28. Un marchio sulla pelle.

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Ignazio esce dal bagno con il solito asciugamano.
Mi fa l'occhiolino, poi prende i boxer.
Solo che questa volta se li mette qui davanti a me.
Con totale nonchalance.
E va bene che ci siamo già visti nudi.
Ma questa cosa suona fin troppo naturale.

- usciamo?- mi propone.

- si, certo. Dove vorresti andare?

- andiamo a fare colazione e poi facciamo un giro?

- perfetto.

Mi alzo dal letto e vado verso l'armadio.
C'é un bel sole fuori, anche se è dicembre.
E di certo in Sicilia non c'è questo freddo.
Prendo un vestito nero a fiori che mi ha comprato mia madre e che ho messo una sola volta.
Non perché non mi piaccia, semplicemente perché quando vado a scuola non metto mai le gonne.
Sto più comoda in jeans.
Prendo un paio di collant e gli stivaletti e la biancheria.
Ignazio mi guarda mentre si tira su I jeans.
Fa un sorrisino. Io rido e scuoto la testa.
Vuole giocare? Giochiamo.
Mi infilo gli slip sotto l'accappatoio, poi gli giro le spalle e me lo tolgo.
E sempre di spalle metto il reggiseno.
Eh Ignazio, ti sei fermato tu.
Due volte.
Poi mi volto e lo vedo ridere mentre si morde il labbro.
Gli faccio l'occhiolino io questa volta.
Poi mi infilo il vestito e le calze.
Mi siedo sul letto per calzare gli stivaletti e Ignazio sale sul letto accanto a me e si sporge per baciarmi.
Solo che mi bacia ripetutamente anche sulla guancia e io ridendo mi lascio cadere indietro.

Ride anche lui e viene su di me.
Mi prende le mani e me le blocca sulla testa.

Rido talmente tanto che mi fanno male gli addominali.
- e ora, signorina...-dice mentre si china verso di me- penitenza.

- ah si? E perché?

- lo sai perché, furbastra.

- mmmh.

Le sue labbra mi sfiorano il collo provocandomi i brividi.
Scende leggermente e mi lascia un bacio umido.
Poi mi rendo conto che sta succhiando la mia pelle.
-no no no ti prego.-mi contorco per fargli mollare la presa. - almeno fallo in un posto non visibile.

L'idea evidentemente gli piace, perché si ferma e mi guarda con il suo sorriso sornione -ah si? E dove?

Rido - è proprio necessario?

- si. Voglio lasciarti un segno.

- va bene. Ma non voglio che si veda fuori dai vestiti.

- quindi in un posto meno visibile. Mmmh. Scelgo io?

Rido - basta che non mi tocchi le calze. Non voglio dovermele mettere di nuovo.

Solleva un sopracciglio -questo mi lascia poche possibilità. - mi tira su la gonna io alzo gli occhi al cielo ma in realtà mi sto divertendo da morire.

Le calze arrivano alla vita, così tira giù il vestito un'altra volta e inizia a slacciare i bottoncini sulla scollatura.
Mi scopre il reggiseno e mi bacia sul collo, scendendo sulle clavicole, e poi su un seno.
Mi blocca nuovamente le mani sulla testa.
E che cazzo. Mi vuole far morire.
Colpa mia che gli ho detto di non toccare le calze.

Sospiro e chiudo gli occhi, mentre prende a succhiare nuovamente la mia pelle.
Se non mi tenesse ferme le mani a quest'ora lo avrei già stretto a me.
Ho una voglia matta di passargli le dita tra i capelli.
Poi si ferma e soffia sulla sua opera, facendomi venire i brividi.

Abbasso gli occhi su di lui, che sorride.
Mi ha lasciato una macchia rossastra che si vede benissimo uscire dalla coppa del reggiseno, ma almeno non è sul collo come aveva provato a fare.

-sei contento adesso?

Lui ride - esattamente. Ti ho marchiata. Adesso sarai mia per sempre.

- wow, basta così poco per far durare una storia per sempre?

-ovvio. - si solleva su un gomito e si mette accanto a me.-e poi noi eravamo già destinati. Quindi immagina.

- non fa una piega.

- lo so.

- comincio ad avere fame.

- hai ragione. Andiamo.

Mi tiro su, ho ancora il vestito sbottonato.
Lo chiudo mentre mi alzo dal letto, Ignazio mi segue.

Ci mettiamo i cappotti, poi usciamo.

Come previsto, c'è freddo, ma il sole rende la giornata molto più calda.

Parcheggiamo davanti una piccola pasticceria che promette proprio bene.

Ignazio mi guarda - non hai idea di dove ti ho portata. Questo posto è...beh lo vedrai.

- mi sta già venendo l'acquolina in bocca.

- e fai bene.

Entriamo e un campanello tintinna sulla porta. Subito le mie narici vengono invase dal profumo di zucchero, cioccolato, vaniglia.

I banconi sono invasi da colori sgargianti, torte di ogni dimensione, cupcakes, croissants, macarons.
Lasciatemi morire qui.

Ignazio saluta e la donna dietro il bancone, che sembra essere sulla sessantina, gli sorride e gli chiede come sta con calore.
- quanto tempo è che non ti fai vedere?

Ignazio ride - un bel po'. Ma sono stato in giro per lavoro e poi sono stato giù in Sicilia.

-a trovare la famiglia?

Lui sorride - non i miei genitori...ma si a trovare la famiglia.

Mi si scalda il cuore. Poi lui mi guarda e dice alla donna -Luisa, ti presento Amelia. Siamo qui a Bologna in vacanza per qualche giorno insieme. Poi torniamo in Sicilia.

Lei sposta lo sguardo su di me -ecco come mai il nostro Ignazio ultimamente è latitante!-ride. - piacere di conoscerti, Amelia. - poi si rivolge a lui -proprio una bella ragazza ti sei trovato.

- eh secondo te potevo lasciarmela scappare? Ne sono rimaste poche così.
La donna ride, poi mi guarda e scuote la testa - se ti fa arrabbiare vieni da me che lo rimetto a posto. Da quando sua mamma si è trasferita in Sicilia ogni volta che è qui devo badargli io. Non sai che fatica.

Ignazio ride anche lui - ti ricordi che ti ho detto che da piccolo vivevo qui?

Io annuisco, lui continua - Luisa è la migliore amica di mia madre. Quando ero piccolo passavo il tempo qui a rimpinzarmi di dolci. E i risultati si vedevano.

Luisa ride - tutta salute! Dovrei avere qualche foto, sai? Se volete qualche volta potete venire a trovarmi a casa e ve le faccio vedere.

- grazie dell'invito. Ma veniamo solo se bruci le foto prima.

-ma scherzi? Le foto di Ignazio Boschetto da piccolo le brucio? Me le tengo care, chi altri può dire di conoscerti così profondamente?

Lui alza gli occhi al cielo - tempi bui erano.

- ma smettila, che erano i tempi più belli quelli. Spensierati e contenti.

- hai ragione -ridacchia Ignazio. - qualche volta ad Amelia faccio fare un tour della mia infanzia.

- fai bene. È bello condividere questi ricordi. Adesso sedetevi, che vi porto una colazione speciale! Che cosa gradite?

I miei occhi scrutano la vetrina, non so decidermi. Ignazio sceglie una fetta di torta ai mirtilli lasciandomi il tempo di scegliere.

Alla fine i miei occhi si posano su un cupcake cioccolato che sembra la fine del mondo e prendo quello.

Qualche minuto dopo, Luisa ci porta un vassoio con i nostri dolci e due cappuccini al caramello.
Mani sante.
Il cupcake era davvero la fine del mondo.

Non esiste altra via, che non sia tua e mia. Ignazio Boschetto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora