Il tepore dell'aria condizionata si attenua quel poco che basta per lasciarmi respirare aria pura, lascio cadere lo sguardo sul finestrino.
due goccioline si separano, si intrecciano e ancora, oramai stessa sostanza, sfumano nella loro corsa verso la fine.
La macchina scorre sull'asfalto asfissiata dal traffico ovattante, viaggia verso una carezza sulla gamba ed un bacio sulla guancia necessarie ad attenuare la paura.
Di quante cose ho paura? Non porto il conto di tutte le mie insicurezze, nessuno in questo mondo lo fa.
Le lentiggini di Chad si allargano in un sorriso, ha le mani che stringono compulsivamente il manubrio quasi a voler trattenere con questo i pensieri.
Mi inumidisco le labbra prima di imboccare una sigaretta, un gesto che in un modo o nell'altro mi ricorda Juss.
La nostra maledetta abitudine di rovinarci i polmoni anche e soprattutto in macchina viene fuori oramai spontanea per quanto gli altri la odino.
Cinque giorni di totale silenzio.
Mi arrogo il diritto di azzittire la radio che in sottofondo protesta sbattendomi in faccia la voce di Juss, il CD viene sputato fuori con un lento ronzio.
<<Andrà tutto bene.>> sussurra impercettibile Chad.
Scappa al mio sguardo ed io non gli credo, non cedo a questo finto sorreggersi che si concretizza nel tracannare illusioni al sapore di speranze.
Esco frettolosamente dall'abitacolo con le nubi che gravano sul mio corpo gracile, l'umidità può risultare un'ottima compagna quando hai un vuoto dentro.
Sarà che accresce, che riempie.
La periferia mi si disegna intorno aggressiva, vuole che io mi inorridisca alla vista dei sacchi di immondizia lasciati cadere sull'asfalto tiepido di fine giornata.
Il palazzo è immenso e triste, sarà che dalle grondai gocciola pigrizia ed abbandono e nell'intonaco giallo canarino si allargano macchie nere come fumo misto ad inchiostro.
La portinaia all'entrata mi squadra per un po', il mio vestiario nero minaccia aria di teppista ma dev'esserci abituata perché sorride.
Non impiega molto a darmi ciò che cerco, l'apatia deve averla scelta per amica.
Le scale percorse in solitudine sono inquietanti: le luci a neon le rendono enormi e assurdamente silenziose eppure guarisce questo potersi raccontare per un po' al nulla, come se i pensieri possano essere protetti e affidati a mura di cemento sorde e mute.
L'ennesimo pianerottolo, terzo piano e tanti scatoloni sparsi sul marmo freddo.
Da Kristal:
Le scritte del prossimo murales le fai te.
Sorrido.
Lo "Stabilimento" ossia la fabbrica e le sue stanze fantasma sono diventate tutta la mia vita così come scrivere poesie per quei Writers senza casa che pullulano lì dentro.
Allo stesso modo quella ragazza misteriosa sulle sue, quella ragazza che m'ha vista cadere fragile nel suo appartamento fuori città... Lei è diventata una costante, di quelle che il libro di fisica ti mette in grassetto e trovi sempre a discapito di tutti quei dati irrilevanti che vengono a mancare.
La costante c'è e continuerà ad esserci contro ogni eccezione e pro cancellature.
Sicurezza, stabilità un modo di capirsi e viversi insieme.
Lascio scivolare un dito sul campanello, tremo ma non ci faccio caso.
Cinque giorni di silenzio che ruotano in torno a sigarette spente sul davanzale e tocca e fuggi in luoghi anonimi pur di non incontrarsi.
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Shadows
FanfictionUn amore scelto e voluto da due persone vulnerabili, il destino in accordo con un passato truce. Una vita di eccessi, di litigi, di dipendenze emotive dove amare è ferirsi reciprocamente, volersi a tal punto da possedersi senza remore, scambiando c...