Sono il tuo peggiore incubo

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Cat's Pov

Era per terra, in lacrime. Corsi verso di lei. Quando saprò chi è stato, ti giuro che me la pagherà cara.

"Cos'è successo?" chiesi, sedendomi di fianco a lei e abbracciandola stretta.

"C-Cam" disse tra i singhiozzi.

"Che ha combinato quel bastardo?"

"L'ho tro-trova-to a let-to con un'al-tra" rispose piangendo più forte. Andammo in camera sua e ci stendemmo nel letto. Lei continuava a piangere ed io sentivo la rabbia salire.

"Shhh" dissi accarezzandole i capelli. Quel ragazzo è morto! Giuro che lo faccio pentire di essere nato. "Andrà tutto a posto, vedrai. Ci sono io con te"

Restai con lei finché non si addormentò. Poi scesi di sotto e andai in cucina dove presi il suo cellulare. Cercai nella sua rubrica il numero di Cam e, dopo averlo trascritto sul mio, lo chiamai.

"Pronto, chi è?" chiese lui.

"Sono il tuo peggiore incubo, pezzo di merda" dissi io arrabbiata. Lui ridacchiò.

"Ciao Cat, è sempre un piacere sentirti"

"Non sai quanto mi fa piacere a me, bastardino" feci, sarcastica. "Voglio solo avvertirti: non avvicinarti più a Marika, altrimenti ti spezzo quelle gambe del cazzo che ti ritrovi"

"Tu?!" rise. Giuro che stavo per scoppiare.

"Si, bastardo. E ti conviene non farti più vedere, perché se ti incontrò non risponderò più di me" dissi attaccandogli il telefono in faccia. Doveva sperare di non incontrarmi per strada altrimenti lo avrei investito con la moto, poi sarei tornata in dietro e lo avrei rifatto di nuovo finché di lui non sarebbe rimasto che della poltiglia.

Per sbollire mi feci una doccia calda. Mi rilassava sempre e amavo stare sotto il getto bollente. Prima che potessi rivestirmi, il campanello suonò. Mi misi l'asciugamano intorno al corpo e andai ad aprire. Davanti a me c'erano Harry e Liam.

"Che incantevole sorpresa!" dissi io sarcasticamente. Mi misi in modo che loro non potessero entrare.

"Ciao" fecero loro. Ci fu un attimo di silenzio, per loro sicuramente imbarazzante, che spezzai io.

"Sentite, o mi dite che ci fate qui oppure vi chiudo la porta in faccia. Avete tre secondi" iniziai a contare, mostrandogli le dita della mia mano. Al due iniziò a parlare Liam.

"Ecco, io cercavo Marika" disse leggermente imbarazzato.

"Non capisco se sei imbarazzato perché sono con solo un asciugamano davanti a voi o per Marika" dissi sovrappensiero. "Comunque Marika non c'è quindi..." dissi chiudendogli la porta in faccia, ma il caro Styles la bloccò con il piede prima che io potessi chiuderla. Lo fulminai con lo sguardo.

"Forse quando ci siamo scontrati oggi non sono stata abbastanza chiara Styles: non.ti.voglio.tra.i.piedi" dissi scandendo le parole. Lui sbuffò.

"Non mi arrenderò così facilmente" disse lui. Alzai gli occhi al cielo, ignorandolo. Non volevo arrabbiarmi di nuovo, altrimenti ci sarebbe stato il riccio al posto di quella merda. Feci un respiro profondo e poi mi rivolsi a Liam che aveva uno sguardo talmente deluso da farmi quasi pena. Quel ragazzo era troppo dolce.

"Senti, non ho niente contro di te, anzi mi stai pure simpatico" incominciai io. "Ma oggi Marika... mmm diciamo che ha avuto dei problemi personali. Vai a casa e mandale un messaggio, magari vieni domani, ma oggi lascia perdere" conclusi guardandolo negli occhi. Lui capì, o almeno lo sperai. E fu così che fortunatamente se ne andarono. Chiusi la porta e andai a vestirmi. Quando uscii dal bagno, vidi Marika.

"Chi era alla porta?" mi chiese lei, ancora assonnata. Aveva gli occhi gonfi e rossi, oltre ad essere distrutta emotivamente. Non sopportavo vederla così: era una sorella per me.

"Liam e Harry, però li ho mandati via" risposi io.

"Grazie, non me la sarei sentita a vederlo" disse, distogliendo lo sguardo dal mio. Andai da lei e l'abbracciai.

"Siamo tu ed io, ricordi? Il resto può andare direttamente a fanculo" dissi sottovoce. Lei annuì in risposta. "Hai controllato il telefono?"

"No, perché?" mi chiese, incuriosita, ma non mi diede neanche il tempo di rispondere che si era già catapultata in cucina per cercare il cellulare. Dopo che l'ebbe trovato e aver letto il messaggio, sorrise. Un sorriso vero.

"Non so cosa ti abbia scritto, ma amo quel ragazzo"

"Ehi! È mio!" disse lei. Alzai le mani.

"Okok, non ho detto niente" risposi ridacchiando e andandomene.

Quando credi di odiare finisci per amare || H.S. ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora