Mi risveglio nel momento in cui una ventata fredda colpisce in pieno petto, ci vuole un po' per abituarmi al buio intorno a me.
Dopo un'altra manciata di giorni, di solitudine e pensieri assillanti ,che m'hanno raramente lasciato dormire, sono crollata su di un divanetto a bordo piscina.
Lancio un'occhiata malinconica al blu elettrico dell'acqua e alla sagoma storpiata della grande villa.
Sbuffo e verso della Coca-Cola oramai calda nel bicchiere.
Ingurgito lasciando che la bocca impastata si risciacqui.Il telefono squilla, brontolo sonoramente: sono le 3.00 di mattina cosa mai vorranno a quest'ora?
Lascio correre per qualche istante ma il trillo non accenna a demorde ed io sono troppo curiosa.Avvicino il telefono alla bocca ancora un po' su di giri, la brezza fredda scalfisce la pelle e la ricopre di brividi.
<<Pronto?>> domando incerta, il numero è straniero quindi si verificano piccole turbolenze.
L'ansia si fa strada in me mentre il silenzio divora tutt'intorno.<<Miss Belle? Belle Blanc?>> di rimando.
Sussulto nel momento in cui il marcato accento francese si fa strada in me.
La voce maschile sembra essere fredda, profonda ed impassibile dietro la cornetta.<<Sì, sono io mi dica.>> mi affretto.
L'uomo tira un sospiro prendendosi una breve pausa, dall'altro lato sento dei mormorii insistenti.<<La chiamo dalla caserma *** a nord di Parigi, i suoi genitori sono stati coinvolti in un incidente stradale molto grave.
Ho l'esigenza di mettermi in contatto con Miss Margaret tuttavia quest'ultima non risponde, può avvisare? Sa per caso in quale altro modo posso contattarla?>>Il vuoto mi riempie, sento mille crepe farsi strada in me e frantumi taglienti abbattersi sul cuore.
Mi ritrovo a correre in casa, davanti a me due strade: le scale o la strada.Tergiverso lasciando scorrere una lunga pausa tra me e l'interlocutore.
"Vada per la seconda opzione." A parlare è il mio subconscio.
Mi avvento verso il portone come se fosse l'unica via di uscita, come se la casa si stesse man mano rimpicciolendo mozzandomi il respiro.
<<Signorina, risponda... È in linea?>>
la voce grave cerca di scuotermi dal colpo ma come?
Come posso metabolizzare ciò?
Butto giù un lungo respiro che sembra essere fatto d'aria pura, sembra perché brucia in petto come fuoco.Cado in ginocchio sull'asfalto, le lacrime non vengono giù ed io vorrei tirarle fuori una ad una con violenza, vorrei che si eclissasse tutto: le urla, i giochi giù a riva, la melodia delle chitarre alta e spedita verso la mattina.
Se tutto si potesse fermare, se tutto potesse finire ora, se io potessi scomparire inghiottita dalla notte e ricongiungermi con ciò che mi appartiene e mi è stato strappato, lo farei.
<<Signorina, dannazione!>> l'uomo perde le staffe blaterando.
Mi armo di coraggio e decido di rispondere sebbene con voce flebile.<<Sì, sono in linea.>> pronuncio scandendo bene parola per parola.
<<È con sua zia?>> la voce si fa più pacata, forse più umana ciononostante la confusione si fa strada in me.
"Ho diciassette anni, parli con me!." Penso rabbiosa.<<Dove sono? Dove sono i miei? Come stanno?>> chiedo quasi vergognosa di sapere la risposta.
Le speranze brillano come le stelle di stasera tuttavia proprio in questa notte il cielo ne vede alcune morire, scomparire nel suo manto oscuro e precipitare inerti dirette al centro della terra nude, vuote.

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Shadows
Fiksi PenggemarUn amore scelto e voluto da due persone vulnerabili, il destino in accordo con un passato truce. Una vita di eccessi, di litigi, di dipendenze emotive dove amare è ferirsi reciprocamente, volersi a tal punto da possedersi senza remore, scambiando c...