23.| Odi et Amo.

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Song: The feeling.
"Corro senza una meta inghiottita dal buio, sento dei passi dietro me e le lamentele insistenti dei miei genitori misti a pianto e gocce di pioggia che scendono giù dal cielo veloci l'una dopo l'altra.
Sto correndo in una palude deserta, il fango è l'unica cosa visibile oltre a qualche liana che collega alberi spogli, spettrali nel loro genere.
Foglie secche che frusciano, queste grida che si fanno così forti e un sussurro.
"Belle, corri da me"
È mia sorella Tiffany, ancora.
Non è lo stesso identico scenario, ma il sogno è perlopiù lo stesso.
La pioggia si fa più fitta, sembra addirittura squarciare in due la mia camicia da notte.
Le gocce trasparenti presto però diventano qualcosa di più denso, appena colorato di marrone.
Fango? Non ho il tempo neanche di pensare a questa ipotesi che giungo ad un fiumiciattolo.
Osservo l'acqua che borbotta, scorre sì ma al contrario e dentro lei galleggiano mille vecchie fotografie.
La pioggia continua a cadere ma il colore cambia così come la frequenza.

Rosso. Pioggia scarlatta.

Con violenza disumana, lacerando la pelle e infliggendo ferite profonde la pioggia rossa diventa simile ad acido.
Ne assaggio una goccia scivolata all'angolo della bocca mentre barcollo verso il fiume.
Non vorrei barcollare ma le mie gambe indietreggiano da sole.

Assaporo.

"Sangue", sussulto.
Come la regina nell'eterna lotta degli scacchi sbaraglia l'avversario così con un colpo secco ,provocato da una qualsiasi forza oscura, cado.
Un bagno nell'acqua gelida, circondata da mille fotografie fantasma, grido di dolore mentre il liquido entra nei polmoni e provoca un senso di smarrimento.
<<Ci sono io con te.>>  la voce misteriosa, ancora.

Rinvengo.
Sotto me foglie secche, borbottio di ruscello un po' più in là.
Tiro a sedere guardando al di là della palude che mi circonda e poi più in giù, verso le mie mani.
Urlo.
La camicia di notte è rosso scarlatto, rosso color del sangue."

<<Piccola!>>
Sento l'aria fresca scalfirmi il viso, qualcuno carezza appena le mie guance sudate per l'affanno per poi districarmi dalla morsa delle lenzuola.

<<Va a prendere dell'acqua.>>
Bisbigliano affianco al mio corpo tremante, decido di aprire un pochino gli occhi per cercare di capire in che situazione mi sono cacciata.

<<Ahh.>> grido, portando una mano alla tempia: il mal di testa è tremendo.
<<Piccola, ci sono io con te.>>
Rabbrividisco, la frase è la stessa dell'incubo.
Sono sveglia, vero? Sto ancora sognando?

I miei occhi si abituano all'oscurità, scruto tutto intorno come spaesata per poi incontrare due occhi vigili e chini su di me.
Leggo subito preoccupazione al loro interno.
Sono color miele, sono gli occhi di Justin.

<<Che ci fai qui?>>
Sussurro ancor più confusa, ricordo di essermi addormentata fra le sue braccia ed ora sono nel mio letto con lui affianco in stato d'ansia per me.
<<Shhh.>> mi culla lentamente.

Vedo comparire alle sue spalle Chad, con volto atterrito.

Regge in mano un bicchiere d'acqua che subito mi porge, non posso fare a meno di notare come entrambi siano solamente in boxer quindi è ovvio che stessero passando la nottata qui.

Bevo un lungo sorso, nonostante il mio incessante tremare.

Credo di aver urlato.
Sì a pensarci bene l'ho fatto ma non posso non ricordarmi lo schifo che ho visto in sogno.
Sangue.
Ho assaggiato sangue.
Ero immersa nel sangue, il fiume era sangue.

Una scossa mi percuote, seguono delle vertigini e un sapore metallico in bocca.

<<Justin, ho paura.>> ammetto lasciando che una lacrima cada giù a vuoto.
Vedo Chad avere uno slancio verso me tuttavia sento di voler rimanere sola con Juss, lo capisce anche lui.

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