Un posto magico

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Avevo ancora gli occhi lucidi quando uscii dal negozio. Mi scontrai con qualcuno.

"Scusa, non ti ho visto" dissi io. Alzai la testa e lo vidi. Era lì che mi guardava con quei suoi occhi caldi, accoglienti che promettevano dolcezza, amore e protezione. Ma io non avevo più bisogno di protezione. Me l'ero cavata sempre bene, in ogni situazione, prima che lui arrivasse a sconvolgermi tutto.

Dagli un'altra possibilità... Le parole di Jimmy mi risuonavano nella testa.

"Va tutto bene?" chiese lui. Annuii in risposta.

"Dovremmo smetterla di incontrarci in questo modo, Styles" dissi con voce bassa. "Purtroppo vado di fretta..."

"Ti accompagno" mi interruppe lui.

Non avevo la forza di avere una discussione con lui, perciò acconsentii.

"Okay." Lui in tutta risposta spalancò gli occhi. Era incredulo. "Allora vuoi venire o no?" chiesi visto che non si muoveva. Spazientita, presi la sua mano e lo trascinai fino a quella che sapevo essere la sua macchina. Ridacchiai tra me per l'espressione che aveva sul volto. Era davvero buffo. "Harry Styles è pregato di recarsi sul pianeta terra" dissi scuotendolo piano.

"Sisi, eccomi" disse riscuotendosi dai suoi pensieri. "Dove andiamo?"

"Prima a un fioraio, poi guido io" dissi.

"Oh no. La mia piccola non si fa guidare da altri." Lo guardai male.

"Perché?" dissi sbuffando. "Eh va bene, allora andrò a piedi" dissi facendo spallucce e aprendo la portiera.

"okok, te la farò guidare" cedette lui. Sorrisi in risposta. Il viaggio fino al fioraio fu molto silenzioso. Sentimmo la musica, ma ognuno era perso nei propri pensieri.

"Aspetta qui. Non ci metterò molto" dissi appena arrivati. Uscii e andai a prendere i fiori. A Miki gli piacevano i girasoli. Che poi, piacevano anche a me.

Sono così belli e luminosi. Solari. Mi mettono allegria, pensai. Sono come lui, illuminano tutto ciò che li circonda. Tornai in macchina, questa volta però avrei guidato io. Diedi i girasoli a Harry.

"Per chi sono?" chiese lui curioso.

"Per una persona importante" risposi sorridendogli. Le lacrime se n'erano andate. Le avevo ricacciate indietro, come tante altre volte in passato. Arrivati al cimitero, mi incamminai verso il mio Peter. Harry mi seguii, ma comunque nei suoi occhi vidi un velo di tristezza. Una volta arrivati alla sua... non mi piaceva dirlo, ci fermammo.

"Peter ti presento Harry. Harry, lui è il mio Peter" Posai i fiori sulla sua cosa e poi mi sedetti per terra. Guardai Harry, aveva uno sguardo confuso. "Vuoi sentire la nostra storia?" chiesi. Poi però precisai: "la mia e quella del mio Peter."

Lui annui in risposta e si sedette accanto a me. Gli raccontai tutto e, con lui vicino a me, mi accorsi di stare bene. Bene con me stessa, con gli altri. Era la stessa sensazione che provavo quando Miki era accanto a me. Lo guardai negli occhi.

"Mi dispiace" disse lui rispondendo allo sguardo.

"Oh non preoccuparti. Lui non vorrebbe vederci tristi" dissi sorridendo. "Vieni, ti mostro un posto" dissi. Ci alzammo e gli presi la mano. Era diventato naturale, come bere. La sua mano era così calda, così grande...

Okay, non è il momento per questo genere di pensieri. Riprenditi.

Lo guidai in un posto che per me era magico. Un posto pieno di alberi e fiori. Era una piccola radura: l'erba era brillante, come i suoi occhi, i fiori erano tantissimi, tutti colorati. Amavo stare lì. Il sole batteva, caldo e rilassante.

"Che ne dici? È bello, vero?" dissi andando verso il centro di quel piccolo paradiso tutto mio.

"È stupendo" fece lui girando in tondo. Sorrisi.

"Ci vengo sempre quando sono giù. L'ho scoperto per caso..." dissi. Poi mi girai verso di lui e gli puntai un dito sul petto dicendo: "Guai a te se dici a qualcuno di questo posto. Se lo farai puoi dire addio ai tuoi ricci" Lui annui in risposta.

"Non preoccuparti. Sarà il nostro piccolo segreto" disse facendomi l'occhiolino. Alzai gli nocchi al cielo. "Perché mi hai portato qui?" mi chiese poi.

"Non lo so" risposi. "Chiamalo sesto senso, ma da quando ti ho rincontrato... beh, sei cambiato. E ho pensato che questo posto ti sarebbe piaciuto tanto quando lo amo io. Non farti illusioni, Harold! E togliti quel sorrisetto soddisfatto dalla faccia!" Mi girai e mi allungai sull'erba soffice. Lui mi seguii. "Tocca a te a parlare" dissi io.

"Cosa?" chiese lui di rimando. Feci spallucce.

"Che cosa ti ha fatto cambiare?" chiesi curiosa. Lo volevo sapere veramente.

"Diciamo che aver conosciuto i ragazzi mi ha aiutato a, come dici tu, cambiare. Però la causa scatenante è stata prima: con il mio comportamento idiota una ragazza si stava per suicidare. Fortunatamente l'hanno scoperta e portata all'ospedale in tempo" disse lui sospirando. "Mi sono sentito in qualche modo colpevole per quello che le era successo, così ho iniziato a, diciamo, analizzare il mio comportamento. E ho capito... Da allora mi sono ripromesso che non tratterrò mai una ragazza in quel modo... ed eccomi qua"

Stavamo entrami guardando il cielo che si stava riempendo di nuvole. Erano grigie, quasi nere.

"Forse è meglio andarcene prima che piova" dissi alzandomi. Harry fece altrettanto. Poi ci dirigemmo verso la macchina. Mi accompagnò a casa. Stavo per andarmene quando mi bloccò il polso facendomi girare verso di lui.

"Oggi è stato molto bello" disse lui. "Ti va di uscire insieme uno di questi giorni?"

Dagli un'altra possibilità...

"Perché no? Facciamo settimana prossima?"

"Perché questa che devi fare?" mi chiese lui.

"Non credo siano affari tuoi" risposi brusca. Lo salutai e poi me ne andai.

Quando credi di odiare finisci per amare || H.S. ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora