Non ti lascerò più andare via

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"Non ci posso credere! Cathy!" esclamò sorpresa. "Come sei diventata bella! Come stai?"

"Emm, grazie signora Styles. Bene, e lei?"

"Chiamami ancora signora Styles ed io e te dovremmo fare un serio discorsetto" disse lei, sgridandomi bonariamente. "Comunque tutto bene. Come mai sei qui?"

"Dovevo riprendere delle cose, ma ripartirò questa sera" risposi.

"Ti andrebbe di prendere qualcosa da bere?" mi chiese lei.

Accettai l'invito e così ci ritrovammo a parlare dei miei genitori. Anne era la migliore amica di mia madre, erano inseparabili. Ricordo che mamma parlava spesso del loro legame. Erano come sorelle. I miei si erano sposati poco dopo la mia nascita, il morivo principale, a detta di Anne, era che mamma non voleva sposarsi con il pancione, ma c'era dell'altro, ormai lo sapevo. Cominciai a notare alcuni particolari, che prima mi sembravano assolutamente normali. Come gli occhi: mia madre li aveva grigi come le nuvole cariche di pioggia, invece mio padre marroni come il cioccolato. Io avevo gli occhi grigi-azzurri, di una tonalità diversa da quella di mia madre, ma pur sempre simile. I miei capelli: mia madre aveva i capelli sul biondo, a mio padre tendevano più sul nero. Decisi di domandarle qualcosa su qualche amico conosciuto prima di mio padre. Pardon, mio padre non era il mio vero padre. Comunque la signora Styles mi disse che non ne sapeva niente.

"Grazie Anne per la chiacchierata. Mi ha fatto piacere rivederla" dissi sincera.

"E a me ha fatto piacere incontrarti di nuovo. Spero che ripasserai presto da queste parti..." iniziò lei. "Sai, assomigli molto a tua madre. Sei la sua fotocopia" disse commossa. Sorrisi, il più sincera possibile, poi, dopo averla salutata, me ne andai e mi diressi verso la mia automobile. Sospirai. Presi il telefono, che avevo spento, e lo accesi. Trovai dieci chiamate perse da Harry, cinque da Marika e Niall, più molti messaggi.

--Cat, dove.diavolo.sei? Giuro che quando torni a casa ti farò passare i guai. Chiamami. M xx--

--Cathy, ti prego rispondi. Sto impazzendo, non riesco a trovarti. Che è successo? Per favore chiamami. H xx--

--Cat, le ho detto tutto. Avevi ragione tu. Scusa se non ti ho detto subito com'è andata. Grazie mille. Ti va di uscire domani? N--

Feci un bel respiro profondo e chiamai Marika.

"Cat? Sei tu? Sono passati due giorni, DUE MALEDETTISSIMI GIORNI!"

"Mi dispiace Rika, ma è successa una cosa e sono dovuta tornare a Holmes Chapel"

"Holmes Chapel? Non ci ritornavi da quando..." lasciò la frase in sospeso. Sapevo cosa voleva dire. Non ci ritornavo da quando i miei erano morti. Sospirai.

"Ho dovuto. Ti spiego tutto più tardi, ora devo andare" dissi attaccandole il telefono in faccia. Mi avrebbe ucciso, pensai ridacchiando. Presi tutto quello che avevo portato e mi rimisi in viaggio. Decisi però di chiamare Harry, ma non mi rispondeva. Sentii tutte le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento volessero uscire. Gli lasciai un messaggio in segreteria.

"Mi dispiace Harry. Io... sono dovuta... ah, maledizione." Feci singhiozzando. "Ho scoperto una cosa e... dovevo esserne sicura, d'accordo? Io...ok, forse non è stata una buona idea chiamarti. Volevo solo dirti di non preoccuparti." Dissi cacciando via le lacrime. Posteggiai la macchina e mi soffiai il naso. "Sto tornando a casa". Poi riattaccai. Mi rimisi in viaggio. Tornai a Londra la mattina seguente. Ad aspettarmi all'ingresso c'era Harry. Quando mi vide venne subito ad abbracciarmi. Mi sentivo così bene fra le sue braccia. Le lacrime iniziarono a scendere.

"Ti prego, non farlo mai più" mi sussurrò all'orecchio tenendomi stretta. Quando notò le lacrime mi chiese cosa c'era che non andava. Gli raccontai tutto. Eravamo seduti sul divano, accoccolati davanti al camino.

"Andrà tutto bene" mi disse accarezzandomi la schiena. Alzai lo sguardo e osservai i suoi occhi.

"Grazie" risposi io stringendomi di più a lui. Mi addormentai così, stretta tra le sue braccia.


Harry's Pov

Quello che mi aveva raccontato era stato sconvolgente. Ma era forte e sarebbe riuscita a superare anche questo ostacolo, ne ero sicuro. Era uno dei tanti aspetti che mi piaceva di lei.

"Mi sono innamorato di te, e ti prometto che non ti lascerò mai più andare via. Non commetterò lo stesso errore una seconda volta. Sei diventata troppo importante per me" gli sussurrai.

Quando credi di odiare finisci per amare || H.S. ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora