La sua voce

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Quando mi svegliai era notte fonda. Avevo rifatto l'incubo e le lacrime mi bagnavano il viso. Mi asciugai distrattamente gli occhi con la manica della felpa-pigiama e cercai di calmarmi. Dopo vari minuti riuscii a tranquillizzarmi, ma il sonno come al solito non arrivava. Così, ormai abbandonata l'idea di dormire, andai in cucina con il mio ipod. Misi delle canzoni che mamma mi cantava quando ero piccola, quando non riuscivo a calmarmi per via di un incubo o perché avevo litigato con qualcuno e ci stavo male. La sua voce mi tranquillizzava, come quella di Harry.

Qui lo dico e qui lo nego: ho ascoltato le loro canzoni, all'insaputa di Marika naturalmente, e, nonostante non sia il mio genere, cantano bene. Ma la voce di Harry, come quella di mia madre, mi rasserenava.

Misi a fare la cioccolata calda. Ne andavo pazza.

Non ce la facevo più. Il passato continuava a tormentarmi e non sapevo come farlo smettere. Mi sedetti sulla sedia abbracciando le mie gambe, la testa appoggiata alle ginocchia e occhi chiusi. Le parole, la melodia, la sua voce mi rimbombava in testa.

***

-Mamma, mamma, ho paura- dissi tra le lacrime, tremando. La mamma mi prese in braccio e mi accarezzò i capelli. Lo faceva sempre quando ero nervosa o piangevo.

-Di cosa, tesoro?- mi chiese con quella sua voce dolce che tanto amavo.

-I mostri, sono dappertutto- risposi singhiozzando.

-Oh, amore. Non devi preoccuparti. Loro non possono toccarti, non possono fare niente. Shh, non piangere, la mamma è qui. Ti canto qualcosa, amore?- Annuii in risposta. Andammo in camera mia e mi fece allungare sul letto.

-Chiudi gli occhi, Cathy, e immagina un campo pieno di fiori di tanti colori. Immagina le cose più belle. Io resterò qui finché non ti addormenterai, d'accordo?-

-Si- risposi. Chiusi gli occhi come mi aveva detto la mamma e immaginai un campo pieno di alberi, di fiori, con molte farfalline dai mille colori e immaginai noi tre, io, la mamma e papà, che giocavamo insieme, felici. Nel frattempo, mamma cominciò a cantare ed io, lentamente, caddi tra le braccia di Morfeo. Sentii una cosa, prima di cadere nel sonno profondo: "Ti amo, piccola mia".

***

Quel ricordo mi fece male, come una lama. Una lacrima solitaria scese lentamente sul mio volto e con essa ne seguirono altre. Cercai di attutire i singhiozzi, che erano diventati rumorosi. Presi la cioccolata e, tra le lacrime, la bevvi. Sentii una mano calda e confortevole accarezzarmi la guancia. Aprii lentamente gli occhi e vidi Harry a pochi centimetri da me con lo sguardo preoccupato.

"Cos'è successo?" mi chiese piano asciugandomi le lacrime con il palmo della sua mano. Aveva la voce roca.

"Un incubo. Niente di che" risposi facendo spallucce. Ero sempre nella stessa posizione solo che i nostri occhi erano come delle calamite. Ci attiravano a vicenda. Lo sentivo. E lo sentiva anche lui.

"Vuoi raccontarmelo?" chiese lui gentilmente.

"No" risposi, distogliendo lo sguardo dal suo.

"D'accordo" disse sospirando, "vieni, andiamo a letto" Mi porse la mano ed io l'accettai. Andammo di sopra, non prima di aver bevuto la mia dose liquida di paradiso. Mi lasciai 'trascinare' da lui. "Vuoi dormire con me?" mi chiese sussurrando.

"Forse non --" mi interruppe.

"Solo dormire"

Annuii e così ci ritrovammo sdraiati sul mio letto, io con il viso appoggiato al suo petto e le sue braccia che mi accarezzavano la schiena e i capelli. Dopo cinque minuti crollai.

**

Il mattino arrivò velocemente, o almeno era così che percepivo i giorni: veloci. Quando mi svegliai, il letto era vuoto. Sentii in me un senso di abbandono molto forte.

Merda, Cat. Riprenditi.

Sospirando mi alzai e andai verso la cucina. Sentii un buon odore di torta e caffè. Come entrai, vidi Harry che appoggiava tutto su un vassoio.

Nessuno lo aveva mai fatto per me, pensai mentre un pezzo del mio cuore si scongelava.

"Buongiorno" dissi sussurrando. Lui si girò, sorpreso di vedermi sveglia, poi mi salutò.

"Ti sei svegliata prima. Ed io che volevo portarti la colazione a letto..."

"Sarà per la prossima volta" feci con fare allusivo. Lui in risposta mi fece l'occhiolino.

"Mangiamo? Ho una fame pazzesca" disse. Annuii. E così facemmo colazione, parlando del più e del meno. "Oggi hai qualcosa da fare?" mi chiese lui.

"No, niente di particolare. Tu invece?"

"Ho un'intervista alle 3.00 pm, ma dopo sono libero. Ti va di uscire?"

"Certo" risposi sorridendogli.

Quando credi di odiare finisci per amare || H.S. ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora