58. Te quiero.

415 19 14
                                    

Prendiamo caffè e cornetti per i miei e poi andiamo in ospedale.

Li troviamo accanto al letto di mio fratello.
Fanno colazione, poi li convinco ad andare a riposare un po ' mentre io resto qui. Dico ad Ignazio di andare anche lui ma come è prevedibile non vuole sentire ragioni.
E quindi restiamo qui seduti accanto al letto.
Ad un certo punto Ignazio si blocca.

- che succede? - chiedo allarmata.

- ha mosso le dita!-dice.

- è normale Ignazio. È un riflesso condizionato.

- cioè non si sta svegliando? - chiede rabbuiato.

- no. Non lo risveglieranno fino a che non si sarà riassorbito l'edema. Ma hanno detto che sta andando bene.

Si alza, da' un'occhiata in giro per la stanza -dici che si può aprire un po' la finestra?

Alzo le spalle. Considerato il fatto che è uscito ieri da terapia intensiva e che ha ancora tutti questi tubi attaccati dappertutto...la risposta non è scontata.
Ignazio si arrende e si siede di nuovo.

Guardo mio fratello. Sembra essersi rimpicciolito. - lo sai...-sussurro- ho quasi paura di romperlo se lo tocco.

Ignazio sospira - é così quando vedi qualcuno in un letto di ospedale.

Mi volto a guardarlo, sta trattenendo le lacrime.
- che succede? - chiedo prendendogli la mano.

- niente. Te lo racconto un'altra volta. Adesso pensiamo solo a Daniele. E non credo che si romperà se lo tocchi, tranquilla. A meno che tu non tocchi proprio il braccio ingessato.

Ridacchio - mi sembra surreale. Stiamo qui a guardare mio fratello che dorme. Senza sapere cosa fare, solo con la speranza che vada tutto bene. Mi sento inutile. E mi sento quasi in colpa per ogni risata, per ogni piccolo momento di gioia, per ogni volta che facciamo l'amore. Mi sento in colpa perché vivo mentre lui é qui disteso.

Ignazio mi abbraccia - non devi sentirti in colpa. Innanzitutto perché si è solo preso una breve pausa che sono sicuro si concluderà molto presto. Ma soprattutto perché non ti direbbe mai di smettere di vivere o di stare male semplicemente perché continui a vivere.

Viene a bussare il medico che ha operato Daniele. Dice che dobbiamo uscire dalla camera perché l'infermiera deve prepararlo per portarlo giù a fare radiografie.
Io ed Ignazio ubbidiamo, usciamo in corridoio e aspettiamo. Qualche minuto dopo portano fuori il letto di Daniele con lui che oscilla leggermente con il movimento delle ruote. Gli sfioro una mano.-ti aspetto qui.-sussurro.

L'infermiera mi sorride - non ci vorrà molto. Un'ora al massimo. - si ferma un secondo - posso dirti una cosa?

Io annuisco - certo.

- parlagli. Non è una cosa chiara, c'è chi nega e chi dice che é la verità, ma io sono convinta che chi è in coma ci senta. Quindi se ti senti di dirgli qualcosa, fallo senza timore.

Le sorrido anche io -grazie. - rispondo. - lo farò.

Poi lei si dirige in ascensore e io raggiungo Ignazio che si è fermato un po' a distanza.

Lui mi prende la mano - ci credo anche io, sai?

Io alzo le spalle - non lo so. Vedremo.

Chiamo mia madre e le dico delle radiografie, lei mi dice che sono quasi in ospedale.

Come promesso un'ora dopo riecco la stessa infermiera che riporta Daniele in camera.
Ci sorride - non dovrei dirlo io ma ci sono buone notizie. Aspettate il medico.

Mia madre mi stringe la mano.
E quando arriva il medico la sento tremare leggermente.
- allora.-dice l'uomo sfogliando varie lastre e documenti - l'edema si è riassorbito del tutto. Stanotte lo teniamo sotto osservazione e se va tutto bene domani mattina procediamo a stimolare il risveglio. Dopodiché sta tutto a lui, ma i valori sono nella norma e il cervello non ha subito danni permanenti. Io non posso esserne certo fino a quando non si sarà svegliato ma non abbiamo riscontrato nulla di strano nei centri vitali. Quindi ciò che penso é che potrebbe accusare una lieve perdita della memoria a breve termine o di tipo biografico, confusione, stress o ansia. Ma se è come credo che sia questi potrebbero essere gli scenari peggiori.

Sembra che abbia detto una cosa orribile, ma appena assorbo ogni parola vorrei baciarlo. Peccato che io abbia un maschione qui dietro che non si è ancora del tutto ripreso da quando ho baciato un tizio...

Siamo tutti un po' esaltati per la notizia, ma allo stesso tempo temiamo silenziosamente che tutto possa crollare. E quindi parliamo del tempo, del cibo del bar dell'ospedale che non è così male come sembra, di quanto sia difficile trovare un bagno in questo reparto. Ma non diciamo nulla di Daniele. I miei ci rispediscono a casa. Vado a recuperare la borsa dalla camera mentre gli altri stanno nel corridoio.
Ripenso alle parole dell'infermiera.
E mi fermo un attimo accanto al letto di mio fratello.
Finalmente gli prendo la mano - Daniele...-sussurro. - lo so che è una gran rottura avere tutta questa gente intorno e che visto che non mangi da giorni avrai una fame boia. Ma ti giuro che se stanotte fai il bravo e che domani ti svegli ti preparo quella torta al cioccolato che fa la mamma a Natale e te la lascio tutta. È tutta tua, non ne tocco neppure un pezzettino. Ma se non ti sbrighi a svegliarti ti spacco la play station, giuro. Te quiero hermanito. Svegliati, okay?

Esco dalla stanza dopo avergli dato un ultimo sguardo, e probabilmente é solo un riflesso anche questo, ma giurerei di averlo visto sorridere.

Ciao chicos! Che cosa pensate? Credete che tutto andrà per il verso giusto e che Daniele si risveglierà come previsto o succederà qualcosa di imprevisto? Fatemi sapere nei commenti! Vi bacio.

Non esiste altra via, che non sia tua e mia. Ignazio Boschetto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora