Il pesante cancello in ferro battuto scricchiola sotto la mia presa, appoggio il volto fra le sbarre respirando l'odore pungente della ruggine bagnata.
I più chiamano questo stato di profondo malessere interiore depressione, trauma, senso di vuoto o chissà quale diavoleria io invece penso sia come un fottuto gioco.
Hai presente il beer pong?
E' la stessa identica cosa, palline rimbalzanti ripiene di ricordi e rimorsi che sfiorano le curve gentili di bicchieri colmi di lacrime.
E tu incassi e incassi, e butti giù e butti giù fino a che c'hai il fegato colmo di veleno e le mani che ti tremano.
Vorrei uscire da questo tunnel, farmi un giro sotto pioggia che non sia temporale e provare sensazioni che non facciano male ed io ci provo ma là fuori chiunque merita di essere più felice di me.
Così rimani a guardarti scomparire tra lenzuola sudate di coscienza.
Il treno corre sulle rotaie proiettando un'eco distorta fra le vuote stanze dello Stabilimento, sembrano piangere l'abbandono.
Ho scoperto da poco l'esistenza della ferrovia qui vicino, stavo progettando un murales su di un muretto ai confini est della grande tenuta in cui mi trovo ora.
Si parlava di falò quando si avvertì il fischio, Calum disse di voler scappare un giorno con Grace.
Conosco a malapena Calum,ancor di meno questa Grace è un pensiero superfluo ma ritengo importante ricordare.
Non sono l'unica a fuggire, non sono l'unica a nascondermi.
C'è una grande festa lì sul tetto dello Stabilimento, si vedono bene di qui i fasci di luce arancio che solcano il cielo spezzati brevemente da un verde smeraldo.
Ogni tanto tra urla ed abbai puoi avvertire bottiglie di vetro sfracassarsi al suolo, deve esserci una matassa di gente ubriaca lì sopra.
Le mani tremano quel poco che basta a riaccostare il cancello: vado a farmi come una pezza oppure rimango sobria?
Gratto via la vernice con i sensi di colpa che fanno a pugni con lo stomaco.
<<Hai freddo?>>
Ed io li vedo quegli occhi nocciola entrare in collisione con i miei, è tipo un mescolarsi anima e ossa quando si sta vicino.
Si tiene a fatica dritto di fronte dietro me, lo sento litigare con il respiro e i passi ma soprattutto avverto le sue mani su di me come unica certezza.
<<Sono stata un'imbecille.>> ridacchio osservando i sottili fili di erba solleticarmi le caviglie, incastrarsi fra il cinturino argenteo dei tacchi e la pelle d'oca.
Contatto delicato.
Se solo potessi spiegare il modo in cui raccolti i miei capelli in un bouquet di onde oceaniche li faccia ricadere morbidi sulla schiena, se solo potessi descrivere la mano che si insinua lungo lo scollo che sprofonda fino alle fossette di venere, le dita che sfiorano impercettibili le piaghe di pelle color via lattea forse... forse potrei completare il senso di tale epiteto.
<<Non hai proprio idea di quanto tu mi stia segretamente annientando.>> arrossisce raggiungendo la mia mano che si divide tra brividi e ferro battuto.
Non le intreccia, non ci gioca piuttosto mi indirizza.
Fare la scelta giusta è dannatamente pesante, difficile per se stessi immaginati per due così quando si ritrova stordito a spalancare i grossi battenti io rimango lì a guardare.

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Shadows
FanficUn amore scelto e voluto da due persone vulnerabili, il destino in accordo con un passato truce. Una vita di eccessi, di litigi, di dipendenze emotive dove amare è ferirsi reciprocamente, volersi a tal punto da possedersi senza remore, scambiando c...