, però, che non era per questo. Chiamatelo sesto senso, se volete... Quando domandavo ai ragazzi dove fosse, non sapevano rispondermi. Ero preoccupata.

Stavo passando per il parco, una scorciatoia trovata per caso, quando vidi in lontananza una figura familiare maschile e un'altra femminile. Avvicinandomi notai che era Harry che parlava con una ragazza bionda. Mi ricordava una persona, ma non n'è ero sicura. Avevano confidenza, forse troppa. Lo si vedeva dal modo in cui parlavano e dalla loro postura. Mi nascosi dietro un albero per poter ascoltare. Mi trovavo a pochi metri da loro e, quindi, potevo sentire tutto. Lei teneva le mani sul petto di Harry, ma lui cercò di scacciarla senza alcun risultato.

"Jessica, non provo più nulla per te. Te l'ho già detto" disse lui.

"Non la pensavi così --" Non riuscì a finire la frase perché Harry le 'tappo' la bocca con la mano.

"Shh, possono sentirti" sospirò. "Jessy mi prenderò le mie responsabilità, ma sono innamorato di Cat e non potrei mai tradirla" disse allontanandosi un po' da lei.

"Ma l'hai fatto" affermò lei.

Rimasi paralizzata.

Mi ha tradita, pensai scandalizzata. Quello stronzo mi ha tradita! Le mani mi tremavano, sia per la rabbia che per il dolore.

Come un automa, mi allontanai andando al supermercato. Le parole che si erano scambiati vorticarono nella mia mente. Non riuscivo a non pensarci, a far allontanare quella conversazione dalla testa.

Cosa voleva dire con prendersi le proprie responsabilità? Per cosa poi? Ero talmente sconvolta che all'inizio non capii, ma poi...

Devastata. Ecco cos'ero. Completamente e irrimediabilmente devastata.

"Signorina, si sente bene?" mi chiese qualcuno. Mi riscossi dai miei pensieri e annui lentamente. Pagai quello che avevo preso e poi uscii. Passai per caso in un edicola e vidi un giornale che raffigurava Harry e la bionda che si baciavano. Lo comprai e andai verso casa. Com'ero diventata così stupida? Volevo sapere, e lui mi avrebbe detto tutto. Ero arrabbiata e ferita, come non lo ero mai stata prima. La rabbia però era più forte in quel momento. Arrivai a casa loro e suonai. Mi aprì Louis, e senza neanche salutarlo andai in sala, dove vidi Harry seduto sul divano con le braccia sulle gambe e la testa tra le mani (Insomma, hai capito). Mi misi di fronte a lui e buttai il giornale sul tavolino posto davanti al divano. Sussultò e mi guardò con quei suoi occhi dolci, teneri.

"Ti prego dimmi che non è vero..." cominciai io, "dimmi che quello che sta scritto su quest'articolo è tutto falso, dimmi che quello che ho sentito era tutto una cazzata!" La mia voce si alzava man mano che parlavo. "Dimmi che lei non sta aspettando il tuo bambino!" urlai. "Dì qualcosa, cazzo!" Anche lui aveva iniziato a piangere e mi guardava supplichevole.

"Scusami... ti-ti prego" rispose lui.

Un'altra pugnalata alle spalle, e faceva più male delle precedenti. Ero furiosa e vuota. Non provavo più nulla. Avevo rialzato le mura, più forti di prima, indistruttibili.

Uno dei miei tanti difetti era che quando ero arrabbiata o nervosa, piangevo. Le mie lacrime scendevano numerose sul mio viso. Ero stanca, mi girava la testa, mi sentivo debole.

"Co-come posso scu-sarti? Eri tu che mi di-dicevi sempre che mi amavi e che non mi a-avresti più fatto soffrire... L'avevi pro-promesso Harry!" continuavo ad urlare. "L'avevi promesso" dissi con voce più piana.

I miei singhiozzi ci fecero più forti. Non volevo sentire altro. Presi tutta le mie cose e me ne andai sbattendo rumorosamente la porta. Fuori pioveva a dirotto, ma non me ne importava. Cosa ho fatto di male per meritarmi questo? pensai. Le lacrime mi avevano annebbiato la vista, non riuscivo a vedere più dov'ero, mi girava la testa come se avessi la febbre e barcollavo. L'ultima cosa che sentii fu la voce di Louis che mi chiamava allarmato.

Quando credi di odiare finisci per amare || H.S. ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora