Raggiungere Miami non è mai stato così complicato: il traffico snervante, le canzoni alla radio ripetitive e le battute squallide degli speakers mi hanno totalmente annebbiato il cervello prima ancora di entrare in discoteca.
<<Zia, torno con i ragazzi... grazie.>> sorride divertita, non sarà facile liberarmi di lei domattina quando vorrà sapere tutti i particolari ma è questo che ci rende molto unite, questa sua immaturità di fondo che non sfocia mai nella poca intelligenza, anzi la rende una donna molto lungimirante con quella marcia in più che non sai davvero dove possa essere nascosta.
L'edificio è illuminato da tanti fanaletti viola, è mastodontico, da quel che ho sentito dire questa struttura tinteggiata in bianco porta il nome di Sound.
Lo schermo del telefono si illumina sono le 2.00 e le porte sono già state aperte quindi sarà più facile entrare aggirato l'ostacolo della folla che si accalca nello spiazzale già ubriaca fradicia, lancio uno sguardo al mio vestitino rosso e lo sistemo cercando di tirarlo un po' giu anche se imperterrito l'orlo della gonna risale su.
Non mi sento a mio agio in questo vestito probabilmente per lo scollo a V profondo, lo comprai un anno fa e ho avuto modo di indossarlo poche volte visto anche il particolare colore.
<<Sei una bambina Janet Clark e non credere che scorderò tutto questo.>>
Sussulto al suono della voce di Justin, quella voce che ha rivolto le stesse parole di odio nei miei confronti e non si è pentita, quella voce che mi ha detto di non poter restare lontano da me ma che allo stesso mi ha usata.
Usata.
Maledico la scelta dei tacchi a spillo che ,quando entro nello spiazzale, fanno un baccano tremendo ed io vorrei solo ritornare indietro perché non voglio salutarlo, non voglio scomparire dentro quegli occhi ambra rischiando di perdere me stessa, non dopo tutto quello che è successo.
Muovo qualche altro passo incerta, la testa che ciondola e gli occhi incollati sul cellulare, avverto la sua presenza, so per certo che se ne sta lì, appoggiato al muro fumando la sua solita sigaretta, lo sento e l'ho anche intravisto.
<<Buonasera.>> La sua voce vibra calda e profonda, alzo lo sguardo e non posso non catturare il movimento della sigaretta che scivola all'angolo della bocca stretta fra le labbra carnose, le stesse che mi hanno dato il colpo di grazia.
<<Ciao.>> concludo, il suo sguardo mi passa da parte a parte facendomi sentire a disagio, non so perché ma credo sia una sua abitudine quella di squadrare le persone comunque sia mi fa sentire sotto i riflettori e ciò non mi piace.
Sbuffa l'ultimo rivolo di fumo, noto come la sigaretta sia oramai stata consumata.
<< Non si entra da qua.>> fa appoggiando la mano sulla mia mentre stringo la maniglia, è un tocco incerto forse per accorciare le distanze... ma che dico, è Justin probabilmente per divertirsi un po', come ha detto lui? Per usarmi?! Ah sì, ecco per usarmi.
Mi scosto portando il telefono all'orecchio, Lena è entrata senza aspettarmi, mi sembra ovvio perché avrebbe dovuto aspettarmi? Rovino sempre tutto, si sarà anticipata un po' di divertimento senza me e tantomeno Justin nei paraggi con i nostri sbalzi di umore, la nostra negatività.
<<Non prende lì dentro e anche se prendesse cosa vuoi che senta?>>
Lascia cadere la sigaretta e la calpesta lentamente il che mi ricorda l'agonia che provo quando sono al suo cospetto.
<< Mi dici dove è l'entrata?>> domando stizzita, non mi interessa di cosa vada bene o cosa non vada bene non siamo amici, non può credere di risolvere tutto così, con la cordialità che finge di avere, con le belle parole che sa inventare mentre io soffro dentro per i suoi veri insulti.
<< Possiamo entrare insieme se vuoi perché, vedi... Beh, Janet non viene ed io la stavo aspettando...>> Si passa una mano fra i capelli ed io trovo solo ora il coraggio di guardarlo, ora che è in imbarazzo ma non posso non trovarlo egualmente bellissimo: il bomber con fantasie floreali su uno sfondo rosso, il colletto ricamato in oro lucente, la t-shirt bianca effetto rovinato che sono certa profumi di buono anche se possa sembrare così vecchia e malandata, malandata tanto da far vedere ogni lembo della sua pelle e i boxer con il famoso logo in bella vista mentre i pantaloni neri scendono giù morbidi.
Tutto questo è così studiato ma non può eguagliare il suo volto: le ombre che giocano con la mascella, le ciglia folte ed i capelli, quei fili di grano pettinati all'indietro come nei film in bianco e nero dove tutto sapeva di anni passati, star Hollywoodiane e romanticismo.
<<Mostrami la strada.>> rispondo fredda, non ho intenzione di dargliela vinta eppure il sorriso che scocca riesce ad intenerirmi nel profondo, come se un'onda improvvisamente si infrangesse sul cuore.
<<Seguimi.>>
Avvampo quando la sua mano afferra la mia, non per il contatto, non per il gesto ma per la velocità, la decisione come a volermi dire "non hai scampo" e poi quella stretta forte che blocca la circolazione e manda in tilt i pensieri...
Aggiriamo l'edificio in totale silenzio, non ho gran senso dell'orientamento così quando due porte metalliche laccate in viola compaiono davanti a noi rallento il passo e lui effettivamente se ne accorge.
<< Fidati.>> sussurra, il cuore rimane immobile impigliato fra la eco di questa semplice parola.
<< io vorrei, ma tu... Lo sai Bieber...>>
Sento la sua figura irrigidirsi, so di averlo colpito, forse anche lui ha con sé dei sensi di colpa ma perché non dimostrarlo? Lo perdonerei eppure l'unica cosa che sa fare è stringere ancora di più la mia mano oramai insensibile al tatto, a qualunque tatto che non sia il suo.
<<Bieber!>> Qualcuno lo saluta, qualcun' altro gli dà una pacca sulla schiena, altri mi guardano con occhi curiosi, qualche ragazza gli sbava dietro quindi finalmente entriamo.
La musica è assordante ma a me è sempre piaciuta, studio danza classica e moderna quindi di ballare non mi stanco quasi mai, sono sempre l'ultima a lasciare la pista e la prima ad entrarci, ma stasera davvero non lo so, non so se sarò così naturale e spigliata, non con questa situazione alle spalle.
<<Scusami!>> un ragazzo spezza il contatto fisico tra me e Justin rovesciando a terra un bicchiere di non so cosa, fortunatamente era di plastica ed io ero abbastanza lontana dalla sua persona.
<<Presa.>> Justin mi cinge la vita con il braccio e fare protettivo anteponendosi fra me e il ragazzo che continua a farneticare formule di scuse a caso.
<<Ti sei macchiata?>> Domanda il ragazzo burbero affianco a me cercando contatto visivo ma io lo eludo, districandomi dal suo abbraccio.
<<No, so camminare da sola, andiamo.>>
Mi incammino, tra uno strattone e uno spintone ma dopo pochi metri mi ritrovo completamente sola, con corpi che si strusciano di qua e di là e ragazze che saltellano in preda agli ormoni.
<<Grazie per avermi aspettato.>>
Justin mi sorprende con la sua voce squillante poi mi lascia in mano un cocktail, un sex on the Beach? Forse, non l'ho ancora assaggiato non saprei dire.
<<Dimmi, ti credi simpatico?>> sbotto acida guardandolo ridacchiare anche se devo ammettere che quelle fossette non riesco a non guardarle.
<< Non sapevi camminare da sola? Pensavo fossi già arrivata.>> fa qualche passo indietro portando le mani in alto sulla difensiva, crede davvero che offrendomi da bere e comportandosi da bambino possa risolvere le cose? Intenerirmi mi intenerisce ma non cambia il fatto che mi abbia usata e lo abbia anche ammesso.
<< Dove sono gli altri?>> domando, è sparito dalla mia visuale ma non intendo voltarmi.
<<Sono là.>> sussurra avvicinando il volto all'incavo del mio collo, sento il suo alito caldo solleticarmi l'orecchio, la mano grande e delicata aderire alla parte inferiore della mia schiena mentre quel profumo di buono mi pervade.
Dovrei scostarmi, dovrei muovermi, fare qualcosa, qualsiasi cosa ma finisco con il chiudere gli occhi e rimanere la immobile.
<< Che c'è?>> sento il divertimento nella sua voce calda, familiare e tanto odiata.
<<La musica mi dà fastidio.>> trovo una scusa in fretta e furia, che altro potrei dirgli? Sai, la tua voce è angelica anche se credo tu lo sappia già.
Il suo braccio mi cinge nuovamente il fianco mentre mi smuovo come comandata assecondando il suo passo, nascondo la delusione verso me stessa bevendo un altro sorso di drink, so che non sarà il primo né l'ultimo di questa serata e che anche i guai sono all'orizzonte.
<<Sera, ragazzi!>> sorrido al gruppetto arroccato su un divanetto formato principalmente da ragazze che non conosco, sono tutti con un cocktail in mano, tra questi spicca Lucas sorridente quindi all'appello mancano solo la nuova coppia e Chad.
<<Hey, bella!>> Lucas mi fissa lo sguardo addosso mentre le labbra si schiudono in un'espressione meravigliata, ridacchio ma celato dalle luci basse il rosso sale sulle guance ciò nonostante riconosco dal suo sguardo lucido che ha bevuto ed è dunque brillo.
<<Lucas.>> Justin affianco a me è nervoso, riavvolge il braccio intorno a me stringendomi un po' più forte facendomi innervosire, non sono insicura è stato solo un momento imbarazzante.
<<Ragazze lei è Belle!>> Continua il ricciolino indicandomi con il bicchiere colmo di una sostanza blu, con quegli occhi mi divora il che mi da un po' fastidio.
La triade di bionde laccate mi salutano tutte risolino e scollature accompagnate da 18 centimetri di tacco, prendo posto tra una di loro riccia ribelle, Alyssa, e Lucas.
<<Posso?>> Justin si siede proprio accanto a me facendo spostare la ragazza che gli lancia occhiate maliziose.
<<Belle, non c'hai mai parlato della tua vita sentimentale!>> Lucas esordisce ridendo affianco a me, capisco subito che non sia in lui non farebbe così se fosse lucido.
<<Non è molto attiva ultimamente, sono molto selettiva.>>
Justin mi lancia uno sguardo profondo nascondendo una risata, di tutta risposta lo freddo allontanandomi dal suo corpo e avvicinandomi a Lucas.
<<Mi piacciono le tipe come te, sanno tenere testa anche ai più stronzi.>> risponde irrisorio Lucas, so per certo che quest'ultima frecciatina sia in mia difesa e palesemente contro Justin, dovrei sentirmi lusingata invece sono solo tesa dalla sua possibile reazione a questa offesa.
Il biondo, però, si lancia in una conversazione animata con le tre ragazze lo vedo muovere le mani con esperienza, sorridere affabile e aggiustarsi di tanto in tanto la giacca dopo essersi passato il pollice sulle labbra: tutto questo mi fa comprendere quanto possa essere bravo e quanto anche egli sia selettivo, io non le posso eguagliare, loro sono così diverse.
<< Non ti va di scendere in pista?>> Lucas mi sta palesemente invitando eppure non mi va, non adesso non voglio essere tacciata come quella che ci prova con tutti i componenti del gruppo non che io abbia mai provato qualcosa per Justin.
<<Non lo so, vorrei aspettare un altro po' mi ci vorrebbe un drink per sciogliermi.>>
Il riccio si alza di scatto diretto al bancone e solo ora mi accorgo di quanto barcolli, ridacchio buttandomi all'indietro, è comico non è l'idea di lui che mi ero fatta ma ultimamente sono così brava a sbagliare.
Le ragazze si alzano per raggiungere la pista ed io sospiro figurandomi già sola su questo divanetto poi però succede l'inaspettato: Justin che reclina l'invito e si sistema più vicino a me tentando nuovamente di accorciare le distanze.Justin Bieber: Dove è Lucas?
mi manda un messaggio, a stento riesco a trattenere il sorriso per questo modo buffo di conversare anche trovandoci a pochi millimetri gli uni dagli altri.
Io: Mi ha offerto qualcosa da bere.
Justin: Ah, okay non ti andava di ballare?
Io: No, non stasera.
L'ultimo messaggio l'ho mandato per farlo sentire in colpa eppure un po' mi pento quando lo sguardo cade sulla nostra chat e noto il mio nome contatto ovvero Lil Stubborn.
Non ha senso, non posso sciogliermi per una stupidaggine simile, non posso cancellare tutto per così poco, per l'apparenza delle cose.
Justin: va bene, non che mi interessi.
Non so come ma nell'aggiustarsi la sua mano finisce sulla mia gamba e qui resta senza che io abbia il coraggio di spostarla.
<<Ecco!>> Lucas mi porge il bicchiere, per un istante trattengo il fiato: non mi piacerebbe se vedesse la mano di Justin su di me come se fossimo una coppia, quindi sorrido e azzardo una battuta.
<<Tu ce l'hai la ragazza Lucas?>>
<<No, libero.>> sospirando.
Justin comincia a tamburellare le dita frettolosamente, è assorto nei suoi pensieri e con la coda dell'occhio lo sorprendo a fissare il vuoto.
<< Justin, Janet?>> ringrazio Dio del cambio di argomento anche se questo non sembra più felice, almeno per me.
<< A casa.>> Borbotta, ne approfitto per spostare la gamba ma la sua mano dalle dita affusolate e lunghe ripercorre la pelle e si riposiziona lì inerte anzi lasciano un pizzicotto.<<Sono comodo così lascia stare.>> sentenzia evitando il mio sguardo, noto il nervosismo che si trascina dietro.
<< Justin...>> vorrei incominciare a combattere contro lui, a elencargli i miei buoni motivi per odiarlo ma vengo subito interrotta.
<< Sciogliti Belle.>> Grida Lucas da sopra la musica incominciando ad ondeggiare, nella foga della risata la mia mano sfiora quella cada di Juss, hey da quando lo chiamo così?
<<Vieni a ballare.>> mi trascina via ed io non ho neanche il tempo di rispondere con uno dei miei secchi "no", non lo so neanche io cosa realmente voglio sento solo la sua mano nella mia che si impone alle mie decisioni, gliela farò mai pagare?
Nel frattempo ha le mani sui miei fianchi e non è un buon inizio, decisamente no."Show you off, tonight I wanna show you off
What you got, a billion could've never bought
We gonna party like it's 3012 tonight
I wanna show you all the finer things in life
So just forget about the world, we young tonight
I'm coming for ya, I'm coming for ya."- Beauty and a Beat.
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Spazio Autrice:
Grazie per esserci e per il tempo dedicato alla nostra storia, buone fatte feste❤️ Cosa capiterà nel prossimo capitolo? Lasciate una stellina e un commento e poi... beh aspettiamo il prossimo capitolo.😂
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Shadows
FanfictionUn amore scelto e voluto da due persone vulnerabili, il destino in accordo con un passato truce. Una vita di eccessi, di litigi, di dipendenze emotive dove amare è ferirsi reciprocamente, volersi a tal punto da possedersi senza remore, scambiando c...