JUSTIN.
Il bar della SilverTower comincia a starmi stretto, evito a stento le occhiate ammiccanti della donna di mezz'età dietro il bancone ma l'alcol che ho immagazzinato fa tutto da solo offuscando la vista.
Il tanfo di sigarette e di aria consumata mi impregna fin dentro le ossa: questo locale fa schifo, fa schifo la mi condizione e faccio schifo io.Mi passo una mano tra i capelli e un flashback mi sorprende in fallo: Belle che scappa, io che provo a seguirla, Janet che si arrabbia e grida in vivavoce.
Non capisco cosa tutti vogliano da me: come sia possibile che tutto debba gravitarmi intorno per poi schiantarsi contro me, non capisco cosa attragga questi fulmini dritto dentro me.
Cos'è Belle per me? Bella domanda.
Durante i primi giorni di conoscenza l'ho sempre vista come una ragazza normale senza marcia in più e senza marcia in meno, l'incarnazione della monotonia, dello stupido essere insicuri fin quando il sentimento non è diventato più denso e sono finito con l'essere, in parte, dipendente da lei.
Non so se sia amore il fatto che io mi avvicini sempre più, credo piuttosto che sia un riflesso involontario dopo essermi riconosciuto in lei: sembra voler assumere le sembianze di uno specchio per poi riflettermi.
Non capisco, non comprendo fino a che punto possa spingermi, ma mi dà fastidio questo suo essere quanto mi attrae: è l'unica ad avermi compreso senza che una parola fosse pronunciata.Non so perché ma non posso proprio concepire di essere solo amico, entriamo in conflitto eppure i nostri corpi si cercano: lei per quanto sappia difendersi è piena di insicurezze, in lei si squarciano ombre e fantasmi ed io per quanto scappi da questo suo essere, non posso non girarmi a guardala o giocare con le sue labbra.
Non capisco di cosa si possa vergognare, sorrido: è carina ma soprattutto è una ragazza intelligente.
Non capisco queste ragazze, c'è sempre un guadagno, una forma di bellezza dietro la propria fisicità: la curva del fianco, quella del sorriso...
No, non capiscono quanto l'uomo sia incline ad innamorarsi di tutto e di niente, siamo spinti a conoscere loro non il loro corpo che bene o male si riduce sempre ad un punto, quello superficiale, quello che accomuna tutte.<<Bah!>>, sussurro lasciando andare una nuvoletta di fumo, sale in aria e offusca ancora di più tutto intorno a me.
Guardo il bicchiere vuoto e ne osservo lo sporco sul fondo: il proiettarsi dei miei pensieri.La risata di Belle dietro me è inconfondibile ma non è la solita risata pura, quella che le provoco io.
Da quando è arrivata non fa che evitarmi, non ha parlato quasi mai limitandosi a ridere delle battute d'altri con lo sguardo sempre concentrato sul fondo del bicchiere che Chad riempie ogni secondo di più.
Ho lanciato varie occhiatacce a quelli del gruppo ma non se ne fregano granché, non posso neanche immaginare che mi ascoltino: vogliono farle passare una bella serata ed io, io devo restarne fuori perché l'ho rovinata.
Ho rovinato Belle.Sono finito così a questo bancone, seduto in disparte di fronte ad una donna che non mi sa di niente mentre ce ne è una dietro me che riesce a farmi perdere battiti ad ogni risata per sensi di colpa e per qualcosa che ho dentro ma è indefinito.
Lo schermo si illumina e lo catturo con lo sguardo, mi passo il dito sulla bocca e poi reimbocco la sigaretta giocandoci un po'.Janet:
Vieni da me, voglio continuare a parlare con te.Manda messaggi maliziosi senza alcun ritegno, non è una ragazza che stimo particolarmente e credo che non lo sarà mai: siamo sempre stati insieme perché lei è accondiscende, carina e non si è mai spinta troppo oltre i limiti da me posti.

STAI LEGGENDO
Shadows
Fiksi PenggemarUn amore scelto e voluto da due persone vulnerabili, il destino in accordo con un passato truce. Una vita di eccessi, di litigi, di dipendenze emotive dove amare è ferirsi reciprocamente, volersi a tal punto da possedersi senza remore, scambiando c...