42.| Molly.

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Santa Monica di notte è una distesa di lucciole, tante piccole lucine che si stagliano sull'orizzonte giocando fra le piaghe della notte.

Non è facile camminare in questa oscurità, per queste vie secondarie senza avvertire l'esigenza di una mano, di una persona che al tuo fianco possa guardarti dalle ombre che sono solite recidere le sicurezze alle tue spalle.

Non è facile uscire da uno studio fotografico, spogliarsi degli strati di fantasia e colore ma allo stesso tempo dover incamminarsi per strade solitarie vestita solo di pelle.

Delle volte indossi un giubbotto, uno di quei trench visti e rivisti nei film e che ti portano ad amare un po' di più la tua situazione.

Estranea a te stessa, depersonalizzazione momentanea.

Ispiro l'ultimo tiro di sigaretta con il rombo dei motori in testa e l'odore di fritto che aleggia fra palazzi tappezzati da scritte ribelli, scritte d'amore o classiche invettive contro uno stato sordo.

<<Anche stasera?>> accenna Alicia al mio fianco, la sua ombra si confonde con la mia.

Mi sta sorreggendo?

È stupendo il fatto che tenga il conto del mio farneticare ovunque vada.

Il modo in cui porta il segno, la pazienza con la quale corregge ogni mia disattenzione...

Sostenersi a vicenda per trovare uno spazio, una dimensione nella quale cercare di stanare il futuro con i suoi alti e bassi, con i suoi calci in pancia e le mani intorno al collo che poi si trasformano in carezze ed ancora graffi.

<<Non ce la faccio.>> ammetto.

Sto precipitando, non riesco a controllare l'oscurità che spazia in me: annienta ed annula la luce, la trasforma in tenebre e per quanto possa cercare di scappare dal freddo interiore, da quel vuoto viscerale che si ricollega ad un'un'anima a brandelli sono in caduta libera, la gravità preme per spingermi al centro della terra dove rimarrò intrappolata quel poco che basta per respirare terra.

Perché ho perso sensibilità?

<<Chad?>> accenna, so a cosa allude ed è una ferita bagnata da pioggia di stelle: aperta e alla mercé di bugie notturne.

Perchè la luce del sole non mi appartiene, non scalda abbastanza questi sentimenti morti ed è meglio restare avvolti da questo senso di smarrimento che rimanere delusi da illusioni di una società che non comprende.

Vandalizzo ciò che dovrebbe salvarmi, lo faccio perchè del condizionale so le trame nascoste: perchè aiutarti quando potrebbero sacrificarti?

<<Non lo deve sapere.>> sbraito lanciando la cicca ai nostri piedi.

Sospira in silenzio al mio fianco, ha le mani che rincorrono frenetiche le parole che le sgorgano in mete ma che non ha il coraggio di far venire a galla.

Sono un peso per i miei migliori amici?

Per un solo secondo i suoi occhi crepitano cedendo al mio sguardo di fuoco, so quanto i due si stiano avvicinando e so ancora quando entrambi tengano a me ma semplicemente non possono, non possono cercare l'ordine in me: non ce lo voglio.

Serve a qualcosa questa tanto agognata sensibilità?

L'essere vulnerabili?

A me ha portato solo danni, solo legami spezzati ed una casa oltreoceano vuota in cui non entro da mesi.

Da Kristal:

Santa Monica, Pier Ore 21.30.

Rileggo sotto lo sguardo asettico della mia accompagnatrice.

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