Los Angeles, LA Art Accademy ore 16.30 del 7 Settembre.Varco la soglia del mastodontico edificio bianco lasciandomi indietro gli occhi curiosi di mille ragazzi, il cortile è gremito di gruppetti affiatati ed intendi a spettegolare sui "nuovi arrivi", categoria di cui faccio parte da due settimane.
La mia vita ha preso il volo in maniera inaspettata ed il trasferimento in una delle metropoli più conosciute del mondo, mi ha aiutata a cambiare prospettiva.
I corridoi sono ancora più affollati del solito, gli armadietti di un verde scolorito se ne stanno sudici addossati alle pareti mentre il mio sguardo si sposta irrequieto, dovendo io scansare più volte le cartacce e gli aereoplanini bianchi che fluttuano in aria.
Sono in questa scuola da un po' oramai ed odio già alcune piccole cose, tra queste l'armadietto arrugginito che mi hanno affibbiato.
Cigola sotto la potente scossa del mio strattone e finalmente, si spalanca rivelando il disordine che mi perseguita all'incirca da sempre.
Sbotto cercando di afferrare un quadernone a righe ma con lui vengono giù una marea di fogli bianchi protocollo , impreco a mezza voce e mi chino a raccogliere il tutto.
<<Non devi arrabbiarti per una stupidaggine del genere!>> sussurra Alicia scuotendo il capo a più riprese.
Starà ripensando al primo giorno di scuola e a come ci siamo conosciute, dubito se ne possa scordare.
Effettivamente non è stato molto difficile farmi notare dal momento in cui ho incominciato ad infierire contro l'armadietto e a sbuffare in una lingua di cui tutti capivano poco e niente, ovvero l'italiano.
Alicia quel giorno era affianco a me, probabilmente doveva prendere qualche appunto dal suo armadietto. In classe l'avevo già notata e classificata come persona diligente e piena di volontà, il mio esatto opposto pertanto non ho chiesto aiuto.
Ciononostante quel giorno, trattenendo le risate mi ha aiutata a riordinare tutto, con calma sorprendente mentre io ero tutta accaldata per il mio incessante sbraitare.
<<Sveglia o faremo tardi!>> mi apostrofa facendo sbattere l'anta oramai già sgangherata del mio armadietto, i primi giorni mi arrabbiavo ma da un po' ci sono abituata e lascio correre.
Classica situazione in cui mi ritrovo ogni pomeriggio, durante i così detti "laboratori": lei pimpante e sull'attenti, io in coma e con borse sotto gli occhi che parlano da loro.
<<Ho ancora quello schifo di pranzo sullo stomaco!>> sussurro ripensando alla poltiglia che ho ingurgitato contro volontà, Alicia mi scocca un'occhiata complice come a voler dire "ti comprendo benissimo, chiudiamo l'argomento".
Alicia è di origini spagnole, entrò in accademia un anno fa come modella per taglie forti e non per questo ha scordato la tradizionale cucina spagnola rimpiazzandola con quella americana.
A mensa ci riconosciamo subito, siamo sedute all'ultimo tavolo assieme ad altre ragazze dalle varie etnie tutte intende a lamentarci del rancio giornaliero.
<<Non correre così, vomiterò anche l'anima!>> grido facendo voltare un paio di ragazze del quinto anno ovviamente indignate, sono insopportabili ma soprattutto troppo civettuole.
In questa accademia trafficano tanti ragazzi di buona famiglia alle prese con arti quali canto, recitazione, fotografia, scrittura, moda e le relative sottocategorie.
Ritornando a me e ad Alicia c'è da aggiungere alla lista dei difetti il nostro essere perennemente in ritardo, sembra non ci sia modo di risparmiarci un briciolo d'ansia e così anche oggi.

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Shadows
FanfictionUn amore scelto e voluto da due persone vulnerabili, il destino in accordo con un passato truce. Una vita di eccessi, di litigi, di dipendenze emotive dove amare è ferirsi reciprocamente, volersi a tal punto da possedersi senza remore, scambiando c...