10.Uova montate...?

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Ignazio mi segue in cucina.
Ignazio. A casa mia. Nella mia cucina.
Che diamine sta succedendo?
Sono sveglia. Sicurissima.
E non sono Benedetta Parodi.
E Ignazio persino parla - e se cucinassimo insieme? Sarebbe un bel modo per mettere di buon umore i tuoi, no?- chiede sorridente.

Io rido - non temere di non piacergli. Ma si. Perché no?

Il suo sguardo si illumina - allora cosa facciamo?

Rido - sembri un bambino felice.

- sono un bambino felice. Ho avuto te.
Non potrei essere più contento di così.

Ciò che dice mi fa arrossire -non mi hai avuta. Non è così facile avermi.

Mi sorride e solleva un sopracciglio - lo so benissimo. Ma pensavo che fossimo giunti a un accordo.

- prima voglio vedere cosa combini in cucina. O dovrò trovare qualcun altro con cui passare il Natale.

Scoppia a ridere - allora non mi preoccupo. Sono uno chef sopraffino.

- mmh. Vedremo. Menu?

- carbonara?

- non è banale?

- no, se sai farla come la faccio io.

- perché scusa, tu come la fai?-ridacchio.

- buonissima.-mi fa l'occhiolino.

Scuoto la testa - tutto sembri fuorché uno chef, sai?

- ma finiscila...ne riparliamo quando vorrai fare il bis.

- vedremo. Dimmi cosa vuoi.

Solo dopo aver pronunciato questa frase mi rendo conto della sua equivocitá. Ignazio corruga la fronte, divertito. Però non dice nulla.
- ingredienti?- chiede.

Lo guardo, lui ride. Poi continua -uova, pancetta, parmigiano, cipolla fresca ...e poi una padella e una pentola.

- fino a qui la tua carbonara sembra abbastanza normale.

- dicono tutti così. Prima di assaggiarla.

- e poi?

- poi mi chiedono perdono in ginocchio.

Sollevo le sopracciglia, lui ride - va bene anche se ti limiti a riconoscere che sono il tuo chef preferito.

- non sarà facile. Vedremo.

- bene. Sfida accettata. - sorride e si avvicina a me, che sto appoggiata al bancone della cucina, le braccia incrociate.
Non mi smuovo, lui poggia le mani sul bancone, accanto ai miei fianchi.
Io rido.
- ciao.- dice.
- ciao.-rispondo.
Mi mordo il labbro, lui ride.
Poi posa una mano sul mio fianco, mentre l'altra, inanellata, raggiunge il mio viso e mi accarezza la guancia.

Mi bacia. La mano che tiene sul mio fianco passa ad accarezzarmi la schiena, mi fa staccare dal bancone e mi avvicina a sé.

Mi sento strana. Strana in positivo.
Non lo avrei mai detto, ma le sua braccia mi fanno sentire al sicuro.
E cosa c'è di sicuro in tutto ciò? Niente.
Anzi: é la cosa più pericolosa del mondo.
È la cosa che potrebbe farmi soffrire di più.
Eppure è così bella.
Sarà che sono di parte, qui, avvinghiata a lui.

A un certo punto si ferma e poggia la sua fronte sulla mia. Sorride. - strano che non sia arrivato di nuovo tuo fratello.

Rido - se continuiamo così arriva mia madre. E a quel punto sono guai davvero se ci trova così.

- no per carità...non è il caso di conoscere in questo modo un altro membro della famiglia.

-e tra l'altro questo è più importante del precedente.

Non esiste altra via, che non sia tua e mia. Ignazio Boschetto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora