34.Shopping a tre cifre.

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Sono in un negozio che non c'entra nulla con quelli che frequento di solito.
Qui tutto risplende di lustrini, pailettes e fili argentati.
Oltre al fatto che i cartellini vanno dalle tre cifre in su.
Mi guardo intorno, Ignazio é seduto su un divanetto.
Fa un cenno col capo e sorride.
È la quarta volta che lo fa.
Ha insistito (dire così é un eufemismo considerato che mi ha praticamente costretta) a volermi regalare un vestito per la festa di Capodanno alla quale siamo (o meglio é lui più una sua ospite) invitati. Voleva farmi una sorpresa e portarmi lì ma poi si é reso conto del fatto che probabilmente non avevo nulla con me di adatto per l'occasione e non voleva mettermi in crisi.
E aveva ragione.
Apprezzo la sua galanteria solo che volevo andare in giro a vedere e comprarmi da sola qualcosa, ma lui ha detto che era colpa sua se non mi ero portata nulla dietro visto che non mi aveva avvertita e quindi mi ha portata in questa boutique dove lui e il gruppo si vestono spesso. (Al reparto maschile eh).
Ad ogni modo, mi guardo intorno e vedo cose che mi sembrano esagerate o ridicole o entrambe le cose.
Mi piace vestirmi elegante, ma queste cose sono ad un livello diverso dall'eleganza. Sono vestiti da celebrità. Non saprei come definirli altrimenti. Sono vestiti per chi vuole osare o per chi si sente a proprio agio solo sotto i riflettori.
Per me che tento di scomparire non è che ci sia molto.
Si avvicina una commessa sorridente -posso aiutarla?-mi chiede.

- ti prego diamoci del tu. Già è troppo formale il negozio. Anche noi no, ti prego.

Probabilmente si accorge della mia espressione depressa, perché continua -d'accordo. Mi chiamo Laura.

- io Amelia.

Sorride - é mezz'ora che guardi solo questo stand.

Sospiro - credo che non ci sia nulla che possa starmi bene qui.

-io non credo. Posso farti vedere qualcosa prima che ti venga un esaurimento nervoso?

Ridacchio -mi faresti un favore, si.

Ride anche lei -bene. Avevi in mente qualcosa?

Alzo le spalle - qualcosa di non troppo appariscente. È per una serata di gala.

Annuisce - vieni con me. C'é qualcosa di più sobrio da questa parte.

La seguo e come per magia, ecco uno stand dove gli abiti non hanno uno strascico di due metri.

Prende un abito nero e lungo con qualche lustrino sul décolleté che non è affatto male, poi ne tira fuori uno blu molto semplice. E infine uno rosso che é la fine del mondo. É di raso, con lo scollo a cuore e la gonna svasata non troppo lunga.
Me li mostra -che dici di questi tre?
Scarto subito quello blu. Decido di provare gli altri due.

Mi da la mia taglia di entrambi, poi mi accompagna al camerino.
L'abito nero é bello. Ma sembra un po' troppo ordinario.
Quello rosso invece...é un sogno.
Il corpetto é stretto in vita da una fascia dello stesso tessuto, e la gonna si apre in vari piegoni fino a poco sotto il ginocchio.
È davvero stupendo.
Vorrei chiedere il parere di Ignazio, ma poi decido di fargli io una sorpresa. Quando esco dal camerino e porgo i vestiti alla commessa lei sorride -come é andata?

Ricambio il sorriso - prendo quello rosso.

- immaginavo. É davvero stupendo. Ah e il signor Boschetto dice di trovarti un paio di scarpe abbinate e una borsa.

Corrugo la fronte - lo conosci?

- lui e gli altri ragazzi vengono qui spesso. Sono tra i nostri migliori clienti.

- ah. Capisco.

Percepisce il mio essere scettica - tranquilla, non dirò nulla di te né di lui. Non lo farei in ogni caso ma abbiamo anche degli accordi di segretezza a livello legale con loro.

Non esiste altra via, che non sia tua e mia. Ignazio Boschetto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora